Clelia d'Onofrio, giudice di Bake Off Italia, ci parla del suo amore per la scrittura, nato quando era ancora una bambina.
Da piccola immaginavo una Clelia, da grande, senza trecce. Le mie lunghe trecce di bambina, a una certa età (che poi saranno stati 10/12 anni), furono drasticamente tagliate perché la mia mamma si era fatta male alla mano destra, non poteva più pettinarmi e volevo evitare a lei o ad altri un fastidio, perché sì, ero capace di farmele anche da sola, ma non venivano bene.
Avevo tanti capelli e comunque le mie trecce mi tenevano molta compagnia, quando correvo mi battevano sulle spalle ed era una sensazione che mi piaceva tanto. Per quanto riguarda invece la professione che avrei immaginato di fare da grande, mi collego al fatto che a scuola mi piaceva tanto fare i temi, per cui vagamente (ero ancora troppo bambina per dire parole come "scrittrice", "giornalista") pensavo di fare qualcosa di legato alla scrittura, ma allora non sapevo bene di che cosa preciso.
Poi, dopo, da grande, quando un insegnante mi disse "hai uno stile giornalistico", improvvisamente capii cosa dovevo fare in pratica. E lo feci.