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Metodo Bortolato per imparare la matematica e l'italiano con facilità

Imparare la matematica, le divisioni e le tabelline non con conti e numeri, ma con mente e occhi: ecco i fondamenti del metodo Bortolato.

Imparare la matematica, le divisioni e le tabelline non con conti e numeri, ma con mente e occhi: ecco i fondamenti del metodo Bortolato.

Hai mai sentito parlare del Metodo Bortolato? Viene utilizzato soprattutto nella scuola primaria per aiutare i bambini in materie come l'italiano e la matematica. L'insegnamento di queste materie si basa sul concetto di analogia, cosa che permette ai piccoli di imparare molto velocemente, e soprattutto con estrema naturalezza. Cerchiamo di capire di più su questa tipologia di didattica, chiamata anche didattica dell'analogia
 

Cos'è il Metodo Bortolato (o analogico)? 

Il Metodo Bortolato per la matematica è stato ideato dal maestro Camillo Bortolato, un pedagogista veneto che una ventina di anni fa ha messo a punto una modalità diversa da quella convenzionale per insegnare la matematica ai bambini, una materia spesso ostica e poco amata. Per avvicinarla ai più piccoli, Bortolato ha fondato il suo metodo di insegnamento non solo sui numeri nudi e crudi, ma soprattutto sulle analogie e gli oggetti per contare.

Il concetto di analogia 

Come spiega lo stesso docente, «è il modo più naturale di apprendere mediante metafore e analogie, come fanno i bambini che, nella loro genialità imparano a giocare, a parlare o usare il computer ancor prima degli adulti». Il concetto di analogia si basa infatti su un’analogia mentale che sostituisce il mero calcolo matematico con i numeri: il numero 100 è, per esempio, un armadio pieno di peluche, il 1000 è una casa in cui ci sono dieci armadi.

Il metodo analogico è un metodo che si basa di fatto sull’intuito e la capacità di osservazione dei bambini, messi al centro del processo di apprendimento e supportati da strumenti specifici come la Linea del 20, La linea del 100 o la tastiera di lettura. Per quanto riguarda la matematica c'è quini un calcolo mentale, che però è basato su quello che i bambini vedono: non è matematica nuda e pura (e quindi astratta), ma percezione e linguaggio: vedere dieci pere, spiega Bortolato, è di fatto contare, e non ha niente a che vedere con lo scrivere il numero ma con l’osservare.

“I bambini che hanno successo non pensano per nulla alla matematica - spiega Bortolato - Anzi agiscono come se i numeri non esistessero. Liberi da preoccupazioni di correttezza disciplinare pensano alle quantità”. Se i bambini non imparano le tabelline, spiega ancora Bortolato, è perché hanno la mente troppo occupata: “È un enorme sforzo che equivale ad andare a fare una spesa di 100 prodotti avendo tutta la lista in mente”.

Matematica, divisioni e tabelline

Come detto, per Bortolato molti bambini non imparano le tabelline perché impararle a memoria richiede un enorme sforzo. Per il pedagogista, quindi, se il calcolo è mentale e non vincolato a numeri ed equazioni da apprendere, diventa un gioco e quindi un automatismo, un’elaborazione mentale che equivale all’elaborazione delle immagini. I numeri scritti, in quest’ottica, sono soltanto etichette che poco hanno a che vedere con la realtà effettiva: nessuna logica e nessuna astrazione nel calcolo, ma applicazione pratica di ciò che si vede e strategie per dare a ciò che si vede un significato.

Vedere, insomma, supera il contare, e l’esempio più immediato e calzante è quello delle mani: tot dita corrispondono a un numero, un’intuizione che arriva senza contare. Bortolato porta come esempio i computer, che i bambini adorano e che sembrano così svelti a comprendere.

“La rivoluzione è proprio quella di nascondere questa sostanza interna tutta circuiti e logica. Lo schermo si riempie di icone che sono il ripristino delle emozioni al posto di formulazioni concettuali. Tutto questo è il "metodo analogico" che perseguo anch’io facendo scomparire nella matematica le cifre, le formule, e le riflessioni anticipate. Si impara subito, “ al volo”, per riconoscimento, avendo l’accortezza di mettere le informazioni nel loro posto, in cartelle, in armadi, in librerie, ecc. Nessuno apprezzerebbe più stringhe interminabili di algoritmi senza posto e senza volto".

metodo bortolato

Foto: dolgachov - 123.rf

Medoto analogico per l'insegnamento dell'italiano

Così come alla matematica, il metodo analogico può essere applicato anche all’insegnamento dell’italiano, utilizzando lo stesso concetto del vedere che, dando un significato a un oggetto, favorisce l'apprendimento.

L'insegnamento dell'italiano, quindi, non avviene in un'unica modalità: non è né globale né analitico, né sillabico o fono-sillabico, ma tutto insieme, variando sia da parola a parola che all’interno della stessa parola. Addirittura evolve man mano che si reincontra la stessa parola.

“Questa proposta applica il metodo analogico all’apprendimento della lettura e della scrittura e nasce proprio dall’esigenza di alleggerire il peso della scuola per i bambini, i genitori e gli insegnanti. Estende all’italiano gli stessi principi di essenzialità perseguiti in matematica e il ricorso a strumenti di apprendimento validi e significativi per tutti i bambini”, spiega Bortolato, che ha messo a punto un cofanetto dedicato all’apprendimento dell’italiano e che contiene strumenti e libri impostati sul suo metodo. 

Foto apertura: Seethong - 123.rf