La vita a volte ci sovraccarica di cumuli e cumuli di "materiale". Quanto ne possiamo sopportare prima di franare inesorabilmente? Prendete il profiterole, per esempio: per stare in piedi ha bisogno di equilibrio. È la fisica della vita.
La vita a volte ci sovraccarica di cumuli e cumuli di "materiale". Quanto ne possiamo sopportare prima di franare inesorabilmente? Prendete il profiterole, per esempio: per stare in piedi ha bisogno di equilibrio. È la fisica della vita.Il mio lavoro principale nella vita è la monnezza, lo sapete già, anche se la mia attività su Cucinare Stanca sta prendendo sempre più tempo e spazio nella mia quotidianità, rimango pur sempre l’amministratrice di una società di consulenza ambientale. Quindi, come si dice fra quelli studiati: “puoi far uscire la persona dalla monnezza ma non la monnezza dalla persona”. Quindi oggi, per spiegarvi il profiterole, vi devo spiegare una cosa che riguarda i rifiuti, ma più in generale la fisica dei cumuli di un materiale "X", e più in generale ancora la fisica della vita.
Del profiterole, dei cumuli e dei crolli: la fisica della vita
Ora, senza fare una lezione sull’angolo di attrito statico relativo a un montarozzo di sabbia (che manco la saprei fare), vi invito a pensare che, caricando dall’alto un materiale "X" su una sorta di piramide senza barriere intorno, c’è un momento esatto in cui questa, se caricato troppo, frana. Questo punto ce lo determina (anche) l’angolo che si va a formare fra la base del cumulo e la parte inclinata dell’ipotetico triangolo. È fisica, è il cosiddetto angolo di riposo, ossia l’angolo massimo rispetto all’orizzonte, che può formare un materiale stoccato in un montarozzo senza franare e crollare amaramente.
Allora perché noi pensiamo di essere diversi da un cumulo di sabbia? È vero, potevo usare l’esempio del chiodo e del quadro di Alessandro Baricco, che dice che sto quadro è stato sempre là fermo attaccato per anni e a un certo punto, un tale giorno, a una tale ora, crolla. La differenza fra questi due esempi però risiede nella possibilità di controllare il crollo o la frana, di monitorare i momenti. Perché quando crollate, cocoriti miei incapacy, non sempre era impossibile prevederlo. Insomma, una gru che carica sabbia sopra la nostra testa, se la vogliamo vedè, la vediamo.
Vi invito quindi a non brancolare nel buio, vi invito a farvi due calcoli rapidi e a individuare il vostro personale angolo, a capire quanto questo si possa allargare, quanto materiale potete mettervi sulla testa prima che frani tutto. È facile? No. È possibile? Sì.
Questione di equilibrio
Il profiterole altro non è che una piramide, se fatto ovviamente in modo tradizionale. È un dolce semplice da fare ma non da far tenere su: dovete bilanciare la vostra manualità e la vostra megalomania, dovete trovare un equilibrio, un angolo che non vi faccia venire poi voglia di prendere una mazzetta da operaio e spaccare tutta casa.
Partiamo che è tardi. Le preparazioni sono tre:
- I bignè
- La glassa
- La chantilly
Cosa vi serve per i bignè, per circa 4/5 persone: