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Monica Vitti, idolo contemporaneo

Perché la sua comicità ci strega ancora? Perché la sua bellezza è più potente ora che in passato? Cristina Borsatti, autrice di un saggio dedicato all'attrice, ci svela perché Vitti può diventare un modello per le giovani donne.

Perché la sua comicità ci strega ancora? Perché la sua bellezza è più potente ora che in passato? Cristina Borsatti, autrice di un saggio dedicato all'attrice, ci svela perché Vitti può diventare un modello per le giovani donne.

Il 2 febbraio 2022, con una precisione numerologica altamente professionale, si è spenta Monica Vitti. I telegiornali hanno mandato in loop immagini di lei in diversi ruoli, ora drammatici, ora comici e ironici. Ora cinematografici, ora televisivi. Al momento dei funerali, hanno dato spazio alle folle che si sono accalcate per l'ultimo saluto, tra cui tanti giovani. Cristina Borsatti, autrice di Monica Vitti (Giunti), ci svela perché l'attrice è capace ancora di parlare alle nuove generazioni.

Monica Vitti è stata gigantesca. Ma è vero anche che gli ultimi anni della sua vita sono stati vissuti nel completo oblio. Alla sua morte, l'affetto dei fan di lunga data e delle nuove generazioni è apparso identico. C'è chi l'ha scoperta e chi l'ha riscoperta. Se dovesse usare tre parole per definire Monica Vitti, quali sarebbero e perché?

Prima di tutto, bravissima: è stata brava in tutto quello che ha fatto. È stata anticonvenzionale, perché non ha rispettato i canoni del suo tempo. Non era una bellezza classica e gliel'hanno fatto notare spesso. La fisicità del Sud, quella delle maggiorate, si contrapponeva alla sua bellezza europea, quasi nordica. E poi era anticonvenzionale anche perché, più che bella, era comica. Infine, moderna. Sia nella sua vita privata sia in ciò che ha fatto a livello professionale è stata avanti. Non so se le nuove generazioni lo percepiscono e lo riconoscono, pensando a lei, ma la verità è che c'è stata molta più attenzione dalle persone comuni, anche giovani, che dalle istituzioni e dal mondo del cinema. Sui social ho scoperto gruppi dedicati a Monica Vitti, guidati da ragazzi di 23 anni.

A inizio carriera Vitti fu oggetto di "body shaming": le dissero lei è antifotogenica. Eppure oggi è considerata una delle donne più belle del mondo. Cosa è cambiato?

La verità è che Monica Vitti non si è mai piegata. C'è una frase di sua madre, che lei ripeteva sempre e deve averla tormentata per tutta la vita: la polvere del palcoscenico corrode anima e corpo. Fedele a questo principio, non ha mai fatto carriera attraverso la sua fisicità, ma forse nonostante essa. È andata nella direzione in cui andavano le belle, dimostrando tutto attraverso bravura e intelligenza. Oggi è un modello da seguire perché, anche se si parla di body shaming, si è ancora vittime di fotogenia e bellezza a tutti i costi.

Benché sia stata anche l'attrice dell'incomunicabilità, uno dei motivi per cui oggi è ancora molto amata è la sua ironia, che forse hai tempi non le ha fatto molto gioco. Come si innesta l'ironia di Vitti nel nostro tempo?

Sulle pagine social dedicate a Monica Vitti ho visto spesso spezzoni di programmi televisivi degli anni Settanta e Ottanta. Questi sketch sono ancora molto apprezzati, sintomo che la sua era una comicità moderna. Ancora oggi tante persone ridono con lei.

Per il suo libro ha intervistao Mario Monicelli, Dino Risi, Ettore Scola e Franco Giraldi. Chi è stato il più innamorato di lei?

Secondo me lo sono stati tutti. Tutti ne hanno riconosciuto la bravura. Su di lei si costruivano i film. Ma quando parlavano della donna, la voce si piegava sotto il peso del suo carisma e della sua bellezza. Ne parlavano con tenerezza innamorata.

Nel suo lavoro di saggista, dopo aver scandagliato la vita dell'attrice, quale trova essere l'annedoto più iconico della sua vita?

Alla fine della sua vita professionale, nel 1995, si è presentata a Venezia per ritirare il Leone d'Oro alla carriera. Nello stesso anno era stato assegnato anche ad Alberto Sordi. Entrambi sul palco per ritirare il riconoscimento, hanno intonato un pezzo di “Ando vai se la banana non ce l'hai”, mandando in visibilio il pubblico e riportando in scena la bellezza di un'accoppiata iconica.

Che film avrebbe fatto oggi la giovane Monica Vitti?

Credo che avrebbe continuato a fare delle commedie amare, quelle che ogni tanto registi italiani come Genovesi o Milano ci regalano. Il cinema americano avrebbe dovuto fare a meno di lei, dato che aveva paura di volare.

E in Francia?

In Francia l'avrebbero amata tutti.