Intervista all'autrice del bestseller "La verità è che non ti piaci abbastanza" Rachel Hollis, che ci insegna a innamorarci di noi stesse.
Intervista all'autrice del bestseller "La verità è che non ti piaci abbastanza" Rachel Hollis, che ci insegna a innamorarci di noi stesse.A 37 anni, Rachel Hollis non solo è madre di quattro figli che adora, ma anche una life coach, speaker motivazionale e blogger di successo, seguita da 1,8 milioni di follower su Instagram. Una vita perfetta o quasi, che non è sempre stata così. Il suicidio di un fratello, il divorzio dei genitori, un disturbo alimentare: per anni l’esistenza di Rachel è stata una fuga dall’infelicità, costellata di cadute, dominata dalla paura del giudizio degli altri. E piena di bugie: non sei abbastanza brava, non sei abbastanza magra, sei una madre inadeguata, etc. Insomma, le bugie che le donne si sentono ripetere da sempre e che, spesso, per prime raccontano a sé stesse, pur di non farsi carico della propria felicità. A un certo punto, Rachel Hollis ha capito che, per essere felice e raggiungere i suoi obiettivi, doveva smontare sistematicamente queste bugie: lo ha fatto, con grande coraggio, e poi intrecciando il racconto della sua vita a spunti e consigli motivazionali, ha scritto il libro “La verità è che non ti piaci abbastanza”, diventato un caso editoriale negli Stati Uniti (al primo posto della classifica del New York Times per 12 settimane consecutive). A settembre, edito da De Agostini, questo volume da quattro milioni di copie arriva finalmente nelle librerie italiane: ne parliamo proprio con l’autrice.
Ciao Rachel. Partiamo da una citazione presa dal tuo libro: “Tu, e solo tu, sei responsabile della tua felicità”. Quando e come lo hai capito?
Fin dalla tenera età mi sono sentita responsabile di me stessa e dei miei sogni, ma non credo di aver capito veramente quanto potere avessi sulla mia vita, sulla mia mentalità e sui miei sentimenti fino a quando non sono diventata adulta. Credo di aver dovuto affrontare un viaggio, attraverso tutte le cose che il mondo mi diceva dovessi provare per essere felice, per scoprire che in realtà non funzionavano o non erano durature. E imparare così come essere responsabile per la mia felicità.
È l’accettazione di sé stessi il primo passo verso la felicità?
No. L’accettazione di noi stessi non è il primo passo verso la felicità, ma lo è l’amore per noi stessi. La vera accettazione è un processo incredibilmente lungo, difficile per la maggior parte delle persone. Servono volontà, tempo, spesso terapia e capacità di riflettere su sé stessi. L’amor proprio è invece qualcosa che può nascere in qualsiasi momento. Parlare gentilmente con il proprio Io, accettare i propri difetti, trovare cose che ci piacciono: quando iniziamo sforzandoci di amare noi stessi, è molto più facile essere veramente felici.
“La verità è che non ti piaci abbastanza” è strutturato in 20 capitoli, incentrati attorno ad altrettante bugie.
Ce n’è una che le donne dicono a sé stesse più spesso rispetto alle altre?
La bugia più ostica è quella legata al non essere ‘abbastanza’. Tante donne pensano di non essere abbastanza belle, abbastanza intelligenti, abbastanza magre, e così via. Ogni donna ha una versione a cui crede, che non le permette di raggiungere la felicità e cogliere le opportunità della vita. Più rapidamente riesce a individuarla, più rapidamente potrà cambiare il suo modo di pensare, dando sfogo alle sue potenzialità.
Riesci a dare alle nostre lettrici tre consigli, tratti dal libro?
Ce ne sono così tanti nel libro, in cui ogni capitolo finisce proprio con tre idee che possono tornare utili… Ma se proprio devo scegliere, i miei tre preferiti sono: per cambiare la tua prospettiva, inizia ogni singolo giorno con un esercizio di gratitudine. Per cambiare il tuo potenziale, ricorda che le cinque persone con cui trascorri più tempo determineranno chi sei ora e anche chi diventerai. Per cambiare la tua vita, prendi possesso di ogni singola parte di essa. Nessun altro può farlo per te. Devi assumerti la responsabilità della tua salute, della tua felicità, delle tue finanze, delle tue relazioni. Di tutto, se vuoi fare un cambiamento vero e duraturo.
Che donna eri prima di pubblicare “La verità è che non ti piaci abbastanza”, e che donna sei adesso?
Oggi sono molto più sicura di me stessa di quanto non lo fossi tre anni fa. Da allora ho provato tantissime esperienze e ogni giorno che passa divento sempre più me stessa, sempre più concentrata sulla mia persona e sicura di me.
Il tuo libro si rivolge alle donne. Ma può essere utile anche agli uomini?
L’ho scritto per le donne, ma sono davvero sorpresa dal numero di uomini che lo hanno letto, sia perché desiderosi di capire meglio le figure femminili della loro vita, sia perché in qualche modo si sono ritrovati in quello che ho raccontato.
Eri già una speaker motivazionale, ma a livello social sei ‘esplosa’ nel 2015, quando su Instagram hai pubblicato una foto in bikini, con le smagliature dopo il parto, che è diventato virale.
Non mi aspettavo assolutamente un ‘successo’ del genere. All’epoca avevo pochi follower e non avevo idea che il post sarebbe stato visto da milioni di persone. Quel momento mi ha sicuramente aiutato a dare forma al lavoro che ho fatto in seguito: per la prima volta ho capito che le donne erano stanche di vedere la perfezione, volevano autenticità e qualcuno che le vedesse, qualcuno che fosse loro.
Ora hai 1.8 milioni di follower. Quanto sono importanti i social nella trasmissione di messaggi di empowerment femminile?
I social media sono la più grande forma di comunicazione connessa che abbiamo a disposizione oggi. Hanno messo il potere nelle mani delle persone invece che in quelle delle grandi aziende editoriali: quando si tratta di creare cambiamento, è incredibilmente potente.
Sei mai stata vittima di hater donne sui social network?
Chiunque parla a un grande pubblico riceve critiche e messaggi negativi, provenienti da ogni parte: ho avuto commenti meschini da donne e uomini, ma fa parte del gioco. Quando ti opponi a narrazioni che esistono da centinaia di anni, è ‘normale’ essere criticata.
Al contrario, quanto è importante la solidarietà femminile?
Le mie amicizie femminili sono le più importanti della mia vita, oltre ai miei figli. Non sarei la donna che sono oggi senza le mie migliori amiche. Credo profondamente nel potere di una comunità di donne, quando si tratta di trovare sostegno.