Le alghe verdi sono un vero toccasana per la salute. Tuttavia, è bene prestare attenzione alle possibili controindicazioni prima di consumarle.
Le alghe verdi sono un vero toccasana per la salute. Tuttavia, è bene prestare attenzione alle possibili controindicazioni prima di consumarle.Le alghe verdi (il cui nome scientifico è Cloroficee o Chlorophyta) sono organismi unicellulari e pluricellulari che possono assumere sfumature cromatiche diverse in base alla loro varietà e, soprattutto, alla composizione dei pigmenti. In natura se ne contano circa 6.500-9.000 specie diverse, classificate in circa 600 ordini. Vivono in acque dolci o marine e sono ricche di Omega-3, vitamine gruppo B, pro-vitamina A e C, sali minerali, amminoacidi essenziali, ferro e iodio.
Le alghe verdi si possono trovare nei negozi specializzati in alimentazione biologica, in alcune erboristerie e online. Possono essere acquistate essiccate, ma anche in polvere, in compresse o in gocce.
Queste piante sono un vero toccasana per l’organismo: sono ottimi integratori, stimolano la tiroide e il metabolismo, aumentano le difese immunitarie, esercitano un'azione depurativa e attivano anche la circolazione.
Tuttavia il consumo di alghe verdi presenta anche delle controindicazioni per la salute
Quando non si devono mangiare le alghe verdi
Queste piante acquatiche, infatti, sono sconsigliate per chi è sensibile allo iodio, per chi soffre di ipertiroidismo, ipertensione, tachicardia, irritabilità e insonnia.
Vanno evitate, inoltre, se si deve seguire un regime alimentare iposodico ed è bene tenere presente che è molto importante conoscerne la provenienza. Alcune alghe verdi, infatti, possono risultare contaminate da parte di microcistine, metalli pesanti o particolari sostanze tossiche.
La loro assunzione è sconsigliata anche in gravidanza e durante l’allattamento, ma anche per soggetti con problemi metabolici, in caso di immunodeficienza o in presenza di malattie autoimmuni.
Essendo alghe ricche di elementi nutritivi, dovrebbe essere consumate solo per determinati periodi, possibilmente non oltre due mesi consecutivi e intervallando pause periodiche. In ogni caso, è bene consultare un medico o un erborista per farsi dare maggiori informazioni a riguardo.