Versione femminile dei più noti incel, questa corrente si nutre di pessimismo, autoindulgenza, tossicità e pessimi meme
Versione femminile dei più noti incel, questa corrente si nutre di pessimismo, autoindulgenza, tossicità e pessimi memeNel 1995 Alanis Morissette dava voce alle tante versioni crudeli e arrabbiate di una donna abbandonata dal proprio partner. Cantando, gli chiedeva se la sua nuova donna fosse perversa come lei, se avrebbe avuto i suoi bambini e, arrabbiata, era lì a cantare il casino che lui aveva lasciato. “Non è giusto”, dice a un certo punto Alanis. Una sensazione che si è trascinata, forse con più amarezza, anche in certi circoletti social contemporanei, in cui prosperano le cosiddette femcel.
Femcel, una rabbia che viene da lontano
Quella rabbia, quelle urla sono state l’inno di una generazione di donne inferocite per esser state messe da parte dal partner di turno. In alcuni casi, non si riusciva più a tornare indietro da quel vortice di ira, rinchiudendosi in quello che oggi Asa Seresin chiama “eteropessimismo”. Eravamo agli albori di Internet: non c’erano i social su cui andare a stateggiare contro l’insensibile infingardo.
Eppure, nello stesso periodo una donna queer conosciuta come Alana gettò il primo seme di un movimento sociale oggi riconosciuto come una potenziale minaccia terroristica: gli incel. Solo due anni più tardi, nel 1997, la studentessa universitaria solitaria di Ottawa avviò un gruppo di supporto dal titolo Alana's Involuntary Celibacy Project, in onore dello stile di vita che conduceva lei stessa.
Ma mentre il gruppo di supporto cresceva e si trasformava, la vita di Alana cambiò. Come spesso accade quando non ci si pensa più, incontrò un partner e preferì vivere la vita vera e non quella online. Peccato che la community fosse cresciuta e il suo “verbo” si fosse diffuso e strutturato, coinvolgendo uomini arrabbiati perché single, consapevoli di essere poco attraenti, portatori di comportamenti ostili verso donne e uomini sessualmente attivi. Di fatto, oggi il movimento incel è totalmente privo della sua missione originale. E in un certo senso, un modo molto meno violento e pericoloso, lo è anche la sua versione femminile: il femcelismo.
Chi sono le femcel
La prima vera comunità femcel è emersa su Reddit nel 2018, costruita su discussioni spesso disperate, persino nichiliste.
Secondo il Collins Dictionary l'espressione femcel identifica donne frustrate dalla mancanza di opportunità di avere relazioni sessuali e sentimentali. Ma in un articolo dell'European Journal of Cultural Studies la definizione si trasforma in "donne che si identificano come esseri involontariamente nubili". Infatti, la parola stessa è il risultato della crasi tra female e la più nota definizione di involuntary celibate. Urban Dictionary è più accurato. Sulla piattaforma si definisce femcel una donna che non fa sesso, volontariamente o meno, ma, cosa più importante, una donna "cronicamente online" che è generalmente "una respinta sociale, specialmente nella vita reale, e per lo più ha più amici online che nella vita reale".
Come si comportano le femcel
Tuttavia, la parola femcel ha iniziato ad allargare i suoi confini semantici, includendo ben altro. Cavalcando l'espressione "eteropessimismo" coniata da Asa Seresin, è come se queste donne avessero perso la speranza nella possibilità di avere una relazione equilibrata e avessero iniziato a rivalutare il patriarcato e i suoi valori per usarli a proprio vantaggio. A questo obiettivo, nelle conversazioni online si aggiunge un pizzico di noia, un senso di solitudine mista a rabbia, miseria, misantropia.
Per capirci, da una parte ci sono tutte le persone che al mattino non vedono l’ora di ostentare la propria morning shed. Sul versante opposto ci sono quelle che si farebbero tagliare un braccio piuttosto che indossare una cuffia di seta sui capelli per tutta la notte.
Come per ogni fenomeno per cui esiste un hashtag, anche le femcel hanno i propri riferimenti culturali ostentati via meme o canzoni o personaggi feticcio intrisi di cultura pop. Esistono vere e proprie playlist femcel, che mettono insieme i successi di Mitski , Melanie Martinez, Phoebe Bridgers, Fiona Apple. In più, le femcel si identificano con una pletora di personaggi immaginari: la protagonista di Gone Girl, la protagonista del libro Il mio anno di riposo e oblio, Le vergini suicide e, naturalmente, Claire la protagonista di Fleabag .
Ma la parte più interessante della femcelcore è che laddove gli incel incolpano le donne per la loro infelicità, le femcel incolpano sé stesse. Forse proprio perché il femcelismo è una risposta alle strutture patriarcali che governano la nostra società e che da secoli spingono affinché le donne trovino in loro stesse le colpe che determinano la propria posizione. Al contrario, l'incelismo è la violenza misogina che esiste all'interno di quelle strutture patriarcali.
Femcel ad ampio spettro
Nonostante siano in giro da quasi un decennio, le femcel sono molto diverse tra loro e lanciano messaggi di vario genere. Ci sono quelle che suggeriscono di sposare uomini che possano sostentarle economicamente. Come a dire se ci vogliono ai fornelli, truccate e imbellettate, a far le casalinghe, che almeno se lo possano permettere. C'è chi dà consigli per gestire il corteggiamento, come quelle vecchie zie che sconsigliano di andare a letto con il proprio appuntamento non prima di aver ricevuto l'anello di fidanzamento. Ma ci sono anche quelle che vantano i propri scatti d'ira verso chi si mostra gentile, chi ostenta la propria cattiva postura o la scarsa regolazione emotiva.
Insomma, il mondo femcel non sembra molto bello, ma è molto vario. Ciò che preoccupa è l’inesorabile deriva: la perdita della speranza. Il rischio è che ci si affezioni così tanto all’ironia pungente e alla manipolazione dei rapporti umani da dimenticare il piacere di amare ed essere riamati senza alcun interesse. O, peggio, che si perda la speranza, approdando all’evoluzione dell’eteropessimismo, cioè l’eteropessimismo, dove dolore e solitudine sembrano gli unici esiti possibili all’equazione dell’esistenza.
Foto di apertura: wirestock su Freepik