La storia e l'esperienza di Camilla Vivian, mamma di tre figli, uno dei quali «vorrebbe essere anche una bambina». Il consiglio è di non spaventarsi davanti a qualcosa che è semplicemete diverso.
La storia e l'esperienza di Camilla Vivian, mamma di tre figli, uno dei quali «vorrebbe essere anche una bambina». Il consiglio è di non spaventarsi davanti a qualcosa che è semplicemete diverso.Prima i sorrisi interdetti, poi l’incredulità, nei casi peggiori le accuse o le prese in giro. Essere genitori di un bambino gender fluid, un bambino, cioè, con un’identità di genere che non corrisponde al sesso di appartenenza, o che comunque non ha ancora un’identità di genere definita, è una sfida doppiamente difficile, anche in un’epoca in cui si inizia a parlare di “gender variant” e di “bagni gender neutral”, perché oltre ad aiutare il bambino a trovare la sua dimensione bisogna anche tutelarlo dai giudizi esterni.
Ad aiutare mamme e papà che si ritrovano ad affrontare questo tipo di situazioni ha pensato Camilla Vivian, fiorentina, mamma di tre figli. Giovanni, il secondogenito, ama le magliette rosa e i glitter, e di fatto «vorrebbe essere anche una bambina». E della sua esperienza Camilla ha voluto parlare in un blog, “Mio figlio in rosa”, nato per condividere «la nostra normalità e allo stesso tempo passare ad altri le informazioni che a me sono state e sono utili per stare vicina ai miei figli».
Camilla, nel blog, racconta che dopo lo spaesamento iniziale l’intero nucleo familiare ha «accettato fin da subito Giovanni per quello che è, perché nessuno di noi ci ha mai visto nulla di male, io, da madre, notando la costanza, la forza e la determinazione delle sue idee, ho iniziato a domandarmi se i suoi gusti potessero nascondere qualcosa di più. Così negli anni, leggendo e studiando e confrontandomi con famiglie all’estero, sono entrata nel mondo della fluidità di genere, della disforia di genere, della transessualità, del queer, di ogni sfaccettatura dell’identità di genere. Un mondo, in Italia, in gran parte sconosciuto e molto ostacolato. Riconosciuto quasi come selvaggio e diabolico».
Il consiglio di una mamma, quindi, è quello di accettare i propri figli così come sono, incoraggiandoli a esprimere loro stessi, e di non spaventarsi davanti a qualcosa che può apparire sbagliato soltanto perché sconosciuto, o diverso.
«Bisogna capire che la normalità non esiste e che la diversità, intesa come varietà, è la vera ricchezza del genere umano - conclude Camilla - Spero che la nostra storia possa aiutare qualcuno e spero che le informazioni passate possano aiutare a fare un po’ di chiarezza. E spero di conoscere tanti, fantastici bambini/e come mio figlio in rosa».
Ecco alcuni esempi di nomi di bambini gender fluid, che vanno bene sia per maschietti che femminucce.