550 pasti all’anno, guadagni non oltre i 5mila euro, obbligo di pagamento elettronico: un quadro normativo chiaro per gli home restaurant.
550 pasti all’anno, guadagni non oltre i 5mila euro, obbligo di pagamento elettronico: un quadro normativo chiaro per gli home restaurant.È finalmente in arrivo una legge per la regolamentazione dei cosiddetti home restaurant. Nato dalla fortunata idea di trasformare per una sera la propria casa in un ristorante privato, il fenomeno ha preso piede in pochi anni nel nostro paese grazie alla spinta delle piattaforme online, ma è cresciuto senza alcuna regolamentazione, suscitando non poche polemiche da parte delle associazioni dei commercianti, che denunciano il rischio di una concorrenza sleale.
La buona notizia è che, dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre, sbarcherà alla Camera un ddl per la "regolamentazione della ristorazione in abitazione privata" già approvato in Commissione Attività Produttive.
L'intervento consentirà così di superare il “codice etico partecipato”, un insieme di regole messe autonomamente a punto dai portali di social eating, Gnammo in primis.
Quali sono i nuovi limiti proposti per gli home restaurant?
- Potranno servire massimo 500 pasti all’anno (poco più di un coperto al giorno);
- Il guadagno complessivo non potrà superare il tetto dei 5mila euro per ciascuna abitazione;
- Chi apre un home restaurant dovrà presentare la Scia, ovvero la dichiarazione di inizio attività commerciale, per non incorrere in sanzioni;
- Le transazioni di denaro sono operate attraverso le piattaforme digitali e avvengono esclusivamente attraverso sistemi di pagamento elettronico.
“Nel ddl - spiega il relatore Angelo Senaldi, deputato Pd, come riporta La Repubblica – stabiliamo innanzitutto delle garanzie per gli utenti. Perciò tutte le attività di social eating devono passare obbligatoriamente attraverso le piattaforme digitali, che devono verificare i requisiti minimi di abitabilità delle case e una minima conoscenza da parte dei cuochi delle modalità di trattamento dei cibi. E possibilmente prevedere una copertura assicurativa per gli utenti".
L’amministratore delegato di Gnammo, Cristiano Rigon, approva in linee generali l'iniziativa. “Secondo noi - riferisce - in questa legge è stato fatto un buon lavoro per assicurare la totale trasparenza nei confronti dei consumatori e garantire un microreddito a chi non ce la fa".
Stando a un’indagine Confesercenti nel 2014 gli home restaurant in Italia hanno fatturato 7,2 milioni di euro. Gli chef attivi in questo campo sono 7mila, mentre ben 37mila è il numero di eventi di social eating, che hanno visto una partecipazione di circa 300mila persone. L’incasso medio stimato per serata è pari a 194 euro. Le regioni in cui il fenomeno è più diffuso sono Lombardia (16,9%), Lazio (13,3%) e Piemonte (11,8%).
Foto: www.gnammo.com