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Tumore al seno, ecco le 17 sostanze più pericolose per le donne

Il tumore al seno ha sia cause genetiche che cause ambientali. Scopri le sostanze che espongono ai maggioi rischi!

Il tumore al seno ha sia cause genetiche che cause ambientali. Scopri le sostanze che espongono ai maggioi rischi!

Nell'arco della sua vita 1 donna su 8 è destinata ad avere a che fare con un tumore al seno, la neoplasia più frequente nella popolazione femminile e prima causa di mortalità per tumore fra le donne.

La prevenzione rappresenta un'arma fondamentale nella battaglia contro questa malattia. Ma quali sono i fattori su cui si può agire per ridurre il rischio di sviluppare un tumore al seno?

Un gruppo di ricercatrici del Silent Spring Institute di Newton, negli Stati Uniti, ha utilizzato le informazioni presenti nella letteratura scientifica per stilare una lista delle 17 sostanze che possono promuovere la comparsa di un tumore alla mammella

L'elenco, pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives, include le seguenti classi di composti chimici:

  • l'1,3-butadiene: è presente nella benzina, nei gas di scarico dei veicoli, nel fumo di tabacco e nel fumo prodotto da alcuni oli per la cottura;
  • l'acrilammide: si trova in alcuni cibi cotti, nel fumo di tabacco, è un prodotto collaterale dei trattamenti dell'acqua e si trova in alcuni prodotti che finiscono direttamente fra le mani dei consumatori;
  • le ammine aromatiche TDA e TDI, (2,4-toluene diammina e diisocianato di toluene): sono contenute nelle schiume di poliuretano appena prodotte o non curate o appena prodotte, negli isolanti spray, nei prodotti sigillanti e in quelli per le coperture e in alcuni tipi di protesi per il seno;
  • le ammine aromatiche come la benzidina e l'anilina, presenti nelle tinte per capelli e per tessuti e utilizzate nella produzione di vernici, inchiostri per la stampa e per stampanti, dall'industria alimentare e negli schermi a cristalli liquidi;
  • il benzene: si trova nella benzina e nei gas di scarico dei veicoli, nel fumo di tabacco e nei solventi;
  • solventi organici come il cloruro di metilene: vengono utilizzati nei lavaggi a secco, sono presenti nei prodotti “sciogli-macchia”, nelle colle e negli sgrassanti, nei solventi per rimuovere le vernici, nei gas in aerosol spray e a volte nell'acqua;
  • gli ossidi di etilene e di propilene: presenti nel fumo di tabacco, nei gas di scarico dei veicoli e nei vernici e utilizzati nei processi di sterilizzazione alimentare e medicale;
  • sostanze per rendere ignifughi alcuni materiali e i prodotti della loro degradazione,
  • le ammine eterocicliche: si formano durante la cottura della carne alla griglia;
  • gli ormoni e gli interferenti endocrini;
  • l'MX: è utilizzato per disinfettare l'acqua;
  • i nitro-IPA: sono gli idrocarburi policiclici aromatici nitrati presenti nei fumi di scarico dei motori diesel;
  • l'ocratossina A: una micotossina che può contaminare cereali, frutta secca e carne di maiale e che può essere presente laddove ci sono muffe;
  • gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) dei gas di scarico dei veicoli, del fumo di tabacco e del cibo bruciato;
  • l'acido perfluoroottanoico (PFOA): si trova nei rivestimenti impermeabili all'acqua e al grasso o antimacchia e a volte nell'acqua;
  • alcuni farmaci non a base di ormoni;
  • lo stirene: presente nei materiali in polistirene, nell'aria condizionata e nel fumo di tabacco.

Secondo Julia Brody, responsabile della ricerca, “ridurre l'esposizione alle sostanze chimiche potrebbe salvare la vita di molte, molte donne”.


Foto: © Syda Productions - Fotolia.com
Fonte: Environmental Health Perspectives

Tipsby Dea

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