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Cos’è la diastasi addominale: sintomi e rimedi

Alcuni studi dimostrano che di diastasi addominale soffre il 30% delle donne in gravidanza: scopriamo qualcosa in più su questa patologia.
 

Alcuni studi dimostrano che di diastasi addominale soffre il 30% delle donne in gravidanza: scopriamo qualcosa in più su questa patologia.
 

La diastasi addominale, o diastasi dei retti addominali o prolasso addominale, è una patologia ancora poco conosciuta di cui, secondo l’Associazione Diastasi Italia Odv, soffre circa il 30% delle donne dopo la gravidanza. Si tratta di un problema che può impattare la salute mentale della donna dopo la gravidanza per le sue conseguenze (anche) estetiche.

Che cos’è la diastasi addominale? 

La diastasi addominale si verifica quando le due parti del muscolo retto addominali si separano, allontanandosi dalla linea mediana, che si sfibra e si allunga. La conseguenza è che gli organi interni, come lo stomaco, non vengono più contenuti e spingono verso l’esterno, facendo sporgere l’addome. Dal tessuto ormai sfibrato e cedevole inoltre si possono formare ernie, come quella ombelicale.

Nella maggioranza dei casi la diastasi addominale è dovuta a un’eccessiva estensione dell’addome, il che fa delle donne in gravidanza le persone più colpite a causa della pressione dell’utero sulla parete addominale. In questo caso si parla di diastasi fisiologica, perché si riassorbe naturalmente dopo il parto, nel giro di 4 o 5 mesi. Qualora questo non accada, si potrebbe essere in presenza di diastasi patologica.

I sintomi

Riconoscere la diastasi addominale non è complesso, soprattuto perché i problemi che porta con sé non sono soltanto estetici - la pancia sporgente e un vero e proprio buco tra le due zone addominali - ma anche fisici. La separazione delle due fasce può infatti provocare dolori addominali e alla schiena, lombalgie, nausea, problemi posturali, incontinenza e a volte anche difficoltà respiratorie e di digestione, oltre a causare le già citate ernie.

Come si cura la diastasi addominale

Come accennato, nel post-gravidanza, la diastasi addominale è una condizione fisiologia che rientra naturalmente nel giro di qualche mese. Tuttavia, nei casi in cui la divisione dei retti al tatto risulti superiore a 2-3 dita si può essere in presenza di diastasi patologica; in questo specidico caso è importante sottoporsi a un esame diagnostico specifico per valutare la situazione. In generale, è bene rivolgersi sempre a un esperto anche per capire che tipo di esercizi fare per ridurre la diastasi e non peggiorare ulteriormente la situazione. Lo specialista più indicato per diagnosticare e trattare la diastasi addominale è il chirurgo plastico, che può valutarne l’entità e suggerire i modi migliori per curarla.

Gli esercizi

Come già detto, è sempre meglio evitare il fai da te. Ci si può rivolgere quindi a un fisioterapista con cui stilare un piano di allenamento volto a ridurre la diastasi: esistono infatti alcuni esercizi che, in linea generale, risultao effficaci nel rinforzare la parete addominale facendo rientrare l'addome e contribuendo a risolvere, almeno in parte, tutti i disturbi che questo problema porta con sé.

L'intervento chirurgico

Se la diastasi addominale ha raggiunto uno stadio molto avanzato e gli esercizi risultano inutili, la strada migliore per risolvere il problema è quella chirurgica. In questo caso l'intervento che solitamente la paziente deve affrontare è quello dell'addominoplastica, necessaria per ricostruire la parete addominale e chiudere così la distanza tra le due fasce muscolari.

Foto apertura:  Immagine Freepik