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Gravidanza extrauterina: cause, sintomi, terapia

Se l'embrione non si innesta nell'utero ma in un'altra sede anomala, si parla di gravidanza extrauterina: una condizione che va diagnosticata subito, per evitare che diventi pericolosa. Vediamo insieme quali sono le casistiche più comuni, i fattori di rischio e le terapie da seguire.

Se l'embrione non si innesta nell'utero ma in un'altra sede anomala, si parla di gravidanza extrauterina: una condizione che va diagnosticata subito, per evitare che diventi pericolosa. Vediamo insieme quali sono le casistiche più comuni, i fattori di rischio e le terapie da seguire.

L’inizio di una gravidanza è un momento molto delicato, in cui nell’organismo della donna avvengono tante modifiche invisibili dall’esterno. Quando lo spermatozoo feconda l’ovulo si crea un embrione che, dalle tube di Falloppio, si sposta fino a impiantarsi nella cavità uterina. Nella stragrande maggioranza dei casi, procede tutto per il meglio. Può però succedere che l’embrione si innesti nella sede sbagliata: in tal caso si parla di gravidanza extrauterina.

Cosa significa gravidanza extrauterina

L’espressione “gravidanza extrauterina” si usa per indicare tutti i casi in cui l’impianto dell’ovocita fecondato non avviene nella sua sede designata, cioè la cavità uterina, bensì nelle tube (la circostanza più probabile), nelle ovaie o, cosa ancora più rara, nell’addome. Una circostanza ancora diversa è la “gravidanza ectopica intrauterina”: in tal caso l’annidamento è nell’utero, ma in una sede impropria come per esempio il canale cervicale. 

Sintomi della gravidanza extrauterina

Inizialmente la gravidanza extrauterina può essere facilmente confusa con una gravidanza normale. Oltre a non avere le mestruazioni, dopo la quinta settimana dal concepimento la donna può sentire mal di schiena, nausea, dolore al basso ventre e tensione al seno. Con il passare delle settimane, il mal di pancia si intensifica e si notano delle perdite di sangue negli slip; c’è anche chi sente dolore alla spalla. Se il sanguinamento aumenta, il dolore diventa invalidante e ci si sente svenire, è fondamentale farsi accompagnare subito al pronto soccorso: in tal caso infatti potrebbe essersi rotta una tuba, eventualità molto rischiosa. 

La diagnosi

Se presa per tempo, la gravidanza extrauterina può essere risolta positivamente senza conseguenze per la salute della gestante. Se invece viene trascurata, può rivelarsi molto pericolosa. Pertanto è fondamentale farsi seguire con regolarità da un ginecologo, tanto più se si sta programmando una gravidanza, e prestare attenzione ai sintomi: dolori e perdite di sangue non sono da considerarsi normali! 

Per diagnosticare questa problematica esistono due esami, spesso associati tra loro:

  • l’esame del sangue volto a misurare i livelli di beta HCG (gonadotropina corionica): in caso di gravidanza extrauterina, infatti, questi ultimi aumentano più lentamente rispetto alla norma;
  • l’ecografia ginecologica che permette di individuare eventuali anomalie, come l’attività cardiaca embrionaria in una sede diversa dall’utero.

Quali sono le cause

Non è facile definire una causa univoca per una gravidanza extrauterina. In generale, esistono diversi fattori che possono aumentare le probabilità che si verifichi.

Anatomiche 

Tra le cause anatomiche più comuni c’è la salpingite, cioè un’infezione a carico di una o entrambe le tube, che può essere acuta o cronica ed è più comune tra le donne in età fertile. Altre possibili cause organiche sono diverticoli, aderenze, fibromi uterini e gravi infezioni batteriche a livello pelvico. La gravidanza extrauterina è più comune tra le donne che hanno subito interventi chirurgici o che hanno fatto ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza. Anche la spirale uterina (anche detta Iud) può favorire questa problematica, soprattutto se non è stata posizionata correttamente.

Ormonali

Tra i fattori responsabili dell’annidamento anomalo dell’embrione possono esserci anche alterazioni ormonali, in particolare l’eccesso di estrogeni e di progesterone. Chi ha assunto la cosiddetta pillola del giorno dopo dovrebbe quindi fare grande attenzione a eventuali sintomi sospetti, poiché il suo principio attivo è costituito proprio da ormoni ad altissimi dosaggi. 

Embrionali 

Un’altra ipotesi è che alla base ci siano motivi embrionali, dati da un’ovulazione tardiva o prematura. La probabilità che si verifichi questa condizione aumenta leggermente tra le donne che hanno fatto ricorso alla fecondazione assistita.

Quali sono i fattori di rischio

Le gravidanze extrauterine sono circa il 2% del totale, con un’incidenza che varia però moltissimo a seconda della zona geografica e che è triplicata nel corso dell’ultimo decennio. Risultano più frequenti tra le donne di età superiore ai 35 anni. Tra i fattori di rischio ci sono le infezioni e patologie sopra ricordate, l’uso della spirale contraccettiva, gli interventi chirurgici sostenuti in passato. 

Anche le malattie sessualmente trasmissibili come gonorrea e clamidia possono incrementare il rischio, poiché causano infiammazione alle tube di Falloppio. Da sottolineare il fatto che, se una donna ha già avuto una gravidanza extrauterina in passato, il rischio che capiti nuovamente aumenta di circa quattro volte. Studi scientifici hanno infine dimostrato che questa problematica risulta più frequente tra le fumatrici.  

Terapia 

Nella migliore delle ipotesi, la paziente non ha sintomi importanti e può quindi rimanere sotto stretto controllo medico, in attesa che si verifichi l’aborto spontaneo. 

Un approccio più interventista prevede di somministrare (per via via intramniotica o intramuscolare) il metotrexate, un farmaco chemioterapico che blocca la crescita dell’embrione. Chiaramente dev’essere lo specialista a prescriverlo, dopo aver valutato attentamente le condizioni: è infatti controindicato se la gravidanza è già in uno stadio avanzato, se ci sono sintomi e se la donna ha problemi ai reni o alla coagulazione del sangue. 

La terza strada è quella chirurgica: essendo la più invasiva, va scelta solo se le prime due non sono percorribili. Il chirurgo effettua una laparoscopia per rimuovere la sola gravidanza extrauterina oppure, se necessario, l’intera tuba. Se le condizioni lo impongono, può essere necessario asportare l’intero utero: in tal caso la donna non potrà più restare incinta in futuro.

Conseguenze

Le conseguenze della gravidanza extrauterina variano a seconda del caso specifico:

  • Se la gravidanza extrauterina si risolve spontaneamente con l’aborto, senza lesioni all’apparato riproduttore, la donna si riprende in fretta e può anche provare da subito a restare incinta, se lo desidera. L’unica avvertenza da tenere in considerazione sta nel fatto che ci sono più rischi di andare incontro di nuovo a una gravidanza ectopica. 
  • Se ha assunto il metotrexate, il ginecologo di solito chiede di aspettare qualche mese prima di cercare una nuova gravidanza, per il rischio di effetti collaterali. 
  • Le cose cambiano se la paziente ha subito un intervento chirurgico: la rimozione di una tuba infatti compromette la fertilità e la rimozione dell’utero la impedisce del tutto, poiché scompare anche il ciclo mestruale.
  • Se invece i sintomi iniziali vengono trascurati e si arriva alla rottura della tuba, la donna deve farsi portare immediatamente al Pronto Soccorso perché è in corso una pericolosa emorragia che potrebbe farla finire in uno stato di shock. Se non si interviene, le conseguenze per la sua salute possono essere molto serie.

Prevenzione

La gravidanza extrauterina è una condizione di per sé imprevedibile e non esistono vere e proprie misure di prevenzione. Quello che si può fare è, semmai, limitare i fattori di rischio. Considerato che tra questi ultimi ci sono le malattie sessualmente trasmissibili, il preservativo è un presidio importante: si tratta infatti dell’unico metodo contraccettivo che evita sia il concepimento sia il contagio.

Foto apertura: belchonock/123rf.com