E' una questione aperta da sempre: in amore vince il cuore o la testa? Risponde la nostra "Love e Sex Teller" Lucrezia Holly Paci.
E’ una questione aperta da sempre. Cosa dobbiamo seguire in amore: il cuore o la testa? Pascal ne parla come se ci fosse una dicotomia. Ed è un po’ quello che spesso facciamo anche noi.
Ci domandiamo: “Seguo il cuore, l’impulso, l’irrazionalità e mi lascio andare? Oppure tengo tutto sotto controllo, valuto, pondero e cerco di capire fin dove posso spingermi? O meglio: fino a che punto mi conviene spingermi in base a ciò che l’altro dice e fa nei miei confronti?”
Il punto è che cuore e ragione non sono entità distinte. L’errore di fondo che facciamo sta proprio nel vivere cuore e ragione in modo separato e, per questo, incompleto.
Seguire il cuore non significa soltanto “buttarsi”. Proprio come seguire la ragione non vuol dire solo “calcolare ogni mossa”. C’è un collante che li unisce e questo collante dipende da quanto riusciamo a connetterci ai nostri sentimenti.
Se, per esempio, perdiamo la ragione offuschiamo tutto: non consideriamo i nostri bisogni, annulliamo i nostri spazi, ci priviamo di ciò che ci fa stare bene, accantoniamo quel che dal passato affettivo abbiamo imparato. A volte non ci permettiamo neanche di vedere chi è realmente l’altro per quanto siamo prese dall’urgenza affettiva di averlo con noi.
Pensiamo a quando andiamo alla ricerca di un partner e proiettiamo sul primo che ci interessa le nostre mancanze: iniziamo a vederlo per come non è, lo idealizziamo, magari diamo subito il meglio di noi, ci buttiamo verso “non si sa chi”, ce la suoniamo e cantiamo da sole, ci sbilanciamo perdendo la connessione con i nostri sentimenti. Vediamo quel che non c’è e confondiamo l’ “appannamento della ragione” con l’innamoramento.
In realtà, quel che stiamo facendo è costruire una relazione immaginaria tra noi stesse e il nostro bisogno che, inconsciamente, abbiamo appioppato all’altro. Seguire il cuore però significa ben altro. Non vuol dire “buttarsi” per sfamare vuoti affettivi, né perdere la ragione.
Per amare in modo consapevole non possiamo perdere il cosiddetto “lume della ragione”. La ragionevolezza serve a far luce, a mantenere un senso e a stabilire una connessione più profonda con l’altro. Quando usiamo la ragione, siamo anche più sicure e sentiamo che possiamo fidarci delle nostre sensazioni.
Allo stesso modo, seguire la ragione non vuol dire ignorare il cuore ed essere solo razionali, né mantenere il controllo sui propri sentimenti. Significa imparare a riconoscerli e sentire quando è il momento giusto per lasciarsi andare.
Quando separiamo ragione e cuore, combiniamo dei pasticci e, alla fine dei conti, non ne restiamo mai totalmente soddisfatte perché viviamo solo una parte di noi. Una frase tipica con cui commentiamo la fine di una storia è “sono stata una stupida a mostrare i miei sentimenti”. Oppure, quando ci lanciamo verso qualcuno e questo qualcuno si ritrae, diciamo “Ecco vedi? Avrei dovuto trattenermi e atteggiarmi come se me ne importasse meno”.
La chiave sta nell’agire unendo cuore e ragione, evitando calcoli e “sparate” irrazionali.
Per rivisitare in quest’ottica la frase di Pascal, potremmo dire che il cuore ha le sue ragioni che anche la ragione, in fondo, conosce. Più siamo disposte a esplorarci, più cuore e ragione sono funzionali e complici. E possiamo amare in modo completo.
Autore
Claudio Lucca
Regia
Claudio Lucca
DoP
Claudio Lucca
Montaggio
Claudio Lucca
Operatori
Claudio Lucca e Valentina Mele
Assistente di Produzione
Claudiu Rednic
Producer
Michele Rossi