Un dolce da preparare a forno spento, in una cucina perfetta di una casa perfetta, da gustare comodi, comodi in un giardino perfettamente: la vita da sogno... che non avremo MAI! Ma la torta, quella sì!
Un dolce da preparare a forno spento, in una cucina perfetta di una casa perfetta, da gustare comodi, comodi in un giardino perfettamente: la vita da sogno... che non avremo MAI! Ma la torta, quella sì!Mi hanno raccontato che esiste uno stato di grazia in cui una persona la mattina non si sveglia che è già in ritardo su tutto, che non si trascina verso la cucina con la faccia gonfia di sonno ma, al contrario, fa colazione in giardino con dolci perfetti, caffè americano e, addirittura, riesce a parlare. Me lo hanno raccontato perché io non so neanche immaginare un giorno di questa vita perfetta.
Deve essere molto simile a quella delle mie ex compagne di scuola, quando le incontro alle 9 di mattina sedute al bar, che sorridono serene e chiacchierano amabilmente fra loro, vestite già da palestra, truccate e sistemate, mentre io quasi inciampo sulle scale, correndo in banca a pagare roba, struccata e solo con un caffè in corpo.
Ogni volta mi chiedo che cosa, in passato, io abbia sbagliato per non aver impostato la mia vita in modo così lineare. Così cerco sempre, mentre aspetto il mio turno in banca, di «risalire il corso del tempo», come dice Calvino, per tornare anche solo mentalmente al momento in cui ho deciso che la mia vita sarebbe stata sempre al limite dell’esaurimento, insomma quando nel bosco, al buio, ho scelto la direzione sbagliata al bivio. La risposta non la trovo mai e non riesco mai a visualizzare l’evento preciso in cui, in preda a chissà quale ottimismo, io abbia deciso che la mia vita sarebbe stata completa e soddisfacente solo se fosse stata una corsa continua.
Le vite (perfette) degli altri, a base di cheesecake alla pesca
Fatto sta che quando immagino la vita perfetta degli altri, non so per quale motivo, immagino delle colazioni in giardino, a base di cheesecake alla pesca, senza cottura ovviamente, perché il forno fa sudare. Questo è uno di quei dolci che a me personalmente non verrebbe mai in mente di preparare, sia perché quando ho tempo di fare qualcosa tutto mi viene in mente tranne che questo dolce pallido e assorto, però mi sono dovuta ricredere, onestamente.
Per esorcizzare questa mia immagine di perfezione irraggiungibile, che un paio di volte me la sono anche sognata, ho provato a rifare questa torta simbolo per me di tutto quello che forse non avrò mai: un giardino curato, una casa perfetta, i denti drittissimi e bianchi.
Che cosa vi serve (dico, oltre a un cucciolo di cane morbido e al tappetino di yoga per quando tornate dal bar):