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Meghan e le altre: «Vi racconto del rapporto di Elisabetta con le donne»

Eva Grippa, giornalista e autrice di "Elisabetta e le altre", ricostruisce l'immagine della sovrana attraverso il racconto che ne hanno fatto le donne della sua vita, Meghan compresa. La nostra intervista.

Eva Grippa, giornalista e autrice di "Elisabetta e le altre", ricostruisce l'immagine della sovrana attraverso il racconto che ne hanno fatto le donne della sua vita, Meghan compresa. La nostra intervista.

Eva Grippa, giornalista di Repubblica dal 2004 e maniacale royal watcher, ha dedicato alla Regina Elisabetta un libro diverso dalle solite biografie. In un anno complicato per la royal family, l'autrice ha voluto ridisegnare i contorni di una delle figure più amate al mondo attraverso le voci di madri, sorelle, nutrici, figlie e nuore, amiche e nipoti. Ne è nato Elisabetta e le donne (De Agostini), un libro che dà anche qualche risposta alle “verità” proclamate dai Sussex davanti a Oprah Winfrey.

Eva Grippa, come è nata l’idea di questo libro?
Avevo iniziato a scrivere un libro sull'incontro tra Meghan e Harry: avrei voluto farlo uscire prima del loro royal wedding. Ma passato il momento, l'editore mi ha consigliato di fare qualcosa di diverso. Da lì è nata l'idea di parlare della Regina. Esistono centinaia di biografie, ma non c'era ancora un'analisi al femminile della sua vita, raccontata negli aspetti più intimi attraverso le relazioni con le donne che l'hanno accompagnata, dove lei ha agito come figlia, madre, sorella o suocera. Attraverso questi rapporti si capisce meglio il pensiero e il carattere della sovrana e sono emersi lati privati che una bio ufficiale non avrebbe mai rivelato.

La madre, la suocera, la figlia, la sorella, la nonna, la moglie o l’amica: qual è la Regina che hai amato di più nel racconto? 
Sicuramente la figlia. Il rapporto con la Queen Mother è stato bellissimo, da un certo punto in poi anche opprimente. È stata una presenza fondamentale perché Elisabetta arriva al trono giovanissima. Lei, come aveva già fatto con il marito, si è messa accanto alla acerba sovrana insegnandole a regnare. Ma se per metà della sua vita la Regina Madre è stata dedita al dovere, una volta tolta la corona, ha iniziato a rilassarsi, a fare shopping sfrenato e feste... Ad un certo punto è stata la figlia a dover riportare sui binari la mamma. Inoltre, la Queen Mother ha lasciato in eredità a Elisabetta gran parte del suo guardaroba, che ha imparato dalla genitrice a usare in modo politico.

Quali sono i dettagli più curiosi su sua Maestà emersi durante la scrittura del libro?
Quello che mi ha sorpreso di più è che nel privato, quando la Regina parla con i suoi, gesticola: parla in modo concitato e agita le mani, un po' come noi. In più, ha una risata fragorosa. La si vede sempre composta, seria, e una volta a tal proposito ha detto: «Quando sono seria, ho un'espressione arcigna, non radiosa come mia mamma, ma la verità è che non sono arrabbiata, anche se lo sembro».

Cosa ci dici dei suoi difetti?
Sicuramente è una persona molto abitudinaria, che per me è un difetto, ma per lei è stata una salvezza altrimenti si sarebbe sentita in gabbia, proprio come suo nipote Harry. In più, ha ereditato da suo padre Re Giorgio VI un difetto che col tempo ha imparato a tenere a freno: la cosiddetta
Windsor Temper, la tempra dei Windsor. Suo padre aveva scatti d'ira: gettava via i fogli dalla scrivania, lanciava oggetti... Anche Elisabetta aveva scatti d'ira e lo racconta molto bene la sua nanny Marion Crawford. Stanca di ascoltare la lezione di francese, la piccola Elisabetta prese il calamaio e se lo rovesciò in testa. Ha lavorato tanto su questo tratto. Anche nei confronti del suo staff è molto garbata: quando rimprovera lo fa con moderazione perché sa che dall'altra parte la reazione è amplificata dal suo essere regina.

Avendo studiato la sua figura, come giudichi The Crown? Secondo te ci restituisce una fedele immagine della regina?
A me la serie è piaciuta tantissimo, tranne l'ultima stagione: un po' perché ripercorre eventi che abbiamo vissuto, che conosciamo un po' meglio, e di cui loro ne hanno dato un'interpretazione con una licenza poetica. Hanno scelto di interpretare un aspetto della storia, ma la verità non la sa nessuno. Nessuno era nella stanza quando Diana e la Regina o quando Carlo e sua madre parlavano. È vero anche che gli autori hanno enfatizzato il ruolo di vittima di Lady Diana, una persona dal carattere molto complesso, fragile, che avrebbe avuto bisogno di un sostegno psicologico importante. Era una ragazzina cresciuta da sola, i suoi genitori avevano avuto un divorzio bruttissimo. La matrigna non è mai riuscita a farle da mamma. Non amava studiare, non voleva approfondire, ma amava essere al centro dell'attenzione. Dunque è arrivata al matrimonio con Carlo con delle lacune affettive enormi. Entrando nella famiglia reale, sperava di far parte di un quadretto familiare amorevole, di trovare affetto. Lì c'è stata una fragilità della famiglia reale, poca consapevolezza dei problemi psicologici di Diana. E forse gli autori hanno scelto di dare una lettura del problema in chiave moderna. 

Il rapporto con Margaret è uno dei tratti su cui negli ultimi tempi si è prestato più attenzione, grazie anche alla serie. Attraverso la scrittura del libro che idea ti sei fatta del loro rapporto?
Era un rapporto strettissimo. Se non ci fosse stata Margaret, Elisabetta avrebbe faticato ancora di più nel suo percorso. Elisabetta è pragmatica, ligia al dovere; era quella che portava in salvo la sorellina, nata per essere una star nel bene e nel male. Col tempo è diventata una sorella da ammirare perché dal punto di vista della moda e dell'immagine, Margaret era anni luce avanti rispetto alle donne del suo tempo. Ma era anche una sorella verso cui la Regina si è sentita profondamente in colpa. Il più grande rammarico di Elisabetta resta sicuramente l'averle negato il primo matrimonio, quello con il divorziato Capitano Peter Townsend: si sarà sentita responsabile per l'infelicità che le ha provocato e che l'ha accompagnata per tutta la vita.

Qual è la figura femminile satellite della vita della regina più trascurata?
Sicuramente Anna, sua figlia. Ha avuto un momento di gloria negli anni Settanta: era giovane, non molto carina, ma aveva iniziato a lavorare sulla sua immagine, sposando i trend di moda del tempo. Andando in royal tour con suo fratello Carlo, già polveroso all'epoca, lei emergeva perché graziosa, vivace, grandissima sportiva, caparbia e competitiva con il padre. Nella vita della Regina è stata quella che ha supportato di più la sovrana, spronandola da dietro le quinte. Oggi è la reale che porta a compimento più impegni durante l'anno, ma che non cerca il clamore dei flash, la ribalta. Fa il suo lavoro e poi si ritira nella sua residenza, dove vive con sua figlia Zara, appena diventata mamma: sono persone senza grilli per la testa, che lavorano sodo.

Nel tuo libro scrivi: «la ragazza si è preparata all’incontro con un corso intensivo di etichetta». La ragazza è Meghan e la frase si riferisce a un passaggio in contraddizione con quello che la duchessa ha dichiarato nella famosa intervista ad Oprah. Secondo la tua opinione, che donna è Meghan Markle?
Quel passaggio è stato recentemente smentito anche dalla famiglia reale. Sono stati diffusi degli screenshot presi del blog di Meghan, The Tig (da Tignanello), dove raccontava il matrimonio di William e Kate, dove lei dice che le sarebbe piaciuto interpretare il ruolo della principessa ribelle. Aveva amato la parte charity di Diana e ne aveva scritto. Quindi era improbabile che arrivasse da Harry senza sapere niente della sua famiglia. In più, il racconto della preparazione all'incontro lo hanno confermato anche gli autori di Finding Freedom, la biografia solo ufficialmente non autorizzata, dove è stato scritto tutto quello che andava detto per rispondere alle accuse che le erano state mosse. Se fossero usciti dalla royal family con l'ultima serata in famiglia, sarebbe stato un bel messaggio di ricerca della libertà. Secondo me questa ricerca di vendetta è fuori luogo, anche se in America funziona. 

Quella tra Harry e Meghan è la storia a cui la Regina ha concesso di più. Cosa c’è all’origine di questo cambio di rotta nel regno di Elisabetta, sempre ligia alle ragioni di stato?
Accettare Meghan Markle è stata proprio una ragione di Stato. Se Winston Churchill fosse stato vivo oggi, avrebbe accolto Meghan perché è una ragazza di razza mista, divorziata, molto attiva dal punto di vista dell'empowerment femminile, fattori che avrebbe potuto essere un vantaggio per la monarchia. Potevano affidarle ruoli diversi da quelli di Kate, chiamata a rappresentare la continuità della monarchia in quanto moglie dell'erede al trono. Avrebbe così diviso a tavolino l'eredità di Lady Diana, senza che il popolo santificasse una figura rispetto a un'altra. Elisabetta l'ha accolta nel migliore dei modi anche per il suo legame con Harry, un secondo figlio che non può fare quello che gli pare ma deve essere ligio al dovere, proprio come Margaret. Poi le cose non sono andate come avrebbero dovuto perché i due, nella loro irrequietezza, probabilmente non hanno saputo comprendere che il cambiamento va portato avanti passo passo, lavorando dall'interno. 

Non sono anni tranquilli per la regina Elisabetta: i Sussex le stanno dando parecchio da pensare. Se fosse libera di dire ciò che vuole, cosa avrebbe risposto all’intervista rilasciata ad Oprah?
Penso che anche nel privato la Regina Elisabetta non si lasci troppo andare. Avrebbe detto: «Mi dispiace che sia andata così. Harry, ti voglio bene, fammi vedere Archie ogni tanto e andate per la vostra strada». A 95 anni ne ha passate tante da non rispondere a frasi dettate dalla intemperanza di due ragazzi.

Secondo te Carlo diventerà mai Re?
Sì, e con il suo regno ci sarà la fine di tutto il glamour e la magia che circondano la monarchia britannica. È vero che il gradimento di Carlo è basso e William piace insieme a sua moglie, la regina del popolo, piacciono di più. Ma gli inglesi non accetterebbero mai un salto di generazione. Carlo è nato per quello: sarebbe una cattiveria ingiusta. Ha trascorso 25 anni a rifarsi un immagine, supportato anche da Camilla, lavorando sodo anche sul tema ecologia. È molto attento anche ai temi del razzismo, ragion per cui avrà accusato fortemente le dichiarazioni di Meghan. Non penso che abdicherebbe mai in favore del figlio, magari lo potrebbe fare solo in età avanzata. Quindi la corona arriverà a lui. Se saremo ancora qui a seguire le vicende dei royal, è probabile che in quegli anni potremo forse commentare qualche outfit stravagante di Camilla.

Foto: Steve Reigate/Pool Photo via AP