'La direzione d'orchestra è qualcosa che completa la visione della musica. Ma io per prima cosa voglio fare quello che faccio, cioè suonare'. Intervista a Federico Mecozzi.
Federico Mecozzi è il giovanissimo direttore d'orchestra che ha accompagnato l'esibizione di Enrico Nigiotti in "Nonno Hollywood" durante la 69esima edizione del Festival di Sanremo. Classe 1992, Mecozzi si è avvicinato alla musica a 6 anni e oggi ha le idee molto chiare: pur apprezzando le esperienze nella direzione d'orchestra - come quella vissuta a Sanremo - in ambito musicale il suo interesse resta, principalmente, quello di suonare. Lo abbiamo intervistato.
Dal 2009 collabori con Ludovico Einaudi. Puoi parlarci di questa esperienza?
Lavorare con Ludovico è stata e continua a essere un'esperienza magnifica. Probabilmente è la cosa, anche per la durata di questa collaborazione, che ha influito di più, mi ha arricchito di più. A livello artistico indubbiamente mi ha dato tantissimo, a livello umano c'è un rapporto bellissimo, c'è una stima, un coinvolgimento sempre maggiore. Lo stesso vale dal punto di vista creativo, perché la cosa bella di lui è che quando coinvolge delle persone a livello musicale, in un certo senso chiede che ci sia un apporto veramente creativo e non solo tecnico, esecutivo, e quindi ognuno può mettere del proprio nel fare la sua musica, e questa è la cosa più bella di tutte.
Quando hai capito che la musica sarebbe diventata il tuo lavoro?
Diciamo che il passaggio non è stato mai netto. Non c'è stato un giorno in cui ho deciso che avrei fatto musica nella vita, non c'è stato un giorno in cui l'ho capito. C'è stato un progredire di situazioni che è cominciato, a livello lavorativo, col suonare il liscio romagnolo in Riviera - io sono di Rimini. È stata una primissima esperienza, divertentissima, e anche una palestra notevole nel senso che ti abitui a stare sul palco, ad essere performante il più possibile, ed entri nel mondo del live. Dopodiché ho cominciato a fare una serie di esperienze sempre diverse da un punto di vista musicale e pian piano ho capito che gli impegni diventavano sempre maggiori. Poi è arrivato il coinvolgimento da parte di Ludovico e lì ho capito, forse in quel momento lì effettivamente, che la musica avrebbe preso gran parte della mia vita... direi tutta!
Com'è nata la collaborazione con Enrico Nigiotti?
Mi ha contattato la sua agente inizialmente, non troppo tempo fa a dire il vero, appena ha avuto la conferma di essere tra gli artisti in gara, chiedendomi di realizzare l'arrangiamento orchestrale del brano - che è un lavoro che io ho sempre fatto, anche molto, nel pop - e di dirigere poi l'orchestra salendo sul palco dell'Ariston. Già la proposta mi sembrava assolutamente accattivante, in più, devo dire, appena ho ascoltato il brano, mi è arrivata una scossa emotiva fortissima, per cui non ho avuto ovviamente dubbi sul cogliere al volo questa bellissima opportunità.
Vorresti diventare il nuovo Beppe Vessicchio?
Con tutta la stima e il rispetto per Beppe Vessicchio, in realtà il discorso della direzione d'orchestra è qualcosa di complementare a quello che primariamente faccio, cioè suonare. È qualcosa di cui ho bisogno, perché completa la visione della musica, però in realtà mi piace mantenere questo rapporto anche più sporadico se vogliamo con l'affrontare la direzione d'orchestra.
Progetti futuri?
È uscito il mio primo disco da solista, il 25 gennaio, si intitola "Awakening". Lo abbiamo presentato a Rimini con due date che sono andate benissimo, sold out, e adesso ci sono le prossime quattro date in cui lo porteremo un po' in giro per l'Italia. Siamo a Torino, Milano, Roma e Bologna dal 2 al 6 marzo. Questo è il progetto più imminente che mi impegnerà non poco.