La Sindrome da Crocerossina si fonda sull'idea di essere estremamente responsabili del benessere dell’altra persona. Chi ne è affetto, quindi, è sempre pronto a prendersi cura dell'altro a discapito dei propri bisogni.
La Sindrome da Crocerossina si fonda sull'idea di essere estremamente responsabili del benessere dell’altra persona. Chi ne è affetto, quindi, è sempre pronto a prendersi cura dell'altro a discapito dei propri bisogni.La cosiddetta “Sindrome della Crocerossina” (nota anche come “Sindrome di Wendy” in riferimento alla favola di Peter Pan) è una modalità di relazione poco funzionale che induce il soggetto che ne è affetto a dedicare tutte le proprie attenzioni agli altri, mettendo da parte il proprio benessere.
Le donne sono più predisposte rispetto agli uomini a sviluppare questa sindrome abbandonica e tale schema relazionale disfunzionale, nel tentativo di rendersi indispensabili per paura di essere traditi o lasciati.
Cos'è la sindrome della crocerossina
I sintomi della sindrome da crocerossina sono diversi: le persone che ne sono affette, infatti, sono tendenzialmente molto protettive e tendono a manifestare un insieme di comportamenti tesi a compiacere, gratificare e giustificare l’altro, anche a costo di sacrificare i propri bisogni.
La loro dedizione e la loro abnegazione nei confronti del partner sono assolute, tanto da assecondare e anticipare i bisogni dell’amato (o dell’amata) al punto tale da ignorare le proprie esigenze e necessità.
Come riconoscerla
Chi è affetto da questa sindrome tende a dare così tanto agli altri da finire col dimenticarsi di se stesso. Parliamo di persone che danno senza aspettarsi e senza accettare niente in cambio, eccessivamente generose e facilmente manipolabili.
Questi soggetti sono totalmente servizievoli, influenzabili e necessitano di continui bisogni altrui da soddisfare. Inoltre, hanno una scarsa autostima e scelgono continuamente partner difficili e problematici.
Le cause
La sindrome da crocerossina in amicizia e in amore nasconde spesso fragilità, insicurezza e traumi del passato: la persona che ne soffre, infatti, di fondo è dipendente e cela una profonda paura di essere lasciata (talvolta patologica).
Poter essere d’aiuto è una condizione fondamentale perché permette alla crocerossina di percepirsi come valorosa, indispensabile e apprezzata. E su questa visione disfunzionale giocano un ruolo cruciale la personalità del soggetto, lo stile di vita, l’educazione ricevuta e i suoi bisogni.
Le conseguenze
La prima conseguenza diretta di tale sindrome è che l’amore non viene percepito come un sentimento positivo e gratuito: i “soccorritori”, infatti, pensano di dover compiere quotidianamente azioni virtuose così da risultare indispensabili.
La donna crocerossina, quindi, utilizza l’altro per sentirsi importante e per aumentare la propria autostima. E per questo, nel concreto, ricerca compagni tendenzialmente sbagliati, uomini che necessitano di cure costanti così da alimentare (più o meno) inconsciamente un circolo vizioso.
Col rischio di ottenere di fatto proprio l’effetto contrario, ovvero essere tradita o lasciata dal proprio partner perché considerata scontata, oppressiva o eccessivamente presente.
Come superare la sindrome della crocerossina
Guarire dalla sindrome da crocerossina è possibile, ma per farlo è necessario prendere atto del meccanismo disfunzionale alla base della relazione e dei propri reali comportamenti.
Per fare questo può essere utile rivolgersi ad uno specialista così da indagare le cause alla base del disturbo e da individuare il percorso migliore per accrescere la propria autostima e il proprio valore, riconoscendo al tempo stesso anche i propri reali bisogni.
Questa donna, infatti, dovrà imparare a sviluppare una nuova visione dell’amore e delle relazioni, analizzando anche eventuali vissuti abbandonici del passato.
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