Capua, la città dei gladiatori
Capua, la città dei gladiatoriIl famoso Cicerone ribattezzò quella che è oggi Santa Maria Capua Vetere, in Campania, come la ‘seconda Roma’: più di duemila anni fa la città era una vera e propria metropoli tra le più grandi del mondo antico.
Il centro, in provincia di Caserta, fu fondato dagli Etruschi nell’800 a.C. con il nome di Capua su un sito abitato e frequentato sin dalla preistoria. Resti di capanne e ricchi corredi tombali ci mostrano come il territorio fosse occupato sin dall’età del Ferro. Passò in seguito sotto il dominio romano, che lo rese uno dei centri più grandi al mondo. Capua si trovava, infatti, sulla via Appia, strada che collegava Roma a Brindisi.
Del periodo Etrusco restano solo alcuni corredi funerari e una fornace utilizzata per la produzione di oggetti fittili e di ceramica. L’antico abitato, circondato da mura, è tipicamente romano, organizzato seguendo uno schema geometrico con le strade che si incrociano ad angolo retto. I resti della città appartengono alla zona residenziale, ai quartieri artigianali, dove venivano prodotti ceramiche e oggetti in bronzo, ma anche a domus e a edifici pubblici.
Tra questi il più significativo è l’Anfiteatro campano costruito tra il I e il II secolo d.C., tra i più grandi del periodo romano e secondo solo al Colosseo. L’edificio è costruito su una platea di blocchi di calcare locale, delimitata da pilatri quadrangolari. L’arena si presenta oggi con la rete dei sottopassaggi a vista.
Secondo alcune fonti è proprio da qui che iniziò la rivolta dei gladiatori guidati da Spartaco. Nei pressi dell’anfiteatro sorge il Museo dei Gladiatori, che si compone di tre stanze. Nella prima sono conservate diverse iscrizioni dedicate agli imperatori Adriano e Antonino Pio, e un plastico della struttura originaria dell’edificio. Nella seconda stanza sono raccolti alcuni bassorilievi che probabilmente dovevano decorare le pareti dell’edificio, raffiguranti scene di combattimento, figure divine, quali una testa di Minerva, e altri personaggi mitici. Qui possiamo vedere una ricostruzione che riproduce alcuni scalini della cavea. L’ultima stanza ospita una rappresentazione meccanica di un combattimento tra gladiatori e animali feroci.
Nel fondo Patturelli, in località Petrara, sono stati scoperti alcuni resti appartenenti al periodo sannitico e un santuario con iscrizioni osche. I reperti più interessanti sono le famose Matres Matutae: statuette raffiguranti figure femminili sedute con uno o più bambini in fasce tra le braccia, in alcuni casi sono addirittura dodici. Probabilmente si trattava di un voto di maternità che le donne della zona offrivano alla divinità, preposta ad assicurare e a garantire la regolarità del ciclo della fertilità nei campi e nel gruppo sociale. La divinità è stata identificata in una di queste statue un po’ diversa dalle altre, raffigurata con una colomba da un lato e un melograno dall’altro. Le Matres Matutae, rinvenute per la prima volta nel 1845, sono conservate nel museo locale.
Un altro edificio d’interesse è il Mitreo del II secolo a.C., santuario dedicato al culto del dio persiano Mitra; questo è rappresentato sulla parete del tempio mentre sta uccidendo un toro al cospetto di Cautes e Cautopates.
Della zona residenziale si conserva anche il criptoportico, in realtà una parte di un edificio più grande situato nella zona del foro di Adriano, all’uscita della città verso ovest.
Se si procede in direzione est, quindi seguendo la via Appia, si trovano il castellum aquae e due monumenti funerari: le Carceri Vecchie - del I secolo a.C. a pianta circolare dalla facciata esterna articolata in nicchie e semicolonne, che si pensa servisse come carcere per i gladiatori - e la Conocchia, edificio del I secolo d.C. che ingloba la camera sepolcrale.
A Santa Maria Capua Vetere è possibile visitare il Museo Archeologico dell’Antica Capua: i reperti sono presentati in ordine cronologico, corredati da pannelli esplicativi e didascalie per favorire la fruizione. Il percorso inizia con i ritrovamenti preistorici risalenti all’età del Bronzo e del Ferro; vengono poi esposti gli oggetti Etruschi e Greci, tutti trovati durante gli scavi compiuti nel territorio circostante, lasciando spazio sia al materiale prodotto localmente, quali vasi, bronzi, armi, gioielli e statuette votive, sia a elementi di importazione quali coppe ioniche e vasi attici. In una delle stanze è ricostruita una tomba a camera con rappresentazioni in dimensioni reali.