La belonefobia è la paura patologica degli oggetti acuminati e taglianti, come ad esempio gli aghi. Nei casi più seri può diventare invalidante e sfociare in manifestazioni acute. Ecco come riconoscerla e affrontarla al meglio.
La belonefobia è la paura patologica degli oggetti acuminati e taglianti, come ad esempio gli aghi. Nei casi più seri può diventare invalidante e sfociare in manifestazioni acute. Ecco come riconoscerla e affrontarla al meglio.Con belonefobia si intende una paura patologica ed irrazionale nei confronti di oggetti taglienti come ad esempio spilli, siringhe o aghi. Nello specifico, chi è affetto da tale disturbo davanti a questi stimoli fobici tende a provare ansia, avversione, panico, terrore, nausea, brividi o tremori.
Senza contare che queste sensazioni possono risultare ulteriormente enfatizzate se il contatto con l’oggetto acuminato causa ferite o sangue. Non a caso, infatti, la belonefobia spesso è associata anche all’emofobia, ovvero la paura patologica delle perdite ematiche e quindi alla paura delle analisi del sangue.
Cos’è la belonefobia? Etimologia e origini
La belonefobia è la paura morbosa nei confronti degli oggetti appuntiti, spesso associata anche alla aicmofobia, ovvero la fobia degli aghi. Parliamo di un disturbo patologico che causa in chi ne soffre fobia, ansia e forte disagio nel venire a contatto con qualsiasi tipo di arnese contundente.
Il termine belonefobia deriva al greco βελονη (ovvero “ago") e ϕοβεω (ovvero "temere"). All’origine di questo problema possono esserci esperienze traumatiche passate, predisposizione genetica, una base biologica ereditaria, ma anche un'ipersensibilità individuale al dolore.
I sintomi: come si comporta un belonefobico
Foto: Victor Miguel Lafuente Alonso-123RF
Le persone affette da belonefobia manifestano una paura patologica e ossessiva nei confronti di aghi, coltelli, oggetti acuminati, siringhe, lame o pezzi di vetri. Chi è affetto da tale fobia, inoltre, ha paura delle punture e teme tutti quei contesti in cui potenzialmente potrebbe venire a contatto con tagli, sangue e ferite.
La sintomatologia associata al disturbo può scatenarsi nei contesti più disparati: dal dentista, in ospedale, in cucina, in ufficio, ma anche guardando un film in tv particolarmente cruento. Tanto che nei casi più seri la belonefobia può diventare invalidante, fino a condizionare il normale svolgimento della vita affettiva, sociale e lavorativa. Perché essa comporta tremori, terrore, ansia, panico, svenimenti, pallore,vertigini e sudorazione quando si viene a contatto con gli stimoli fobici.
Cause della belonefobia
Le cause scatenanti alla base di questa fobia non sono sempre facili da identificare. L’origine del disturbo, ad esempio, può essere legata ad esperienze traumatiche magari associate a punture, ricoveri in ospedale o alla somministrazione di un vaccino.
Al contrario, secondo alcuni studiosi, la belonefobia potrebbe essere legata ad una predisposizione genetica ed avere pertanto una base biologica ereditaria. Senza contare che altri specialisti individuano una correlazione tra questa paura patologica e la sindrome vasovagale (ovvero una perdita di coscienza transitoria che può verificarsi in seguito a determinati stimoli emozionali).
Quanto è comune la belonefobia
La belonefobia è un disturbo psicologico abbastanza diffuso: si stima, infatti, che ne soffra circa il 10% della popolazione mondiale. Senza contare che questa fobia spesso può essere associata anche a tripanofobia (ovvero la paura delle iniezioni), aichmofobia (paura degli aghi), netofobia (paura degli spilli) e vaccinofobia (paura dei vaccini).
Chi ne soffre maggiormente?
Tale paura può colpire uomini e donne di qualsiasi fascia di età. Tuttavia, sebbene statisticamente le donne risultino essere soggetti più fobici rispetto agli uomini, questi ultimi sembrano essere più inclini a manifestare i sintomi associati alla belonefobia.
Come curare e superare la belonefobia
L’iter terapeutico varia a seconda della gravità e della natura del disturbo: sarà lo specialista a valutare cause e rimedi e ad individuare la soluzione migliore in base alle casistiche particolari del soggetto belonefobico. Solo un professionista, infatti, potrà suggerire di ricorrere alla psicoterapia cognitivo comportamentale, così come valutare la possibilità di prescrivere anche dei farmaci.
Tuttavia, è bene ricordare che tra le possibili opzioni terapeutiche figurano anche varie tecniche di rilassamento o di autocontrollo emotivo, così come una terapia di esposizione e desensibilizzazione mirata.
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