Alla scoperta della ratafià, bevanda tipica della tradizione abruzzese da realizzare facilmente in casa.
Alla scoperta della ratafià, bevanda tipica della tradizione abruzzese da realizzare facilmente in casa.Conoscete la ratafià? Se vi chiedete cosa si nasconda dietro tale misterioso nome, sappiate che si tratta di un prodotto tipico abruzzese: ha a che fare con le amarene e si beve. Curiosi di saperne di più? Continuate a leggere!
Cos’è la ratafià
La ratafià è un liquore di amarene tipico della tradizione abruzzese che si può fare con le foglie o senza. Una sua diffusa variante si realizza con le visciole.
È un ottimo digestivo e generalmente si gusta a fine pasto. Della ricetta della ratafià esistono numerose versioni, a seconda della Regione di appartenenza.
Un cenno merita la ratafià piemontese di Andorno, che si ottiene con le ciliegie nere e con il Barbera.
Ratafià, ratafia o rattafia?
Se il termine ratafià è probabilmente il più comune, c’è chi identifica il liquore con il nome rattafia (come in Ciociaria) o ratafia (senza accento).
Il termine si usa oggi per intendere liquori ottenuti dall’infusione di fiori, noccioli o foglie nel vino o in altro alcolico.
Proveniente verosimilmente dal latino "rata fiat", significherebbe "ratificato". Si ritiene infatti che il liquore venisse offerto al termine di una trattativa, un po’ come suggello di un accordo.
Come si prepara la ratafià
Ci sono diversi metodi e ricette per preparare la ratafià: c’è chi usa la grappa e chi il vino, chi ricorre allo sciroppo di amarene e chi invece opta per i noccioli e chi, infine, usa le foglie, proprio come avviene nella ricetta che vi suggeriamo di provare. Il periodo migliore per realizzare il liquore è la tarda primavera o l’inizio dell’estate.