Sempre più persone si affidano all’intelligenza artificiale per il supporto psicologico, ma può davvero un algoritmo sostituire la relazione umana della terapia?
Sempre più persone si affidano all’intelligenza artificiale per il supporto psicologico, ma può davvero un algoritmo sostituire la relazione umana della terapia?Mentre preparavo questo articolo, fra le mie ricerche è spuntato un sito che mi ha chiesto: "Aiutaci a creare il miglior terapeuta IA per te". Avevo già sentito parlare di persone che usano ChatGPT come psicologo e la cosa mi aveva fatto una certa impressione. Ho speso oltre cinquemila euro per una terapia psicologica durata quattro anni. L'investimento più importante della mia vita, che a volte non so valorizzare bene quanto dovrei, ma tant'è, siamo umani. Pensare che ci sono persone che pensano di "aggirare" l'ostacolo economico e relazionale con l'intelligenza artificiale mi distrugge e incuriosisce allo stesso tempo. Nel titolo cito ChatGPT, ma è ovvio che esistono centinaia di versioni AI che si stanno cimentando nella nobile arte della psicoterapia. Quindi, senza la pretesa di essere esaustivi, oggi tento di spiegare perché usare ChatGPT come psicologo non è una buona idea.
Psicoterapia con l'AI
Il sito in cui mi sono imbattuta promette una terapia personalizzata, con un terapeuta disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, pronto a fornire il supporto di cui si ha bisogno. Ovviamente costa poco: le tariffe di abbonamento offerte costano fino a tre volte meno delle piattaforme di terapia tradizionali, con tanto di accesso illimitato alla messaggistica con il tuo terapeuta.
Naturalmente, avere uno psicologo AI è soprattutto comodo. "Permette di affrontare la terapia alle tue condizioni" Infine, i creatori del sito assicurano che in molti hanno sperimentato "benefici trasformativi". Tuttavia, la piattaforma si propone non come un sostituto del terapeuta umano, bensì come un assistente capace di "massimizzare i risultati della tua terapia". Infatti, tutti i report e i dati comunicati dall'utente vengono riassunti e condivisi, in modo da poter aggiornare il terapeuta "ufficiale" nella seduta live.
Ma un terapeuta algoritmico, privo di emozioni, del vissuto proprio di un essere umano, può davvero aiutarci a "guarire"?
ChatGPT psicologo: dati e rischi
Secondo i dati condivisi da Sam Altman, CEO di OpenAI, l'uso di ChatGPT come sostituto dello psicoterapeuta è in forte aumento, in special modo tra la Gen Z. Proprio in questa fascia d'età oltre il 20% degli appartenenti l'ha usato almeno una volta come supporto emotivo o terapeutico.
È evidente che le persone che si affidano all'intelligenza artificiale per trovare sollievo psicologico non tengono a mente che l'algoritmo genera risposte basate su pattern statistici e non sull'effettiva comprensione umana del disagio. Il sistema è tarato per prevedere la frase più adatta da somministrare, proprio come una pillola, alla richiesta d'aiuto umana.
"Sento un profondo senso di vuoto" genererà un generico "Grazie per esserti aperto e aver condiviso questo con me. Sembra che tu stia navigando in emozioni profonde e complesse. Insieme, possiamo lavorare per riscoprire significato e soddisfazione nella tua vita". Niente a che vedere con l'ironia tagliente e imprevista di un terapeuta in carne ed ossa che, come è successo a me più volte, ha interrotto sul nascere l'inizio di una lagna senza fine per mettere mano alla "roba vera", che non funziona come dovrebbe.
Perché l'AI non è un buono psicologo
ChatGPT e affini possono aiutarci a riflettere, a costruire un diario digitale, ma non possono in alcun modo sostituire un percorso terapeutico. Ma il ricorso a ChatGPT per ricevere supporto psicologico è un segnale d'allarme da interpretare con la dovuta attenzione. In un'epoca in cui la depressione è sempre più un'epidemia silenziosa, poter accedere al giusto supporto terapeutico può essere salvifico.
«Non è più una curiosità tecnologica - spiega Valentina Albertini, psicologa e psicoterapeuta, didatta Csapr Prato - Le ricerche più recenti ci dicono che questa scelta nasce dall'incrocio tra barriere strutturali e nuovi bisogni psicologici. Da un lato, c’è una questione di accessibilità pragmatica: l’IA offre una disponibilità 24/7, quanto di più lontano dall'utilità di dedicarsi uno spazio e un tempo per il lavoro terapeutico».
Valentini è anche autrice con Gianmarco Manfrida ed Erica Eisenberg del libro "La clinica e il web" e con Gianmarco Manfrida, Erica Eisenberg e Daniela Tortorelli del libro "Perché la psicoterapia? Un viaggio a più voci nel cuore del cambiamento" (FrancoAngeli). In questi volumi ha più volte indagato il rapporto tra salute psicologica e nuove tecnologie. Emerge che «molti utenti poi riferiscono di sentirsi paradossalmente più "sicuri" con un algoritmo: l'assenza di un volto umano elimina la vergogna legata allo stigma, permettendo una narrazione di sé senza filtri».
«C'è poi un aspetto che tocca da vicino la nostra clinica - continua Valentini - l'illusione dell'empatia. Alcuni studi recenti mostrano che l'IA viene spesso percepita come più accogliente perché utilizza un linguaggio costantemente validante e privo di quella "frustrazione ottimale", necessaria al cambiamento. Come se nella vita reale fosse poi facile incontrare chi ti dà sempre ragione».
«È un'empatia artificiale che offre un sollievo immediato, ma che rischia di trasformare l'ascolto in una forma di 'fast-food emotivo' - conclude la psicologa - Come psicoterapeuti, non possiamo ignorare questo trend. La sfida non è demonizzare lo strumento, ma ribadire che, sebbene l'IA possa simulare una conversazione, non può costruire una relazione terapeutica. La cura non risiede nell'erogazione di consigli o protocolli preimpostati, ma nell'incontro tra due soggettività, nell'incontro di una relazione: uno spazio che nessun algoritmo, per quanto sofisticato, può attualmente abitare».
Anche l’AI ti può far piangere, rigirando le tue emozioni in una frase statisticamente perfetta. Ma “sentire” l’altro è una cosa ancora da esseri umani. Insostituibile e salvifica. Fidatevi, ne ho le prove.
Foto di apertura: iStock

