I bambini scomparsi e mai più ritrovati in Italia sono circa 2000. Ripercorriamo le storie di alcune famiglie ancora aggrappate alla speranza di poter, un giorno, riabbracciare i loro piccoli.
I bambini scomparsi e mai più ritrovati in Italia sono circa 2000. Ripercorriamo le storie di alcune famiglie ancora aggrappate alla speranza di poter, un giorno, riabbracciare i loro piccoli.È difficile tradurre in parole cosa un figlio rappresenti per i suoi genitori. Un bambino è insieme una parte della mamma e una parte del papà, è una scintilla biologica ma anche un’essenza emotiva e emozionale. Certamente il figlio è un’impronta nel cammino del mondo, è una viva tensione verso quel futuro che, come adulti, non potremo partecipare ma al quale diamo realizzazione mettendo al mondo i nostri figli.
In ragione di questo essere, meravigliosamente complesso e articolato, un figlio è una costruzione continua che si muove su una lunga linea del tempo tra ieri, oggi e domani. I figli tengono insieme le famiglie, fermano il dolore, arginano lo smarrimento e animano la vita. Il mondo stesso senza i bambini non avrebbe un domani possibile.
I minori, questi figli di cui oggi si ha tanta cura e riguardo, non sono sempre stati considerati meritevoli di tutele.
Un tempo gli infanti indesiderati, quelli il cui peso avrebbe solo gravato sulle famiglie, venivano considerati inutili ed uccisi. Nel Medioevo la Cristianità ha avuto un ruolo di rilievo nel contrasto all’infanticidio: la condanna espressa contro questa pratica ha permesso all’umanità di compiere un passo avanti verso i minori.
Sono passati secoli, certi atteggiamenti, come lo sfruttamento del lavoro minorile, la violenza e la soppressione degli infanti, appaiono come barbarie, eppure ci sono ancora circostanze in cui i bambini vengono violati, considerati merce, rapiti, abusati, uccisi e sradicati dalle loro case, sottratti agli affetti e inghiottiti nel buco nero del male.
I bambini scomparsi sono una piaga sociale che a tutt’oggi interessa il mondo intero mostrando il volto peggiore dell’infamia del male quando ferisce i più deboli, puri e indifesi. Il rapimento di un bambino lascia nell’eterno strazio della scomparsa mamme, papà, fratelli a cui viene sottratta improvvisamente la direzione della vita, ovvero quella linea di continuità tra prima e dopo sulla quale si muove l’esistenza di qualsiasi famiglia.
La mamma di Denise Pipitone; la mamma di Angela Celentano; i genitori e la sorella di Sergio Isidori; la mamma delle gemelline Schepp, Alessia e Livia; la famiglia di Alessandra Sandri e quella di Sebastiano Notarnicola, sono state o sono esempi di “vite” cristallizzate nell’istante del rapimento dei loro bambini.
I bambini scomparsi esistono, c’è qualcuno che li sta cercando nel disperato tentativo di recuperarne le tracce. Essi non sono una finzione da “Sepolto”, il romanzo di Kendra Elliot che narra della misteriosa sparizione di un’intera scolaresca di ritorno da una gita.
Si stima che in Europa l’ 116000 (la linea unica del Missing Children Europe che in Italia fa capo a Telefono Azzurro) riceva una segnalazione ogni due minuti.
Dove finiscono i bambini rapiti?
Quando un minore scompare, gli scenari possono essere molteplici: traffico internazionale di organi, pedopornografia, sfruttamento della prostituzione minorile, ma anche adozioni illegali.
Il tempo utile per le ricerche dei bambini scomparsi non cessa mai, ovvero è sempre doveroso e giusto continuare a cercare un bimbo perduto, tuttavia le prime 72 ore sono nodali.
Dopo 3 giorni le probabilità di trovare il bambino rapito ancora in vita si riducono molto, è la statistica a restituire questo triste scenario.
Denise, Livia e Alessia Schepp, Angela Celentano, Emanuela Orlandi rappresentano i casi più noti e dibattuti attraverso i media, ma ce ne sono moltissimi altri la cui ricerca si consuma più meno nel silenzio.
- mamma Piera Maggio (la madre di Denise Pipitone),
- mamma Irina Lucidi (la madre delle gemelline Schepp),
- mamma Maria e papà Catello (i genitori di Angela Celentano),
sono solo alcuni tra le madri e i padri che “congelati nel ricordo” di bambini piccoli mai visti crescere e aggrappati alla speranza.
Sono circa 2.000 i bambini scomparsi in Italia e mai ritrovati.
Alessandra Sandri
Il 7 Aprile del 1975 scompare Alessandra Sandri, 11 anni: è una giornata piovosa e grigia, ma Sandrina doveva andare a scuola, come al solito si separa dalla mamma alla fermata dell’autobus, distante appena 100 metri dal cancello della scuola.
La ragazzina, però, non è mai arrivata al suo banco né ha mai fatto ritorno a casa. Anni dopo emerge la pista degli abusi sessuali, delle violenze e si palesa lo scenario della sua morte.
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Sebastiano
Il 20 aprile del 1978 Sebastiano, 5 mesi di vita, viene rapito in un bar di Milano: una finta benefattrice conquista la fiducia della madre con la promessa di aiutarla ad acquistare nuovi vestitini per il bambino e a procacciarsi beni di prima necessità. La famiglia del piccolo ha scarse possibilità economiche e la mamma si è mossa in cerca di aiuti e sostegno pubblicando un annuncio su un periodico, il “Secondamano”.
Una presunta benefattrice, Laura Macchi, questo il nome con cui si presenta la donna, si fa avanti; la mamma di Sebastiano sente di avere fatto la cosa giusta e si fida, ma suo figlio viene rapito lasciando dietro di sé solo un identikit che non consente di risalire ad alcuno.
Il nome falso, il camuffamento della sconosciuta e la menzogna portano Sebastiano lontano lontano dalla sua famiglia.
In realtà la donna che rapisce il piccolo è animata dall’intenzione di diventare la sua mamma, lo chiama Hermann e per 12 anni lo cresce e lo accudisce come un figlio. Sebastiano vive con una famiglia che non è la sua, viene appellato con un nome che non gli appartiene per nascita e resta ignaro fin quando i servizi sociali intervengono dopo una serie di fatalità che mettono in dubbio il legame biologico tra mamma, papà e bambino.
Una foto del ragazzino finisce sui giornali e la madre naturale “ritrova” suo figlio in quella immagine, peraltro Sebastiano è identico al fratello biologico. Herman viene allontanato da quelli che ritiene essere la sua mamma e il suo papà, nelle more della legge passa dall’affido alle casa famiglia e si ricongiunge con i genitori biologici per poco tempo appena prima della maggiore età.
Sebastiano non potrà mai scindere se stesso da Herman, il bimbo che per 12 anni ha vissuto in una famiglia che credeva sua.
Sergio Isidori
Il 23 aprile del 1979 da Villa Potenza, vicino a Macerata, scompare Sergio Isidori, 5 anni (precisamente cinque anni e mezzo): la mamma sta preparando la merenda; è una giornata “chiassosa” poiché si celebrano i funerali del parroco e il paese vi partecipava attivamente; l’altro fratello sta giocando sul retro con diversi bambini e il cane di famiglia. Sergio è uscito per raggiungere il gruppo ma non si è mai unito a loro. La pista che è prevalsa, senza nessuna conferma, è stata quella degli zingari, mentre le autorità hanno sempre indirizzato la famiglia verso l’ipotesi di una tragica morte per annegamento.
La mamma di Sergio è incinta, aspetta Giorgia, la donna che mai si è arresa alla scomparsa di quel fratello maggiore, amato e sconosciuto, cercato e inseguito. “C’era un canale dietro casa nostra - racconta Giorgia - e i Carabinieri dissero che sicuramente era caduto lì. Ma non ci abbiamo mai creduto, perché l'acqua era poca e il corpo non l'hanno mai trovato” (fonte: Elle.com).
La mamma di Sergio è sopravvissuta a quel giorno solo per proteggere Giorgia, la creatura che allora le cresceva nel grembo ignara del dolore che la sua famiglia stava patendo e avrebbe patito. Giorgia è convinta di essere stata la ragione di vita della sua mamma. Il papà di Sergio non ha mai smesso di cercarlo, la madre ha voluto sperare in un'adozione illegale per credere che il figlio possa aver vissuto una bella infanzia in un altro paese.
Angela Celentano
Il 10 Agosto del 1996 una gita sul Faito, a cui partecipano 40 persone della Comunità Evangelica di Vico Equense, provincia di Napoli, diventa lo scenario di una delle più misteriose scomparse di minore mai racconta dalla cronaca italiana: Angela Celentano, 3 anni, è lì, sotto gli occhi della mamma e del papà, protetta dalla sua stessa comunità e in pochi minuti è stata inghiottita nel nulla.
Denise Pipitone
Il 1° Settembre del 2004 Denise Pipitone scompare da Mazara Del Vallo, Mamma Piera ha appena ottenuto la riapertura delle indagini.
Alessia e Livia Schepp
Il 30 Gennaio del 2011 Mathias Schepp rapisce le sue due figlie per fare alla moglie il più grande dei torti ovvero toglierle le sue bambine. Dalla Svizzera parte alla volta di Cerignola, in Puglia, dove si suicida e lascia alla moglie un messaggio che fa pensare che il suo gesto si inscriva in un tragico omicidio-suicidio, ma nessuna traccia delle bimbe è stata mai trovata per avvalorare, confermare o smentire l’ipotesi della morte di Alessia e Livia.
Tutte le storie di bambini scomparsi hanno un leitmotiv: la permanenza in vita dei bambini nulla toglie all’omicidio di identità che il rapimento concretizza. Un bambino rapito uccide la linea della vita di un’intera famiglia, le mamme e i papà smarriscono il senso della loro esistenza e il bimbo stesso resta vittima di una vita costruita sulla disgrazia della sua scomparsa.
Il rapimento di un bambino è perciò una brutalità che tradisce il senso stesso della vita. È per questo che le mamme dei bambini rapiti vanno protette: la loro ricerca, il loro urlo di giustizia deve essere di tutti, partecipato più che condiviso perché non possono essere strappati i rami all’albero della loro vita.
Foto apertura: ARTIT OUBKAEW -123.rf