Non potremo uscire a festeggiare, ma possiamo ricreare in casa l'atmosfera giusta e, perché no, imparare qualcosa di nuovo.
Non potremo uscire a festeggiare, ma possiamo ricreare in casa l'atmosfera giusta e, perché no, imparare qualcosa di nuovo.Il 31 ottobre, Coronavirus o no, torna Halloween. Nella notte più spaventosa dell'anno i bambini tirano fuori dall'armadio i travestimenti più terrificanti e partono a caccia di caramelle e dolcetti. Quando non li trovano, si scatenano in terribili scherzetti. In Inglese si direbbe appunto trick or treats.
I termini inglesi da conoscere assolutamente nella notte più spaventosa dell'anno
Quest'anno, tra coprifuoco e lockdown mascherati, forse non sarà possibile girare per le case del quartiere, nemmeno indossando la mascherina. Tuttavia nessuno ci vieta di organizzare una festa di Halloween homemade con dolci, maschere spaventose e il giusto vocabolario per calarci completamente nella festa tanto cara ad inglesi e americani. Cambridge Assessment English ha messo a punto un piccolo dizionario legato alla festa più spaventosa dell’anno. Eccolo qui.
Halloween
Foto: choreograph-123RF
Iniziamo proprio da il termine deriva dalla parola scozzese Allhallow-even (o Hallow-e’en), ossia Eve of All Saints, la Vigilia di Ognissanti. Le radici di questa festa sono antichissime: le tribù celtiche celebravano la fine dell’estate e, credendo che in questa notte di ottobre gli spiriti tornassero sulla terra, si travestivano per nascondersi e spaventarli. Si inizia a parlare di Halloween nella seconda metà del 1700, quando la celebrazione viene ripresa dalla tradizione cristiana, che dedicò il 1 novembre a Tutti i Santi.
Trick-or-treat
Foto: choreograph-123RF
L'attività più diffusa nella notte di Halloween è quella di girare casa per casa, bussando e urlando «trick-or-treat?!». Queste tre parole non significano altro se non «dolcetto o scherzetto». L’origine di questa tradizione è antichissima e sembra risalire al Medioevo, quando, nella notte di Ognissanti, i mendicanti erano soliti bussare alle porte delle case e chiedere del cibo in cambio di una preghiera. Chi si rifiutava di offrire loro aiuto, otteneva una maledizione o l’augurio di cattiva sorte.
Candy corn
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Se non ci si vuole attirare scherzi o maledizioni, il consiglio è quello di elargire dolcetti di Halloween a piane mani. I più famosi e più apprezzati nella notte delle streghe sono le candy corn, caramelle americane a base di zucchero e miele, modellate per assomigliare a un chicco di mais (che in inglese si chiama corn).
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Tipici degli Stati Uniti e del Canada, questi dolciumi nacquero alla fine del Ottocento a Philadelphia e oggi sono un vero must, nonché uno dei simboli di questa festa. Nei bottini di Halloween e nelle candy bag dei bambini d’oltreoceano non possono mancare.
Jack-O’-Lantern
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Non c'è notte di Halloween senza zucche, ma soprattutto senza le famosissime Jack-O’-Lantern. Si tratta di zucche intagliate (in inglese, carved pumpkins) e mutuano il loro nome da una spaventosa leggenda irlandese. Si narra che un uomo di nome Jack, avendo ingannato il diavolo in vita, venne cacciato dall’inferno dopo la sua morte. Da allora la sua anima è condannata a vagare senza meta con in mano solo una rapa usata a mo’ di lanterna grazie a un tizzone ardente posizionato al suo interno. Come si è arrivati a usare la zucca al posto della rapa? Semplice! Quando gli irlandesi migrarono negli Stati Uniti, questo ortaggio era molto più diffuso.
Spooky
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Il termine spooky, che in italiano si può tradurre con “spettrale”, “spaventoso” o “inquietante”, è l’aggettivo che meglio descrive la notte di Halloween. La parola deriva dall’olandese spook, che significa “spettro” o “apparizione”. Fa la sua prima comparsa nel vocabolario inglese attorno al Diciannovesimo secolo. Da allora è diventata un amato sinonimo.
Ghost
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Questa la conosciamo un po' tutti, grazie anche allo strabiliante successo del film con Demi Moore e Patrick Swayze. La parola ghost (“fantasma”) affonda le sue radici nelle antiche lingue germaniche occidentali, dove il termine gaistaz, dalla quale nasce, indicava gli spiriti o, più in generale, gli esseri soprannaturali. Da quella radice il sostantivo si è poi diffuso in molte altre lingue europee (in olandese oggi è geest, per esempio), comparendo nella forma inglese attuale intorno al Seicento.