Khulile Vilakazi-Ofosu e Caroline Hlahla, fondatrici di un marchio specializzato in extension, hanno firmato la collezione "Sibahle" per spingere le bambine ad abbracciare la loro bellezza naturale.
Khulile Vilakazi-Ofosu e Caroline Hlahla, fondatrici di un marchio specializzato in extension, hanno firmato la collezione "Sibahle" per spingere le bambine ad abbracciare la loro bellezza naturale.Usare un gioco - nello specifico uno dei più amati, le bambole - per spingere le bambine a credere di più in loro stesse, e aiutarle a trovare il loro “posto nel mondo”: l’idea è di due designer e amiche, Khulile Vilakazi-Ofosu e Caroline Hlahla, fondatrici di un marchio specializzato in prodotti per capelli ed extension del tutto naturali che rispecchiano le tipologie di capelli delle donne africane.
Proprio lo stretto legame esistente tra acconciatura e identità ha spinto le due donne a unire le forze per creare una bambola che incoraggiasse le bimbe africane ad abbracciare, accettare e valorizzare la loro bellezza naturale. A dare loro l’idea, il fatto che la figlia di Khulile, a soli 3 anni, desiderasse “capelli biondi e fluenti”, così diversi dalla sua naturale criniera di ricci neri: una dimostrazione, per le due imprenditrici, dell’assenza di bambole nere con i capelli afro sul mercato dei giocattoli, e della necessità di riempire questa lacuna.
È così nata la collazione di bambole “The Sibahle Collection”, rappresentativa dei bambini di origini africane e caraibiche, della loro identità e del loro patrimonio culturale: «Queste bambole sono pensate per mostrare ai bambini la bellezza della loro pelle», spiegano le due designer, ricordando che “Sibahle”, in lingua zulu, significa proprio “Siamo bellissimi”.
Le bambole, disponibili in diverse versioni, hanno caratteristiche fisiche che rispecchiano in tutto e per tutto i bambini di origini africane e caraibiche: la prima è stata ribattezzata “Nobuhle”, che significa “rappresentativa della bellezza”. I capelli sono la sua caratteristica distinta, una chioma che i bambini possono lavare, acconciare e curare proprio come se fossero loro e che va a comprare il vuoto rappresentato dalle bambole occidentali semplicemente dipinte di nero e prove dei capelli crespi tipici della popolazione africana.
La bambola, e poi l’intera collezione, è stata prodotta in collaborazione con due giovani stiliste del Sud Africa: una ha un atelier nel garage di casa, l’altra è una madre casalinga che cuce sul tavolo da pranzo mentre il bimbo gioca sl pavimento. Adesso entrmabe hanno uno stipendio regolare, e la produzione di bambole è servita anche a creare nuovi posti di lavoro: “Abbiamo deciso di creare questa collezione perché vogliamo che i nostri figli sappiano che sono belli così come sono - hanno spiegato Caroline e Khulile - Speriamo che i capelli della bambola insegnino ai nostri figli come prendersi cura dei loro capelli naturali, ad amarli e ad amare anche la pelle che indossano”.