Alimentazione
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Portulaca: le proprietà benefiche e gli usi alimentari

La portulaca ha proprietà diuretiche, depurative e anti-diabetiche. Scopriamo quest'erba e come poterla utilizzare in cucina.

La portulaca ha proprietà diuretiche, depurative e anti-diabetiche. Scopriamo quest'erba e come poterla utilizzare in cucina.

La portulaca (Portulaca oleracea) è una pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle Portulacaceae e che è conosciuta anche come erba porcellana. Vi è il dubbio se sia di origine asiatica o sud-americana, ma si sa per certo che già nell’antico Egitto era conosciuta come pianta medicinale e che fin dal Medioevo veniva coltivata anche nei Paesi Arabi e nel bacino del Mediterraneo. Il suo nome deriva dal latino Portula (piccola porta) e richiama la forma in cui si apre e si schiude il suo seme.

Le proprietà di questa erba sono molteplici: diuretiche, depurative, dissetanti e anche anti-diabetiche.

Può essere utilizzata come rimedio naturale per la diarrea e il vomito e nella medicina popolare anche in caso di enterite acuta, emorroidi e emorragie post-partum.

La portulaca è ricca di acidi grassi polinsaturi di tipo omega 3 che aiutano a prevenire le malattie cardiovascolari, a ridurre il colesterolo e i trigliceridi e a favorire la circolazione del sangue. Fare un impacco con le sue foglie, inoltre, può essere un ottimo rimedio da utilizzare in caso di punture di insetti, acne o eczema. Oltre agli Omega-3 quest’erba contiene anche vitamine A e C e alcune vitamine del gruppo B, come la Riboflavina (B2) e la Niacina (B3).

Della pianta è commestibile tutta la parte aerea: foglie, fiori, semi e fusto. Raccolta come erba spontanea o coltivata come erba aromatica, la portulaca viene utilizzata cruda nelle insalate e viene spesso abbinata alla rucola, ai pomodori e ai cetrioli. Può essere consumata anche cotta, generalmente come ingrediente aggiuntivo per preparare minestre, zuppe, frittate, pastelle fritte o condimenti, oppure tritata all’interno del ripieno nei ravioli e nella pasta fresca.

Mangiata cruda ha un leggero sapore salato e acidulo, vagamente amarognolo e pungente simile, per certi aspetti, a quello del limone. In diverse regioni italiane le foglie e i rametti più teneri vengono, infine, conservati sottoaceto o in salamoia e poi utilizzati per preparare antipasti e contorni.