La menopausa precoce può avere diverse cause. Scopri i rischi nascosti nell'ambiente!
La menopausa precoce può avere diverse cause. Scopri i rischi nascosti nell'ambiente!La menopausa precoce può compromettere significativamente la qualità di vita di una donna.
A volte alla sua base ci sono cause genetiche o cromosomiche, altre volte ad entrare in gioco sono delle malattie, ad esempio patologie autoimmuni.
Nemmeno lo stile di vita può essere completamente discolpato.
Alcune sostanze presenti nell'ambiente e in prodotti di uso quotidiano potrebbero aumentare il rischio di menopausa precoce
A sollevare nuovi sospetti è uno studio della Scuola di Medicina della Washington University di St. Louis pubblicato sulla rivista PloS One.
Analizzando i livelli nel sangue e nelle urine di 111 composti che potrebbero interferire con la produzione e la distribuzione degli ormoni nell'organismo i suoi autori hanno identificato 15 sostanze significativamente associate alla menopausa precoce.
Fra queste sono inclusi:
- 9 policlorobifenili (PBC, sostanze refrigeranti);
- 3 pesticidi;
- 2 ftalati (composti a volte presenti in alcune plastiche e in prodotti per l'igiene personale come profumi, make up, smalti, sapone liquido, lacca per capelli e lozioni);
- 1 furano (composto tossico).
Tutti, sottolineano gli autori dello studio, potrebbero esercitare effetti dannosi sulle ovaie.
“In molti casi l'esposizione a queste sostanze non può essere controllata perché proviene dal suolo, dall'acqua e dall'aria”, spiega Amber Cooper, l'esperta di ostetricia e ginecologia responsabile dello studio.
“Tuttavia, possiamo auto-educarci sulla nostra esposizione quotidiana alle sostanze chimiche e diventare più consapevoli nell'uso della plastica e di altri prodotti per la casa”.
Cooper fa un semplice esempio: quando si usa il microonde, i contenitori di vetro o di carta sono da preferire a quelli di plastica.
L'esperta fa anche un'importante precisazione.
“Questo studio non prova nessun legame causa-effetto, ma l'associazione rilevata", conclude la ricercatrice, "fa scattare un campanello d'allarme e suggerisce la necessità di ulteriori ricerche”.
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Fonte: Washington University in St. Louis