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Il Covid-19, le teorie del complotto e l'ombra delle sette. Intervista all'esperta

Cosa succede nella mente di una persona che cede a una teoria complottista? Qualcuno può approfittare del momento di confusione e fragilità che stiamo vivendo? Ne abbiamo parlato con la psicologa Lorita Tinelli, che da anni si occupa di sette e dinamiche manipolative. 

Cosa succede nella mente di una persona che cede a una teoria complottista? Qualcuno può approfittare del momento di confusione e fragilità che stiamo vivendo? Ne abbiamo parlato con la psicologa Lorita Tinelli, che da anni si occupa di sette e dinamiche manipolative. 

Roberto Burioni: «In Italia rischio zero, allarmi non necessari»; «Le cose si mettono male, vi prego state a casa e rispettate le regole»;
Alberto Zangrillo: «Troppi tamponi non aiutano, terrorizzano le persone»;
Massimo Galli: «Trend proccupante, invertire subito la tendenza»;
Matteo Bassetti: «No a messaggi di terrore, il Covid oggi è una malattia più gestibile e curabile nella maggior parte dei casi»; «Qualcuno non ha ancora capito la gravità del fenomeno»;
Ilaria Capua: «Il vaccino non sarà la soluzione, bisogna toglierselo dalla testa»;
Anthony Fauci: «Prime dosi potrebbero arrivare a dicembre»;
Andrea Crisanti: «Vaccino disponibile a dicembre? Mi preoccuperebbe"; «Per uscirne non abbiamo un progetto, solo speranze»; 
Giorgio Palù: «Crisanti? Non è un virologo, è un esperto di zanzare»; «Il 95% dei malati è asintomatico, basta con l'isteria». 

Immagino anche voi facciate fatica a credere che quelle appena riportate siano una piccola parte delle affermazioni fatte negli ultimi complicatissimi mesi da alcuni tra i più importanti virologi e infettivologi italiani e non. Eppure è così. Ciò che turba non è, evidentemente, la sacrosanta difficoltà della scienza ad individuare cause e conseguenze di un virus nuovo, improvviso ed estremamente misterioso. La ricerca ha bisogno di tempo. Ciò che turba è la facilità e apparente sicurezza con cui spesso i medici abbiano espresso ed esprimano pareri scientifici, buttandoli in pasto a milioni di persone, anche in una fase purtroppo ancora così incerta.

Sono ormai mesi che i cittadini italiani, facendo zapping, si trovano sballottati da una teoria all'altra, costretti in un vortice di informazioni e dibattiti accesi e confusionari. C'è chi regge l'urto, addomestica la paura, rimane razionale, rispetta le regole, opta - a volte anche in modo legittimamente critico - per una preventiva prudenza. E poi c'è chi invece l'urto non lo regge, e in alcuni casi si lascia inghiottire da scenari e pensieri inquietanti. In Italia e nel mondo il movimento negazionista sta prendendo sempre più piede: per chi ne fa parte il virus non esiste, è solo una scusa usata dai poteri occulti per raggiungere i loro "perversi piani di dominio".

Abbiamo provato ad approfondire il fenomeno con la psicologa Lorita Tinelli, esperta di sette e dinamiche manipolative, fondatrice del Centro Studi Abusi Psicologici (CeSAP), e consulente dell’Associazione Italiana Vittime delle Sette.

lorita tinelli

Lorita Tinelli, psicologa

Dottoressa, cos'è il complottismo?
«Il complottismo è sempre esistito ed emerge soprattutto nei momenti di crisi, quando la gente non sa come spiegarsi le cose. Alla base c'è una mentalità istintiva, che tende a vedere il male o la negatività degli eventi fuori da sé. In genere il complottista utilizza quello che gli studiosi di neuropsicologia chiamano il "primo cervello", la parte del pensiero quotidiano, quella che non si pone le domande e non sviluppa un tipo di pensiero ragionato e approfondito. Con i social questo modo di procedere si è molto diffuso: leggiamo solo i titoli delle notizie, non andiamo a fondo».

C'è da dire che però spesso i negazionisti accusano i non negazionisti di "non informarsi bene", "di essere manipolati dal giornalismo schiavo". Anzi, è proprio il punto su cui premono di più.
Sì, perché in genere cercano solo le notizie che vanno a confermare la loro ipotesi. Un po' come quando si finisce in una setta: se una persona riceve fuori da essa delle informazioni che contraddicono il suo percorso, andrà a cercarne altre a supporto. Perché una volta che si è convinti di una certa ipotesi, non la si mette in discussione.

Perché avviene questo?
Il problema è che a un certo punto non viene utilizzato il senso critico ma si opta per una ricerca finalizzata a confermare le proprie convinzioni, ovvero si parte da un'idea e si cerca il modo di confermarla. Il contrario di ciò che diceva Karl Popper, secondo il quale la scienza non si basa sulla capacità di confermare un'ipotesi, ma sulla capacità di metterla in discussione cercando, semmai, prove che la contraddicano. Il complottista invece toglie dalla sua testa tutti gli elementi che possono mettere in dubbio le sue idee.

Certo giornalismo non aiuta...
Sì, ci troviamo di fronte a un evento storico particolare, e purtroppo la tv e l'informazione frammentata possono fare male. Gli studiosi vengono invitati in talk show che diventano quasi uno spettacolo, un'opinione. E parlare di argomenti scientifici in luoghi in cui rimbalzano opinioni, magari mescolate a dati e fatti non ben analizzati, crea ancora più confusione in chi vorrebbe capirne di più.

Qual è secondo lei l'approccio giusto per un cittadino?
Non siamo esperti e dovremmo cercare di mettere i piedi per terra. Nessuno di noi può sapere tutto di tutto. Certo possiamo e dobbiamo farci un'opinione ma non abbiamo gli strumenti per entrare nel merito di fatti scientifici e quindi sparare teorie come se fossimo scienziati. Vedo in forte difficoltà chi si sta occupando del problema, comprensibimente: questo lavoro non ha bisogno dell'opinione dei social, tutto questo rumore di fondo può solo peggiorare le cose; dovremmo quindi secondo me rispettare le indicazioni e soprattutto agire con senso di responsabilità.

E invece come dovremmo relazionarci a un complottista?
Non dobbiamo parlare di certi argomenti con lui. Entrare in contatto con una persona che ha già tutte le risposte e cercare di dialogarci è assolutamente inutile: se da una parte c'è la consapevolezza dei propri, umani, limiti, dall'altra questa consapevolezza non c'è. Quindi si perde in partenza.

Può approfondire questo punto?
Una persona che aderisce a un'ideologia totalitaria, nella quale nulla può essere messo in discussione, a volte cerca appositamente di dimostrare quanto sia bravo facendo delle discussioni provocatorie con chi sa benissimo essere dall'altra parte. Perché le non risposte dell'altro o i tentativi di farlo andare oltre una convinzione così "indiscutibile", sono per lui rinforzi al fatto che la sua teoria sia quella giusta. Nel pensiero di un complottista c'è una dicotomia netta, c'è il bianco e c'è il nero, quello che penso io contro quello che pensi tu: non c'è spazio per confronto né tantomeno per contaminazione, che sono invece elementi essenziali in qualunque dibattito. Il complottista sente di aver trovato la verità assoluta e guarda a tutti noi come poveracci.

Le sette stanno beneficiando di questa situazione?
Certo, il momento è molto critico, le persone sono più fragili e si pongono domande sull'avvenire: è più facile credere a tutto. Se in un momento di debolezza si trova dall'altra parte qualcuno che dà risposte rassicuranti, qualcuno che sembra avere una spiegazione alle proprie domande, è facile lasciarsi andare, fidarsi e affidarsi. Oggi reclutare nuove persone è ancora più semplice: il mondo settario si è trasferito online.

Cioè? Cosa accade online?
Gruppi settari di vario genere, religiosi, non religiosi, gruppi di formazione, riescono ad attirare molte più persone tramite i social. Sto seguendo un ragazzo che durante il lockdown è entrato in contatto con un gruppo di pseudoformazione che propone seminari di memorizzazione veloce. Avendo difficoltà con gli studi ha aderito ed è finito in un vortice che l'ha inghiottito: lo hanno convinto che entrare nella loro rete avrebbe significato un miglioramento della sua vita, così ha abbandonando gli studi e si è separato dalla famiglia, considerata "tossica".

Ci sono persone che si uniscono consapevolmente a questi gruppi? Senza "bisogno" di manipolazione?
Sì, ci sono persone che lo fanno perché preferiscono entrare in un mondo più lineare, in grado di dare delle spiegazioni che diano loro serenità. Affidano agli altri la spiegazione delle cose, e la fanno loro, trovando così una sorta di equilibrio.

Lei come ha iniziato a interessarsi alla tematica?
Mi occupo di sette da moltissimi anni. Avevo un amico che aveva aderito a un gruppo fortemente ideologico e aveva cambiato radicalmente la sua vita, il suo linguaggio, il suo comportamento, anche il suo aspetto. Un cambiamento talmente radicale da farmi porre dei quesiti, e lì ho iniziato a studiare e informarmi. Incontrai uno psicologo che lavorava nel Veneto che mi diede a disposizione una serie di documenti. Più tardi sono diventata Consigliere Nazionale presso GRIS - Gruppo di Ricerca e Informazione Socioreligiosa, e poi ho deciso di fondare il CESAP, Centro Studi Abusi PSicologici perché sentivo l'esigenza di un gruppo laico in modo da poter anche analizzare i comportamenti di gruppi all'interno della chiesa cattolica, sui quali ci arrivavano richieste d'aiuto. Ci occupiamo di dare supporto psicologico e giuridico a chi ci chiede aiuto sul fenomeno settario.

La manipolazione delle sette ha dinamiche simili alla manipolazione amorosa?
Sì, c'è chi adopera delle tecniche molto precise, come il love bombing, un bombardamento amoroso che seduce facendo credere a quella persona di essere importantissima, fondamentale. E ciò può avvenire in una relazione a due, come in un gruppo. Una volta raggiunto lo scopo, però, si inizia a chiedere alla vittima sempre di più.

Può raccontarmi qualche storia emblematica in questo senso?
Ci arrivano richieste di genitori con figli che hanno instaurato relazioni tossiche con sacerdoti, maghi, santoni. Creando un rapporto di dipendenza.
La figlia di una persona che ci ha contattato, 22enne con un percorso avviato, è entrata in relazione con un giovane sacerdote il quale, non si sa bene come, l'ha improvvisamente coinvolta in un processo di conversione. La ragazza ha deciso a un tratto di lasciare tutto ed entrare in un ordine religioso di clausura.

Cosa fa pensare che non sia una scelta autonoma?
I genitori sostengono che se fosse stata un'inclinazione naturale l'avrebbero ovviamente accettato, ma il cambiamento della giovane è stato talmente repentino da far pensare che la sua non sia stata una scelta maturata. A conferma di ciò, il fatto che la ragazza scambi costanti messaggi con questo sacerdote chiedendogli cosa fare, come vestirsi, dove andare, come parlare con i genitori, e modifichi i suoi comportamenti sulla base dei feedback. Pare che lui abbia già portato altre 9 giovani ragazze in clausura.

Un'altra famiglia ci ha contattato perché le due figlie hanno iniziato a relazionarsi in modo molto stretto con un prete che si avvale di una veggente. Attraverso riti e preghiere di liberazione le ragazze sono state convinte di essere state dominate dal demonio e che questo demonio attraverso i genitori avrebbe abusato di loro. Ripeto: stiamo parlando di un sacerdote della Chiesa Cattolica e di una veggente.

candele rito

Foto: Olga Yastremska - 123.rf

Come ci si difende da una cosa simile in mancanza di una legge specifica?
Noi abbiamo proposto un disegno di legge sulla manipolazione mentale. In Irlanda negli ultimi anni è stata approvata una legge sull'abuso psicologico in ambito familiare: ovviamente se succede in famiglia può avvenire ovunque. Da anni cerchiamo di sensibilizzare le istituzioni affinché si rendano conto dell'esistenza di un problema.

E come mai non si muove nulla?
Purtroppo le istituzioni sono sorde. Tanti disegni di legge sono stati portati all'attenzione dei politici, ma quasi nessuno è andato avanti. La difficoltà è comprendere la differenza che intercorre tra la libertà religiosa - sacrosanta, e non di nostro interesse -, e le azioni o modalità che invece sono al confine con la legalità. Queste vanno approfondite e le vittime vanno tutelate.

Ad oggi con che accusa si arriva in Tribunale?
Con accusa di truffa o abuso di professione, ma in genere le persone che ne escono sono talmente distrutte da non volerne più sentire parlare. Vogliono tagliare ogni contatto fisico e mentale con il passato.

Ne escono davvero così devastate?
Sì, spesso non hanno più nulla economicamente e sono psicologicamente distrutte, perché dopo aver vissuto lunghi periodi nella "sicurezza" delle loro nuove convinzioni, si trovano a un tratto fuori dal "sogno", davanti alla realtà. Hanno gravi problemi e non sono aiutate da nessuno, se non dalle poche associazioni presenti sul territorio che vanno a sostituirsi allo Stato. Quello italiano, tra l'altro, non ha mai risposto alla raccomandazione del Consiglio Europeo, che ha chiesto agli stati membri di costituire un osservatorio sul fenomeno e attivare politiche preventive, entrando nelle scuole, ad esempio. Dove invece entra il pensiero di Scientology.

Scusi?
Sì, ci sono associazioni che seguono il pensiero e il metodo di Ron Hubbard (fondatore di Scientology, ndr), che fanno prevenzione sul tema droga nelle scuole italiane. Abbiamo avuto un confronto recentemente con un piccolo comune pugliese - uno dei tanti - che aveva ospitato una tavola rotonda durante la quale una di queste associazioni, Dico No alla Droga, avrebbe diffuso volantini ai presenti. Con la lettera che abbiamo inviato al comune - il cui impegno contro la droga è encomiabile - volevamo solo segnalare che si trattava di una associazione che porta avanti il pensiero scientologico, affinché i cittadini venissero informati. Ma non abbiamo ricevuto risposta.

Cosa consiglia a un genitore che vede cambiare improvvisamente suo figlio o sua figlia?
Io di solito consiglio di non alzare mai i toni, di non attaccare i figli, di monitorare il tutto ma anche di rivolgersi a una figura di "controllo". Nel caso del sacerdote è giusto rivolgersi al Vescovo, perché un padre spirituale non può favorire un rapporto di dipendenza e laddove si rende conto che questo avviene, nel rispetto della ragazza o del ragazzo, deve affidarla o affidarlo a un altro. Altrimenti è come se uno psicologo tendesse a sviluppare rapporti di dipendenza per tenere sempre di più con sé un paziente: esattamente il contrario di ciò che dovrebbe fare.

Proviamo a prevenire. Quando le nostre antenne si devono "drizzare"?
Se qualcuno ci dice qualcosa di facile, bello e risolutivo non dobbiamo lasciarci sedurre. Prima di dare il nostro assenso a qualunque cosa, andiamo su internet e facciamo delle ricerche approfondite su quello che ci stanno proponendo e su chi lo sta facendo. Teniamo sempre presente che non esistono soluzioni a taglia unica che ci tolgono dai guai. Dobbiamo usare un pensiero critico: tutto quello che viene semplificato o venduto come sicuro deve metterci in guardia: la vita è complessa e va affrontata con responsabilità e coraggio, non esistono pozioni magiche.

Foto apertura: Elena Gurova - 123.rf