Con il referendum di fine 2016 sul ddl Boschi, potrebbe tramontare il bicameralismo perfetto su cui si basa la nostra Costituzione: ecco cosa cambierà.
Con il referendum di fine 2016 sul ddl Boschi, potrebbe tramontare il bicameralismo perfetto su cui si basa la nostra Costituzione: ecco cosa cambierà.Attualmente, in Italia vige il sistema del bicameralismo perfetto, il procedimento legislativo che assegna identici poteri alle due camere del Parlamento.
La Camera dei deputati e il Senato della Repubblica hanno uguali funzioni: i disegni di legge vengono discussi e approvati da uno dei due rami del parlamento e poi passano all'altro ramo che può approvarli definitivamente senza però modificare nulla.
Questo sistema è stato scelto dai costituenti dopo l’esperienza del fascismo e della Seconda Guerra Mondiale come garanzia di un più sicuro funzionamento democratico dell'iter legislativo.
Ma, nel marzo 2014, il governo Renzi ha presentato un disegno di legge costituzionale (ddl Boschi) per trasformare il Senato in un'assemblea non elettiva che rappresenti le istituzioni regionali e territoriali, con poteri differenti rispetto alla Camera dei deputati
Con il ddl Boschi non si prevede più che il Senato abbia funzioni speculari alla Camera, bensì funzioni consultrici e pieni poteri solo in determinati ambiti come nel caso di leggi costituzionali, di trattati europei ed internazionali e di elezione di giudici costituzionali e del Presidente della Repubblica.
Poiché il ddl Boschi non è stato approvato dai due terzi dei componenti di Camera e Senato, la riforma sarà sottoposta al giudizio del popolo a fine 2016 attraverso un referendum.
Se vincerà il “sì”, tramonterà il bicameralismo perfetto e si verificheranno importanti cambiamenti, ecco i principali:
- La Camera sarà l'unica assemblea a votare la fiducia al governo e sarà ancora costituita da 630 deputati eletti a suffragio universale.
- Il numero dei senatori passa da 315 a 100: 74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 senatori nominati dal capo dello Stato per 7 anni.
- La competenza legislativa del Senato riguarderà solo riforme costituzionali e leggi costituzionali. Il Senato potrà chiedere di modificare le leggi ordinarie alla Camera che però non è tenuta a seguire la richiesta.
- I 95 senatori saranno eletti in base al peso demografico delle Regioni: i Consigli regionali eleggono i senatori con metodo proporzionale e per ogni Regione un senatore dovrà essere un sindaco.
- I cittadini, quando eleggono i Consigli Regionali, dovranno indicare i consiglieri che diventeranno senatori.
- I nuovi senatori avranno le stesse tutele dei deputati: saranno sottoposti a immunità e non potranno essere arrestati o subire intercettazioni senza l'autorizzazione del Senato.
- Il Presidente della Repubblica sarà eletto da 630 deputati e da 100 senatori.
- Dei 15 giudici Costituzionali 5 saranno eletti dal Parlamento: 3 dalla Camera e 2 dal Senato.
- Per indire un referendum serviranno 800mila firme raccolte anziché 500mila e verrà introdotto un quorum minore: perché il referendum sia valido dovranno votare la metà degli elettori delle ultime elezioni politiche e non più la metà degli iscritti alle liste elettorali.
- Le firme necessarie per presentare un ddl di iniziativa popolare salgono da 50mila a 150mila.
- Vengono cancellate le Province dalla Costituzione: è un atto necessario per la loro abrogazione definitiva.
- Il CNEL Consiglio nazionale economia e Lavoro, organo costituzionale secondo la Carta del 1948 viene abrogato.
Inoltre con la nuova Costituzione, all'articolo 72, viene introdotto il “voto a data certa”: viene consentito cioè al governo di richiedere una via preferenziale per l'approvazione di un disegno di legge ritenuto essenziale per attuare il programma di governo. La Camera vota entro 5 giorni sulla richiesta del governo e, se la accoglie, è tenuto a discutere e votare entro 70 giorni, rinviabili al massimo di 15 giorni.
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