Avete già sentito parlare del panko giapponese? Consapevolmente o meno, se avete gustato la tempura in un qualsiasi ristorante orientale, vi sarete già imbattuti in tale comune ingrediente della cucina nipponica.
Il panko bread o, più semplicemente panko, altro non è che un particolare tipo di pangrattato. Differisce da quello che utilizziamo quotidianamente per la sua composizione ed il suo aspetto nonché, aspetto ancora più interessante, per la diversa resa a seguito di frittura. Ma andiamo con ordine.
Cos’è il panko
Il pangrattato giapponese si prepara con del pane bianco in cassetta fresco che viene fatto dapprima tostare al forno per qualche minuto, il tempo necessario per privarlo dell’umidità, quindi ridotto in scagliette con l’aiuto di un frullatore. Attenzione, il pane deve risultare perfettamente asciutto ma non bruciato: trovate il giusto compromesso per ottenere un ottimo risultato.
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A differenza del nostro pangrattato - che si presenta finissimo alla vista ed al tatto - il panko è composto da briciole irregolari. La ricetta del panko giapponese è a prova di principiante.
Panko giapponese, come si usa in cucina
Ebbene sì, la tempura è il più famoso dei piatti della cucina giapponese nei quali viene utilizzato il panko, ma non è la sola. Il pangrattato giapponese trova ampio utilizzo nella preparazione di ricette vegane e molti fritti ai quali, per sua natura, regala leggerezza ed una croccantezza fuori dal comune.
Se vi state chiedendo dove sia possibile reperirlo, il panko si trova presso alcuni supermercati nel reparto dedicato alla cucina etnica o nei negozi specializzati e più forniti. Si può acquistare anche online.
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