Il Taste of Milano quest’anno può fregiarsi della presenza di Atul Kochhar, chef indiano di adozione londinese che ci racconta di sé in quest'intervista esclusiva
Il Taste of Milano quest’anno può fregiarsi della presenza di Atul Kochhar, chef indiano di adozione londinese che ci racconta di sé in quest'intervista esclusivaIl Taste of Milano quest’anno può fregiarsi della presenza di Atul Kochhar, chef indiano di adozione londinese, nonché professionista di fama internazionale e detentore di due stelle Michelin.
Atul è, infatti, proprietario del ristorante indiano più famoso di Londra, la città dove vive dal 1994. Al Benares Restaurant è possibile godere dei colori e dei sapori della cucina Made in India che Atul Kochhar ha saputo, con successo, rinnovare e reinventare. Anche autore di libri e protagonista di diversi programmi televisivi inglesi, dal 17 al 20 maggio metterà le sue abilità culinarie a disposizione del Taste of Milano. Noi di DeAbyDay abbiamo deciso di intervistarlo e di scoprire quali sono i suoi ingredienti segreti.
A lei va il merito di aver reinventato la cucina indiana, in che modo ci è riuscito? E, per farlo, si è dovuto discostare molto da quella che è la tradizione culinaria del suo Paese?
Quando sono arrivato a Londra nel 1994, la gente percepiva la cucina indiana in maniera molto diversa. C’erano dei piatti standard che piacevano molto agli inglesi e che non si discostavano più di tanto dai piatti più classici e conosciuti. Sono venuto qui per far capire che la cucina indiana è contraddistinta da una grande varietà di piatti che si differenziano a seconda delle regioni.
No, non penso di aver dovuto necessariamente cambiare le tradizioni della cucina indiana. Tuttavia, il mio stile è molto più moderno se messo a confronto con quello della cucina tradizionale. Ci sono comunque molti aspetti della tradizionale culinaria del mio Paese che ho mantenuto anche nella mia cucina, come per esempio la preparazione dei piatti e l’utilizzo delle spezie.
La critica gastronomica indiana, come valuta la sua cucina?
Le critiche che m’interessano di più sono quelle che fanno i miei clienti. Prima di tutto, il mio lavoro consiste nel garantire che i miei ospiti, sia al Benares, che al Sindhu (il suo secondo ristorante ndr) o a un qualsiasi altro evento, apprezzino quello che stanno mangiando e vivano un’esperienza culinaria positiva.
Quali sono gli ingredienti che non possono mai mancare nella sua cucina?
Le spezie! Al Benares utilizziamo una varietà consistente di spezie e ingredienti; immancabili: la curcuma, il garam masala, il cumino e il peperoncino.
È stato difficile affermarsi come chef in Europa?
Come ho già detto, l’industria culinaria era molto diversa quando sono arrivato a Londra ed ero alle prime armi. Tuttavia, Benares ha avuto una forte influenza sulla mia esperienza a Londra. Sono stato supportato e aiutato quando ho deciso di aprire le porte a differenti progetti e ho conosciuto molte persone diverse.
Quali sono i principali ostacoli, se ce ne sono stati, che ha dovuto affrontare nel corso della sua carriera?
La più grande difficoltà l’ho trovata cercando di cambiare il modo in cui era percepita la cucina indiana. Tuttavia, quando i miei ospiti hanno iniziato ad assaggiare nuovi piatti è stata una grande soddisfazione. Sapere che loro possono apprezzare sapori per lo più speziati ma dall’aspetto raffinato e britannico è grandioso.
Cosa pensa della cucina italiana? Le piace?
Ovviamente, la cucina italiana è fantastica! E’ una cucina molto versatile che può essere allo stesso tempo rustica e raffinata e caratterizzata da alcuni dei migliori e più apprezzati sapori di tutto il mondo. E’ un piacere essere stato invitato al Taste of Milano quest’anno ed è bello avere un grande spazio dove provare tutti i tipi di piatti che propongono i ristoranti italiani.
Un uomo carismatico, determinato e talentuoso, Atul Kochhar che grazie alla sua perseveranza e alle sue abilità è riuscito a diffondere la cultura culinaria del suo Paese in tutta Europa riscuotendo i consensi del pubblico e dei critici più scettici.