I pensieri intrusivi sono disturbanti e, pertanto, chi ne soffre tende a vergognarsi, ad averne paura. Ma possono essere gestiti, con le tecniche giuste e l’aiuto di professionisti. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Tiziana Corteccioni, psichiatra e psicoterapeuta che riceve a Roma o a Perugia.
I pensieri intrusivi sono disturbanti e, pertanto, chi ne soffre tende a vergognarsi, ad averne paura. Ma possono essere gestiti, con le tecniche giuste e l’aiuto di professionisti. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Tiziana Corteccioni, psichiatra e psicoterapeuta che riceve a Roma o a Perugia.Ci sono pensieri capaci di insinuarsi nella mente anche se sono tutto il contrario di ciò che una persona vuole, spera o crede. Pur essendo apparentemente inspiegabili, si presentano in modo sempre più frequente e sempre più intenso, fino a far perdere la serenità e ostacolare la vita quotidiana. Tecnicamente si chiamano pensieri intrusivi. Qualche esempio? C’è chi immagina di fare del male al proprio interlocutore, di insultarlo, di schiaffeggiarlo. O lo rende protagonista di fantasie sessuali. C’è chi vede sporco e germi ovunque e teme di infettarsi. C’è chi non riesce più a guidare l’auto per la convinzione di essere destinato a schiantarsi.
I pensieri intrusivi sono disturbanti e, pertanto, chi ne soffre tende a vergognarsi, ad averne paura. Ma possono essere gestiti e sconfitti, con le tecniche giuste e l’aiuto di professionisti. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Tiziana Corteccioni, psichiatra e psicoterapeuta che riceve a Roma o a Perugia.
Cos'è un pensiero intrusivo e come si distingue da una normale fantasia?
Un pensiero intrusivo, a differenza di una normale fantasia, irrompe improvvisamente nella mente di una persona ripresentandosi continuamente e causando sensazioni spiacevoli. Proprio per questo il pensiero intrusivo viene definito egodistonico ovvero in conflitto con i propri bisogni o desideri.
Ci sono età o situazioni in cui è più comune sviluppare pensieri intrusivi?
La presenza di traumi o di difficoltà nella regolazione emotiva può favorire l’insorgenza o la riacutizzazione di pensieri intrusivi. L’età adolescenziale, ad esempio, essendo un periodo critico per la regolazione emotiva, può essere caratterizzata da pensieri intrusivi, i quali possono causare notevole disagio nella vita quotidiana. Lo stesso vale per l’età avanzata, un periodo di estrema vulnerabilità nel quale la mancanza di controllo di molti aspetti della propria vita spesso porta a rimuginare.
Che differenza c’è tra il pensiero intrusivo e il disturbo ossessivo compulsivo?
Il disturbo ossessivo-compulsivo è caratterizzato da pensieri intrusivi persistenti e/o ricorrenti. Oltre ai pensieri intrusivi devono essere presenti anche azioni mentali o comportamenti ripetitivi (le cosiddette compulsioni). Le compulsioni hanno come scopo quello di sopprimere o ridurre temporaneamente i pensieri intrusivi ma con il tempo non fanno altro che esacerbare questi pensieri, alimentando il malessere. Il pensiero intrusivo, infatti, non andrebbe mai soppresso ma solo rimandato, proprio per non alimentare il disagio emotivo tipico del ripresentarsi del sintomo.
In che modo i pensieri intrusivi possono interferire con la vita quotidiana?
Sicuramente avere pensieri intrusivi che mettono a disagio (come, ad esempio, il dubbio di aver lasciato il gas aperto o di aver detto una bestemmia) possono far perdere una grande quantità di tempo causando difficoltà nello svolgimento delle normali attività della vita quotidiana. Se poi questi pensieri sono accompagnati da compulsioni, il tempo sprecato può essere di più, fino ad arrivare ad occupare l’intera giornata e a volte anche la notte, compromettendo il sonno.
Tra gli approcci consigliati c’è la psicoterapia cognitivo-comportamentale. Come agisce?
La terapia cognitivo-comportamentale analizza quelle che sono le emozioni sottostanti ai pensieri intrusivi dando loro un diverso significato. Questo tipo di approccio, usando delle tecniche specifiche (chiamate esposizioni con prevenzione della risposta), permette di ridurre anche le compulsioni, se presenti. Durante le esposizioni il soggetto viene accompagnato e aiutato a non mettere in atto le compulsioni che non fanno altro che amplificare i pensieri intrusivi.
La mindfulness può aiutare? Se si come?
La mindfulness può aiutare a gestire meglio il disagio legato ai pensieri intrusivi attraverso la respirazione controllata. Grazie a questa tecnica il pensiero può essere rimandato e non soppresso.
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