Rimedi naturali
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Integratori dopo i 50 anni: quali usare per vivere meglio

Stanchezza, vampate di calore, memoria ballerina: i sintomi della menopausa sono tanti, e non sempre piacevoli. Perché non provare ad alleviarli con gli integratori? Abbiamo chiesto qualche consiglio alla dottoressa Stefania Piloni, medico, ginecologa e docente di Fitoterapia e Nutraceutica all’università di Milano.

Stanchezza, vampate di calore, memoria ballerina: i sintomi della menopausa sono tanti, e non sempre piacevoli. Perché non provare ad alleviarli con gli integratori? Abbiamo chiesto qualche consiglio alla dottoressa Stefania Piloni, medico, ginecologa e docente di Fitoterapia e Nutraceutica all’università di Milano.

Tutti pazzi per gli integratori? Stando ai dati elaborati da New Line e Iri per Integratori Italia (Unione Italiana Food), sembra proprio di sì. Nel primo semestre del 2021 il loro giro d’affari nel nostro Paese ha superato i 2 miliardi di euro. Tutto questo conteggiando soltanto farmacie (che fanno la parte del leone con oltre il 73% del fatturato), parafarmacie e i relativi e-commerce: se si allargasse il campo anche ai grandi marketplace come Amazon, il totale aumenterebbe ancora. Ma gli integratori possono essere di aiuto anche in un periodo delicato come la menopausa, segnato da così tanti cambiamenti fisici e psicologici? L’abbiamo chiesto alla dottoressa Stefania Piloni, medico, ginecologa e docente di Fitoterapia e Nutraceutica all’università di Milano. 

Integratori dopo i 50 anni: perché assumere vitamine e minerali?

“Secondo me nell’aging femminile il supporto è necessario, anche perché la vita media si è allungata tantissimo: trascorriamo circa un terzo della nostra vita in menopausa”, esordisce sicura la dottoressa Piloni. “A differenza delle generazioni precedenti, una donna di cinquant’anni magari ricopre una posizione di responsabilità in azienda, ha figli adolescenti, si prende cura della casa e accudisce i genitori anziani”, sottolinea Stefania Piloni. E non è soltanto un luogo comune, perché tutte le statistiche confermano che in Italia il lavoro di accudimento ricade soprattutto sulle donne. La onlus WeWorld ha confermato che, con lo scoppio dell’emergenza sanitaria, sei donne su dieci si sono trovate a gestire tutto da sole.

Cosa comporta questo mix di stravolgimenti ormonali, responsabilità lavorative e carichi familiari? “Ci si sveglia al mattino già stanche, si affronta una giornata pesante dividendosi tra famiglia e lavoro e infine, dopo cena, si crolla sul divano davanti alla televisione. Anche la sessualità ne risente. Per questo le pazienti mi chiedono degli integratori per sentirsi meno stanche, ricordarsi meglio le cose, recuperare la libido e migliorare l’aspetto della pelle e dei capelli”, continua la dottoressa. A pesare ulteriormente sull’autostima è la tendenza ad accumulare un po’ di pancetta. È un fenomeno fisiologico, tant’è che accomuna un po’ tutte, da chi era già in sovrappeso a chi fino alla menopausa aveva sempre sfoggiato una linea invidiabile. “Posso capire che una donna si senta tradita da ciò che le succede”, chiosa Piloni. “Perde la fertilità e il ciclo mestruale, si vede diversa, si sente affaticata. È un fenomeno naturale, ma ciò non toglie che sia complesso”.

Quali integratori prendere dopo i 50 anni? 

Una prima opzione per alleviare questi sintomi è la terapia ormonale sostitutiva (TOS), cioè l’assunzione di ormoni sintetici (estrogeni e progestinici) che vanno a compensare quelli non più prodotti dall’organismo. In Italia, sottolinea tuttavia la dottoressa Piloni, solo il 10% delle donne sceglie questa strada; e, di questo 10%, circa la metà la interrompe dopo il primo anno. Molti medici di base e radiologi infatti esprimono parere contrario, temendo effetti collaterali soprattutto sulla salute della mammella

A questo punto si può ricorrere agli integratori. Ma quali, quanti e in quali circostanze? Non esiste una risposta univoca, perché ogni persona ha le sue caratteristiche e le sue necessità. La regola numero uno è quella di sottoporsi agli esami del sangue per capire insieme al medico se esistono delle carenze. E, se sì, quali. Se sono lievi, l’ideale è risolverle correggendo l’alimentazione.

“Prescrivo gli integratori quando la carenza è troppo grossa oppure la dieta non è sana né armonica”, conferma la dottoressa. “Ecco, se una paziente fa colazione con un caffè e nient’altro, per poi pranzare con un panino davanti al computer, di solito le do un integratore”. Scopriamo insieme quali vitamine, minerali ed elementi è più comune dover integrare in menopausa. 

Calcio

La menopausa ha sintomi visibili come le vampate di calore e l’insonnia. Poi ci sono i sintomi invisibili e, proprio per questo, più subdoli. Rientra in questa seconda categoria la perdita di massa ossea che incrementa il rischio di fratture. “Per evitare l’osteoporosi bisogna astenersi dal fumo, fare attività fisica e seguire una dieta ricca di calcio”, ricorda la dottoressa Stefania Piloni. “Questo non vuol dire necessariamente mangiare latticini ogni giorno, tanto più perché alzano il colesterolo. Anche le crucifere (broccoli in primis), i semi di chia, i semi di sesamo e le mandorle ne contengono in grandi quantità”. Certo, si può anche assumere l’integratore, ma con giudizio: un eventuale surplus di calcio può fare grossi danni, perché viene depositato nei reni (trasformandosi in calcoli) o nelle pareti dei vasi sanguigni (col rischio di aterosclerosi).

Vitamina D

Il calcio ha bisogno di una preziosissima alleata, la vitamina D, che gli permette di essere assimilato dall’organismo e mantenere in salute le ossa. Si tratta di un elemento molto particolare perché viene ricavato soltanto in minima parte dal cibo: è soprattutto la pelle a sintetizzarlo, quando è esposta ai raggi del sole. Ecco perché, dopo due anni di vita sociale a singhiozzo a causa delle misure anti-Covid, è una buona idea fare un esame del sangue per capire se è il caso di correre ai ripari.

Vitamina B12 

Soprattutto chi segue una dieta povera di carne potrebbe manifestare carenze di vitamina B12. Compatibilmente con le scelte alimentari, si può risolvere anche aggiungendo un uovo al menu settimanale o insaporendo i primi piatti con un’abbondante spolverata di grana o parmigiano. In alternativa, si può ricorrere alla supplementazione.

Fitoestrogeni 

Quando l’organismo smette di produrli, gli estrogeni possono essere compensati con la terapia ormonale sostitutiva oppure con i fitoestrogeni, sostanze di origine vegetale che ne ricalcano in modo fedele le caratteristiche. “Questa sì che è una prescrizione che dovrebbe fare il medico”, puntualizza la dottoressa Stefania Piloni. “Ne esistono di varie categorie. La prima è quella degli isoflavoni, la cui regina incontrastata è la soia in qualsiasi forma: farina, bevanda, yogurt, tofu, miso giapponese… Contengono isoflavoni anche il trifoglio rosso (che però viene assunto soltanto come integratore, non come alimento) e poi lenticchie, piselli, fagioli e ceci, cioè le leguminose che sono la base della dieta mediterranea e che dovremmo mangiare di più. La seconda categoria è quella dei lignani, presenti in alcuni cereali come segale e avena, nei semi di lino e di girasole, nei semi oleosi come mandorle e noci e, infine, in bacche, ciliegie e frutti di bosco. Altri ottimi fitoestrogeni sono il luppolo e l’estratto secco dei semi di lino”.

Integratori per l’apparato cardiovascolare 

Con l’età iniziano a farsi sentire anche i fattori di rischio cardiovascolare, ipertensione e colesterolo alto in primis. La nutraceutica ci consiglia di proteggerci con gli omega 3. In pastiglia? Non è sempre necessario, visto che anche il pesce azzurro ne è molto ricco, così come i semi di lino.

Integratori per la memoria 

Gli omega 3 sono un toccasana anche per la concentrazione e la memoria, insieme al ginkgo biloba, sperimentato con successo sugli anziani perché aiuta la vascolarizzazione dell’encefalo. “Attenzione, però, perché il ginko biloba interferisce con la coagulazione del sangue e pertanto entra in collisione con diversi farmaci, inclusa la cardioaspirina”, avverte la dottoressa Piloni.

Integratori per l’umore 

Infine ci sono i frequenti sbalzi d’umore, tanto frequenti quanto sgraditi. Anche in questo caso i fitoterapici possono aiutare, ma con giudizio. “L’erba di San Giovanni (iperico) è imbattibile, tant’è che in Germania è un medicinale che si acquista presentando la ricetta medica. Tuttavia interagisce con il tamoxifene, un farmaco salvavita per chi ha avuto il tumore al seno”, spiega la dottoressa. “Io preferisco prescrivere la rodiola rosea, ottima per migliorare le performance cognitive, accelerare il recupero muscolare ed evitare gli sgarri fuori pasto. Oppure c’è lo zafferano, una pianta che aiuta molto in caso di lievi alterazioni del tono dell’umore”. 

Foto apertura: baibakova / 123rf.com