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Fake news: le bufale più famose della storia

Dalla finta morte di Napoleone alla celeberrima guerra dei mondi di Orson Welles, passando per le fate di Cottingley, ecco le notizie false che hanno fatto epoca.

Dalla finta morte di Napoleone alla celeberrima guerra dei mondi di Orson Welles, passando per le fate di Cottingley, ecco le notizie false che hanno fatto epoca.

Coronavirus e fake news: la pandemia di Covid-19 ha provocato enormi disagi, tra cui la nascita di una grande quantità di bufale, vera e propria manna per complottisti e negazionisti di ogni sorta, che le hanno condivise sui social network favorendone la diffusione. Bufale italiane e straniere sul vaccino Covid-19, notizie giornalistiche prese chissà dove, fake news recenti oppure vecchie riciclate: se sappiamo come riconoscere le fake news, è sempre bene evitarle.

Le bufale più famose della storia

Tuttavia, le notizie false per gli scopi più disparati non sono un fenomeno recente, legato ai social network o alla figura di Donald Trump. Ecco le bufale più famose.

fake news

Foto: Roman Samborskyi - 123.rf

Franklin e la bufala del carico di scalpi

Padre fondatore degli Stati Uniti, nel 1782 Benjamin Franklin è ambasciatore in Francia, dove stampa una falsa edizione dell’Independent Chronicle di Boston: il giornale annuncia il ritrovamento di un carico di 700 scalpi, macabro trofeo inviato dai nativi americani Seneca alla Corona, come segno di fedeltà. L’obiettivo di Franklin, che sta lavorando al trattato di pace di Parigi, è ottenere risarcimenti dal Regno Unito e, mostrando la crudeltà degli indiani d’America, inculcare nel pubblico britannico le ragioni dell’indipendenza. La notizia non suscita reazioni a Londra, ma viene invece ristampata dozzine di volte negli Stati Uniti, finendo per unire ulteriormente le ex-colonie contro la minaccia dei “selvaggi” pellerossa. La bufala sarà riconosciuta come tale solo nel 1854: troppo tardi.

La finta morte di Napoleone

In un fredda serata di febbraio del 1814 un uomo vestito da ufficiale entra in una locanda di Dover, si presenta come il colonnello du Bourg e annuncia la morte di Bonaparte, ucciso dai cosacchi, nonché il ritorno al potere dei Borboni. Finalmente, le guerre napoleoniche sono finite. La notizia arriva rapidamente a Londra: all’apertura della Borsa, piccoli e grandi azionisti si precipitano a investire sui titoli governativi, che hanno un picco vertiginoso. Nel pomeriggio la bolla esplode: macché morto, Napoleone è vivo e vegeto. Nel frattempo, però, sei persone hanno venduto azioni di stato per più di un milione di sterline. Tra loro anche l’ammiraglio Thomas Cochrane, parlamentare ed eroe di guerra, visto in compagnia di Charles Random de Berenger, ovvero l’impostore il finto colonnello du Bourg. Incriminati e condannati, i cospiratori finiscono in prigione.

La grande burla della luna

Il complotto lunare? Non risale al 1969, ma al 1835. È il 25 agosto quando il The Sun di New York inizia a pubblicare una serie di articoli sulla scoperta della vita sulla Luna. E che vita: il satellite della Terra, spiega il quotidiano, è abitato da esseri umanoidi dotati di ali, “uomini pipistrello” presto ribattezzati in gergo pseudo scientifico vespertilio homo. Non solo. Sulla Luna ci sono anche vaste foreste, mari, piramidi di quarzo, mandrie di bisonti, enormi creature anfibie e persino unicorni blu. L’eccezionale scoperta viene attribuita al noto astronomo John Herschel, che però in realtà non c’entra niente. L’autore degli articoli è infatti il redattore Richard Adams Locke, che ha tentato di aumentare le vendite con un po’ di satira sulle stravaganti teorie astronomiche dell’epoca. Clamorosa fake news quella della vita umana presente sulla Luna, ma gli articoli suscitano tale scalpore da essere tradotti in varie lingue e pubblicati all’estero (Italia compresa).

Le fate di Cottingley

Novembre 1920, Inghilterra. Sir Arthur Conan Doyle, che sta scrivendo un articolo sulle fate per Strand Magazine, si imbatte nella prova inconfutabile della loro esistenza. Si tratta di tre fotografie scattate qualche anno prima da Elsie Wright e Frances Griffiths, due cugine di Cottingley ritratte mentre giocano con questi essere magici, tipici del folklore britannico. Conan Doyle, affascinato dal paranormale, si precipita nel West Yorkshire e poco dopo sullo Strand esce l’articolo «Fate fotografate - un evento epocale». Per il “papà” di Sherlock Holmes non ci sono dubbi: gli scatti sono autentici, perché le due ragazzini (all’epoca 16 e 10 anni) non sarebbero state capaci di architettare trucchi sofisticati. In realtà si tratta proprio di uno scherzo, pensato dalle cugine per i loro genitori, sfuggito decisamente di mano. Lo Strand va a ruba in pochi giorni, provocando una reazione fortissima nell’opinione pubblica e critiche da altri giornali. Le fate esistono davvero o si tratta di falsi? Proprio quando il caso si sta sgonfiando, nella primavera del 1921 Elsie e Frances producono altre foto, che infiammano di nuovo il dibattito, destinato a durare per anni. Solo nel 1983 le due ormai anziane cugine, pur continuando a sostenere che davvero erano in grado di percepire presenze soprannaturali nei boschi di Cottingley, racconteranno di aver “creato” le fate con cartoncini, ritagli di giornale e spilli.

La guerra dei mondi

Seppur involontaria, si tratta della fake news più famosa di sempre. È il 30 ottobre 1938, siamo negli Stati Uniti e il 23enne Orson Welles sta conducendo sulla CBS la trasmissione radiofonica Mercury Theatre on the Air, che ogni settimana propone sceneggiati tratti da celebri romanzi. Quella sera tocca a War of the Worlds, romanzo di fantascienza di Herbert George Wells: l'adattamento simula un notiziario speciale che interrompe gli altri programmi del palinsesto per fornire aggiornamenti sull'atterraggio di astronavi extraterrestri a Grovers Mill, nel New Jersey. Molti radioascoltatori, malgrado gli avvisi trasmessi prima e dopo il programma, credono che sia tutto vero e vanno nel panico. Per Welles è un enorme ritorno pubblicitario, al punto che la RKO gli offre un contratto per la realizzazione di tre film a Hollywood (il primo sarà Quarto Potere).

Coronavirus e fake news

La pandemia di Coronavirus è stata spesso paragonata all’influenza spagnola, che fra il 1918 e il 1920 uccise decine di milioni di persone nel mondo. Tra i punti in comune c’è sicuramente l’abbondanza di bufale: se all’epoca in tanti credettero alla bizzarra teoria che fumare molto o bere vino rosso (a proposito, ecco alcune fake news sugli alimenti) potesse contenere il virus, oggi c’è chi ritiene che la tecnologia 5G sia collegata al Covid-19. E lo condivide sui social, diffondendo non il virus bensì notizie false. Altre fake news? Il risciacquo regolare del naso con soluzione salina può aiutare a prevenire l'infezione: falso. In alternativa, è utile mangiare aglio. Falso, anche questo. I bambini non rischiano di essere contagiati dal Coronavirus, falsissimo. Il Covid-19 è stato creato in laboratorio e volutamente diffuso dai militari cinesi, oppure dagli Stati Uniti di Trump: falso, a meno di novità nel futuro. Ma soprattutto, tra le fake news recenti è girata anche questa: bere candeggina impedisce di essere infettati. Una bufala, nel caso ci fosse bisogno di scriverlo.

Foto apertura: lightfieldstudios -123.rf