Ci può essere anche un'insostenibile pesantezza anche in un giorno di festa, o in una settimana di ferie. Lo diceva Leopardi e ne è convinta anche Sofia, che ci propone una ricetta senza troppi sbattimenti, ma indiscutibilmente perfetta: la panzanella.
Ci può essere anche un'insostenibile pesantezza anche in un giorno di festa, o in una settimana di ferie. Lo diceva Leopardi e ne è convinta anche Sofia, che ci propone una ricetta senza troppi sbattimenti, ma indiscutibilmente perfetta: la panzanella.Dite che fa caldo per scomodare Leopardi il 23 luglio? Forse sì, però è l’unico che parla ai nostri cuori illusi e oberati di cose da fare, per ricordarci che forse la previsione della festa è più bella della festa stessa.
Per molti di noi si avvicinano le ferie, e almeno io, come ogni anno da quando lavoro, provo una certa euforia al pensiero di non fare niente per quasi 20 giorni (fosse vero). Questa euforia in realtà però, come ogni sensazione vagamente positiva che mi investe, dura poco. Dura fino alla prima mattina del primo giorno di ferie in cui, sebbene non abbia la sveglia alle 6.40, mi sveglio addirittura alle 6.30 con occhi sbarrati, vuoti, mi sento persa, non so cosa devo fare. Ma allora che erano ste ferie? Non mi sentivo più contenta il giorno prima, immaginandole? Che cosa stavo aspettando esattamente?
Com'è che in ferie siamo ancora più stressati?
Che Leopardi mi perdoni se cito "Il sabato del villaggio", ma anche lui evidentemente le ferie le viveva male. La domanda di fondo di Giacomo, esattamente come la mia è: ma la vera festa forse è l’attesa della festa? Tutto quello che si era immaginato sulle ferie, l’organizzazione, il countdown che fate sui social, scemetty miei, era forse meglio delle ferie? Perché come nel sabato del villaggio - ma non solo del villaggio di Leopardi, oserei dire del villaggio del mondo - dopo il sabato viene la domenica, che è più bella quando ci pensiamo che quando la viviamo.
Perché noi incapacy, nel momento - inutile ribadirlo - non ci sappiamo stare, quindi la domenica mattina già iniziamo a pensare che il lunedì ci sta col fiato sul collo e tutto ricomincia come sempre, inesorabile e crudele.
Quando l'attesa è migliore della resa
Cosa voglio dire con questo? A voi niente, forse perché voi sapete farlo già adesso, quindi lo dico a me stessa. Vivere nell’idea della festa come unico pensiero trainante, che ci fa sopportare le nostre giornate da 205 ore, cercare di anticipare col pensiero il momento successivo a quello insopportabile che viviamo per me non funziona.
Una soluzione come sempre non ce l’ho, o meglio non ho un’unica soluzione, quello che vorrei fosse possibile per me sarebbe distribuire su ogni giornata un po’ di quella leggerezza che immagino caratterizzi le ferie. Per non arrivare al 6 agosto talmente piena di speranze che poi, come ogni volta che conoscete qualcuno su Tinder e ci parlate senza conoscerlo di persona per troppo tempo, rimanete puntualmente delusi al momento dell’incontro. Quindi vorrei non vivere solo di picchi, fare una vita più “media”, ma più sostenibile quotidianamente.
Ricetta antisbattimenti
Dopo questo picco di pesantezza, invece, non penso che a qualcuno vada di cucinare, meno che mai a me. Però per sfatare il mito che solo da grandi sbattimenti vengono grandi risultati, vi propongo di inserire un po’ di leggerezza nelle vostre giornate, soprattutto al mare, senza preparare quei panini con le melanzane fritte al sugo che vedo che ogni tanto sfoderate, arrivando in spiaggia alle ore 14.30. Alzatevi presto, lo so che già lo fate, prendete la panzanella che avete preparato la sera prima e andate al mare.
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