C'è chi non riesce a riconoscere i volti degli amici e dei familiari, e nemmeno il suo stesso viso riflesso nello specchio: questa condizione si chiama prosopagnosia, è cronica e ancora poco studiata a livello scientifico.
C'è chi non riesce a riconoscere i volti degli amici e dei familiari, e nemmeno il suo stesso viso riflesso nello specchio: questa condizione si chiama prosopagnosia, è cronica e ancora poco studiata a livello scientifico.Chi avrebbe mai immaginato che Brad Pitt, dopo il divorzio con Angelina Jolie, conducesse una vita piuttosto solitaria? Il motivo l’ha svelato lui alla rivista GQ: si trova a disagio con gli altri, perché fa molta fatica a riconoscere i loro volti. In una parola, soffre di prosopagnosia. Ma quali sono le cause di questo insolito disturbo? Quanto è diffuso? Esistono delle terapie? Cerchiamo di capirlo insieme.
Che cos’è la prosopagnosia?
Questo termine, apparentemente un po’ bizzarro, deriva dal greco antico: gignosko (γιγνώσκω) infatti significa “conosco, vedo”, pròsopon (πρόσωπον) è la faccia e la a (la cosiddetta α privativa), se collocata a inizio parola, rappresenta una negazione. Basta sommare questi addendi ed ecco la definizione: una persona affetta da prosopagnosia ha un grave deficit cognitivo-percettivo che le impedisce di riconosce i volti delle persone. E non stiamo parlando soltanto di amici d’infanzia o lontani conoscenti, ma anche di colleghi di lavoro e familiari; nei casi più gravi, non riesce nemmeno a identificarsi nel volto che vede riflesso nello specchio.
Sintomi
La prosopagnosia è una condizione invisibile dall’esterno, perché non determina particolari caratteristiche fisiche né anomalie comportamentali. L’unico sintomo è, appunto, l’incapacità di riconoscere i volti degli altri, comprese persone a cui si è legate da rapporti familiari o di amicizia. È facile intuire che, soprattutto se si manifesta in forma seria, il disturbo compromette parecchio la socialità e – quindi – la qualità della vita a tutto tondo. Non è raro quindi che le persone che ne soffrono, con il passare del tempo, arrivino a sviluppare disturbo d’ansia sociale o depressione.
Cause
Le cause della prosopagnosia si possono dividere in due categorie:
- Nella maggior parte dei casi è congenita: insomma, l’individuo nasce con la prosopagnosia e se la porta dietro per tutta la vita. Si può ipotizzare che alla base ci siano fattori genetici o ereditari, ma la comunità scientifica non è ancora riuscita a identificarli con certezza.
- In alternativa, tale condizione può essere la conseguenza di una lesione ad alcune precise aree del cervello, dovuta a un trauma oppure (più raramente) a una patologia o a un’intossicazione. In questo secondo caso si parla di prosopagnosia acquisita.
Cure
Questa condizione è cronica, non scompare da sola. E, dal momento che non sono ancora state pienamente comprese le sue cause, al momento non esiste nemmeno una cura per la prosopagnosia, né farmacologica né psicoterapeutica. Di solito le persone che ne sono affette mettono in atto alcune strategie di compensazione: in termini più semplici, si “allenano” a riconoscere amici e parenti sulla base di caratteristiche fisiche diverse dal volto, come per esempio i tatuaggi, il colore dei capelli e il suono della voce. Questa è una soluzione parziale ma, per molte di loro, è il compromesso che permette di mantenere discreti rapporti interpersonali.
Come si arriva a una diagnosi
Che fare, dunque, se si ha il sospetto di essere affetti da prosopagnosia? Il primo passo è sempre quello di rivolgersi al medico di base: sarà lui eventualmente a indicare i riferimenti di un neuropsichiatra.
Il test per la prosopagnosia
Per verificare di essere davvero alle prese con un caso di prosopagnosia, e non di un altro disturbo cognitivo come l’Alzheimer o la demenza, lo specialista di solito esegue alcuni test specifici. Non dobbiamo immaginarci esami invasivi, anzi. Di solito il medico mostra semplicemente al paziente alcune foto di personaggi famosi e lo invita a riconoscerli; in alternativa, presenta alcune foto di sconosciuti e gli chiede di memorizzarle, oppure di descriverli, o di fare ipotesi sul loro genere e sulla loro età.
La prosopagnosia nella cultura pop
Potrà stupire, ma una condizione come la prosopagnosia – ancora misconosciuta, cronica e vissuta con grande imbarazzo – fa spesso capolino nella cultura pop. Questo perché diversi personaggi celebri ne soffrono: scopriamo quali.
Brad Pitt e la prosopagnosia
“Nessuno mi crede! Voglio incontrare un’altra persona che ne soffre”. Traspare molta solitudine dalle parole di Brad Pitt durante l’intervista a GQ. L’attore, classe 1963, ha rivelato di essersi allontanato parecchio dalla vita pubblica ormai da diversi anni, proprio per l’insorgere della prosopagnosia. Ed è questo il motivo per cui molti, guardandolo dall’esterno, l’hanno erroneamente bollato come un uomo freddo e distaccato.
Il pittore Chuck Close
C’è anche chi ha trasformato la prosopagnosia nella sua cifra stilistica. Stiamo parlando dell’artista statunitense Chuck Close, scomparso nel 2021, divenuto celebre per i suoi grandi ritratti fotorealistici. La sua particolarissima tecnica – nata proprio dal suo disturbo – prevedeva di scattare molteplici foto dello stesso soggetto, per poi riprodurle con pennelli e colori fino a ricreare monumentali ritratti da guardare a distanza, perché suddivisi in un fitto reticolo di griglie e pixel.
La prosopagnosia in musica di Caparezza
“Non mi riconosco più, prosopagnosia / Sto cantando ma il mio volto non è divertito / Quasi non capisco più quale brano sia / Ogni volta mi riascolto e sono risentito”. La voce è quella di Caparezza e il brano si intitola proprio “Prosopagnosia”: è la traccia di apertura di Prisoner 709, un album dedicato a un altro disturbo di cui il rapper pugliese soffre, l’acufene (cioè il fischio persistente all’orecchio). Un’opera densa, cupa, che l’artista chiude però con un altro brano dal titolo “Prosopagno, sia”: come a dire che la vera vittoria non è sconfiggere i propri demoni quanto, piuttosto, imparare a conviverci.
Enrica Bonaccorti
“A un evento Fininvest chiacchieravo con un signore. Chiedo: di cosa ti occupi adesso? Lui mi fa pat pat sulla spalla: faccio sempre il presidente della Fininvest. Era Fedele Confalonieri”. L’aneddoto fa sorridere, ed è il modo con cui la conduttrice televisiva italiana Enrica Bonaccorti racconta al Corriere.it la sua convivenza con la prosopagnosia. Sarebbe questo il motivo per cui, nonostante decenni di carriera televisiva e di grande notorietà, non ha mai avuto l’abitudine di frequentare feste e salotti.
Foto apertura: inesbazdar / 123rf.com