Insieme alle altre ‘Fate’ della nazionale di ginnastica artistica ha trascorso il lockdown a Brescia. Proprio nella zona d’Italia più colpita dal Coronavirus: «Il suono delle ambulanze ci faceva venire brutti pensieri». Ma adesso, tornata ad allenarsi, ha in testa solo Tokyo.
Insieme alle altre ‘Fate’ della nazionale di ginnastica artistica ha trascorso il lockdown a Brescia. Proprio nella zona d’Italia più colpita dal Coronavirus: «Il suono delle ambulanze ci faceva venire brutti pensieri». Ma adesso, tornata ad allenarsi, ha in testa solo Tokyo.Giorgia Villa ha appena 17 anni, ma può già vantare un palmarès eccezionale. In una lista davvero lunga di titoli, dove figurano i tre ori ai Giochi Olimpici Giovanili e gli altrettanti conquistati agli Europei, nonché cinque vittorie agli assoluti italiani, spicca il bronzo ottenuto con la squadra nazionale di ginnastica artistica ai Campionati mondiali di Stoccarda 2019: l’ultima grande competizione internazionale prima dello stop allo sport imposto dal Coronavirus. Nata a Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo, Giorgia ha trascorso il lockdown a Brescia, nella foresteria della società sportiva Brixia, dove vive insieme alle altre ‘Fate’, come vengono chiamate le ragazze della nazionale italiana di ginnastica artistica. Se da una parte la sua vita negli ultimi mesi è cambiata poco, visto che trascorreva già sei giorni su sette all’interno della struttura (e della palestra annessa, il PalAlgeco), dall’altra invece è mutata parecchio. E non solo perché ha dovuto rimandare l’appuntamento con i Giochi Olimpici di Tokyo.
Come vi siete allenate durante il lockdown?
«La palestra è attaccata alla foresteria: apriamo la porta e siamo direttamente nello spogliatoio. Ma non abbiamo potuto utilizzarla. Per fortuna qui c’è tanto spazio all’esterno. Abbiamo corso e fatto preparazione fisica all’aperto».
Quanto vi ha pesato l’isolamento?
«In realtà non molto. Normalmente stiamo già tutta la settimana lontane dai genitori: torniamo a casa solo il sabato pomeriggio e la domenica sera siamo qui di nuovo. Inoltre siamo in 12, dunque la compagnia non è mancata».
Come avete trascorso il tempo?
«La quarantena è passata velocemente: abbiamo cucinato, cosa che tra l’altro adoro, abbiamo fatto una sfilata di moda e anche una caccia al tesoro, abbiamo insomma cercato di occupare più tempo possibile, trovando sempre qualcosa da fare».
Abitate comunque nella zona più colpita dal virus. Siete riuscite a non pensare a quello che stava accadendo fuori?
«Io ho perso due nonni a causa del Coronavirus e non ero a casa quando è successo. Non è stato facile. Inoltre, anche se qua dentro non abbiamo vissuto ciò che succedeva fuori, passavano davvero tantissime ambulanze, che ci facevano venire brutti pensieri».
Che precauzioni adottate durante gli allenamenti?
«Le ‘solite’: mantenere le distanze, igienizzare le mani e le superfici che tocchiamo. Gli allenatori devono inoltre indossare la mascherina. Non è cambiato molto e seguiamo le regole, sia quando ci alleniamo, sia quando usciamo, dunque non abbiamo paura del contagio».
La pandemia ha stravolto la stagione agonistica. Quando potrai tornare a gareggiare?
«A dicembre ci sono gli Europei, che possono ancora regalare la qualificazione alle Olimpiadi. Per il resto non so cosa ci sia in programma…».
I Giochi Olimpici sono stati posticipati al 2021. Che cosa cambia?
«C’è un lato positivo. Abbiamo un anno in più per prepararci, migliorando magari gli esercizi rendendoli più ‘puliti’. Ricevere la notizia che ci sarebbe stato da aspettare un altro anno, dopo tutto il lavoro che avevamo fatto, è stato ovviamente uno choc».
Manca più di un anno, ma con che obiettivo andrete a Tokyo?
«Innanzitutto c’è l’obiettivo personale, che è la qualificazione. A livello di squadra, vorremmo ripetere il risultato del Mondiale, dunque andare a medaglia».
Nel prossimo futuro, oltre alla cancellazione degli eventi, il Coronavirus come cambierà lo sport?
«Cambierà l’atmosfera della gara, perché mancherà il tifo. Le nostre fan ci stanno scrivendo tantissimi messaggi di supporto. Quando potranno tornare sugli spalti, le ragazzine appassionate di ginnastica artistica torneranno a sostenerci anche dal vivo».
E per quanto riguarda un eventuale calo delle iscrizioni ai corsi di ginnastica artistica?
«Alcuni genitori potrebbero essere restii a portare le bambine a fare ginnastica artistica, ma se tutto sarà sanificato a dovere non avranno nulla da temere. Anzi, torniamo presto in palestra, che è anche una bella valvola di sfogo!».
Foto apertura: @SimoneFerraro