Superati i cinquant'anni, è molto comune fare fatica a mettere a fuoco, allontanare il libro o il giornale e strizzare gli occhi. Sono tutti segnali di presbiopia, una condizione molto comune ma al tempo stesso risolvibile, con gli occhiali o la chirurgia.
Superati i cinquant'anni, è molto comune fare fatica a mettere a fuoco, allontanare il libro o il giornale e strizzare gli occhi. Sono tutti segnali di presbiopia, una condizione molto comune ma al tempo stesso risolvibile, con gli occhiali o la chirurgia.Immergersi nelle pagine di un romanzo dopo essersi già messi in pigiama è uno dei piccoli piaceri della vita. Man mano che si avvicinano alla fatidica soglia dei cinquant’anni, però, tantissimi si rendono conto di dover strizzare gli occhi e allontanare il libro, perché mettere a fuoco sta diventando sempre più faticoso. La prima volta magari danno la colpa alla stanchezza ma, piano piano, diventa chiaro che qualcosa è cambiato. Quel qualcosa ha un nome, presbiopia, ed è una condizione che dopo una certa età diventa davvero comune. Niente paura, però: ci si può convivere senza grossi disagi e c’è anche la possibilità di correggerla.
Cos'è la presbiopia: la vista cambia con l'età
Per cominciare, occorre fare un distinguo. Da un lato ci sono i difetti visivi, cioè miopia, ipermetropia e astigmatismo. Dall’altro lato c’è la presbiopia, cioè una difficoltà nel mettere a fuoco le immagini vicine che insorge attorno ai 45 anni. Con l’età, infatti, il nucleo del cristallino (che possiamo immaginare come una lente naturale interna all’occhio) perde acqua e, così facendo, si irrigidisce.
Sintomi
Quando si fa fatica a mettere a fuoco, viene spontaneo allontanare il libro o il giornale, strizzare gli occhi o ingrandire i caratteri dello smartphone. Non è raro percepire un vago fastidio, avere mal di testa più spesso del solito e, per questo, fare più fatica a tenersi concentrati sulla lettura. C’è anche chi sente bruciore o dolore agli occhi. Chi si riconosce in questo ritratto farebbe bene a fissare una visita dall’oculista, perché sono tutti sintomi della presbiopia.
Diagnosi
“Di solito si iniziano ad avere avvisaglie di presbiopia intorno ai 45 anni”, spiega la dottoressa Barbara Prandi, oculista che riceve presso la Clinica Baviera – Istituto Oftalmico Europeo. Va da sé che, come ogni regola, anche questa preveda delle eccezioni. “Gli ipermetropi per esempio hanno sempre visto benissimo, perché l’occhio compensa naturalmente questo difetto visivo. Già intorno ai quarant’anni però possono iniziare a fare fatica da vicino, perché sfruttano tutta la loro capacità di messa a fuoco per vedere da lontano”, continua.
Per la diagnosi è sufficiente fissare una visita dall’oculista che eseguirà i vari esami del caso, tra cui l’analisi del fondo oculare (esatto, proprio quella che richiede di applicare un collirio che dilata la pupilla per qualche ora). Non sono invasivi né dolorosi, quindi non c’è motivo per rimandare!
Correggere la presbiopia: le soluzioni
Che fare quando la diagnosi di presbiopia è confermata? Semplice, comprarsi un bel paio di occhiali (che magari possono anche impreziosire il look!), tenendo presente il fatto che esiste anche l’ipotesi della chirurgia. Cerchiamo di scendere un po’ più nel dettaglio.
Occhiali da lettura
Quando la presbiopia insorge normalmente con l’età e non è accompagnata da altri disturbi visivi, gli occhiali da lettura sono una soluzione tanto semplice quanto efficace. Come suggerisce il nome, si indossano soltanto quando è necessario mettere a fuoco da vicino per leggere o guardare lo schermo del computer, per poi toglierli quando ci si alza dalla sedia. Sono l’ideale per chi svolge un lavoro d’ufficio, ma diventano un po’ più scomodi per chi ha una routine più dinamica. In questo caso è meglio optare per gli occhiali multifocali (anche detti progressivi), le cui lenti sono suddivise in diverse aree di visione. Ci vuole qualche giorno per abituarsi, ma di solito ne vale la pena!
Chirurgia refrattiva laser
Perché non ricorrere alla chirurgia refrattiva laser, ormai sdoganata per la miopia? A risponderci è la dottoressa Prandi: “In linea generale, il laser per la presbiopia non è l’ideale. Sono state proposte alcune tecniche, ma fungono soltanto da aiuto temporaneo per alcuni casi specifici e hanno un alto tasso di regressione”.
Chirurgia intraoculare
La soluzione piuttosto è un’altra e si chiama chirurgia refrattiva intraoculare. “Siccome il cristallino si irrigidisce, lo asportiamo e impiantiamo all’interno dell’occhio una lente sostitutiva che può essere monofocale o multifocale”. Un po’ come si fa con la cataratta, insomma.
Descritto così il procedimento può incutere un vago timore, ma la dottoressa Prandi ci assicura che è molto più inoffensivo di quanto sembri. “L’intervento dura una decina di minuti, non è doloroso e non richiede punture, perché bastano poche gocce di anestetico. Di norma, nell’arco di una decina di giorni il recupero visivo è completo e il paziente può tornare a lavorare, guidare, cucinare e svolgere tutte le altre consuete attività”.
Stiamo pur sempre parlando di un’operazione chirurgica, quindi è d’obbligo rivolgersi a un centro specializzato. Sia perché le tecnologie sono molto avanzate, sia perché occorre un’accurata visita preliminare. “L’occhio dev’essere in buone condizioni: ciò significa che l’intervento non è indicato in caso di strabismo, maculopatia, ambliopia profonda e via discorrendo”, continua Barbara Prandi. “Anche la scelta delle lenti va ponderata in base alle caratteristiche dell’occhio e anche allo stile di vita del paziente. Per un autotrasportatore che guida in piena notte, ad esempio, non è indicata una lente che funziona in modo ottimale quando c’è tanta luce”.
Tanti tasselli che solo uno specialista può incastrare tra di loro per trovare la soluzione migliore, e restituire il piacere di vederci bene.
Foto apertura: goodluz / 123rf.com