Monica Vitti, attrice e diva del nostro cinema, si è spenta all'età di 90 anni. Un vita intensa, e tantissimi film. La salutiamo e omaggiamo ricordando le sue più belle interpretazioni.
Monica Vitti, attrice e diva del nostro cinema, si è spenta all'età di 90 anni. Un vita intensa, e tantissimi film. La salutiamo e omaggiamo ricordando le sue più belle interpretazioni.Aveva compiuto 90 anni il 3 novembre 2021. A dare notizia della scomparsa è stato Walter Veltroni con un tweet: ''Roberto Russo, il suo compagno di questi anni, mi chiede di comunicare che Monica Vitti non c'è più. Lo faccio con grande dolore, affetto, rimpianto''.
Se ne è andata in silenzio, affaticata da una malattia neurodegenerativa che l'ha colpita e le ha sbriciolato i ricordi di una carriera incredibile. Monica Vitti è stata tante donne, rese speciali da quella sua voce un po' roca e sensuale. Ecco i ruoli che l'hanno scolpita nella memoria collettiva.
I film con l'amico Giancarlo Giannini
Giancarlo Giannini ha girato due film con Monica Vitti. Il primo è Dramma della gelosia, di Ettore Scola, dove interpreta un pizzaiolo coinvolto in un ménage à trois, che vede come terzo incomodo Marcello Mastroianni. Il secondo è A mezzanotte va la ronda del piacere di Marcello Fondato, dove ha il ruolo del marito che viene ucciso.
In un'intervista concessa al Corriere della Sera ha detto: «Attrici come Monica non esistono più, era bravissima e particolare, un pezzo unico. Dicevano anche che fosse difficile lavorare con lei mentre io ho scoperto una collega spiritosa, che si divertiva, che riusciva a giocare con il lavoro, come faccio anch’io, raccontiamo favole. [...]Aveva i tempi giusti che fanno scattare la risata, è matematica. Era straordinaria, la metto in quell’Olimpo speciale dove puoi trovare lei, la Magnani, la Loren, la mia Melato, la Sandrelli, da tutte ho imparato».
Monicelli la chiamava la fatalona atomica e Giannini la definisce una commediante nata. Lei, che all'anagrafe si chiama Maria Luisa Ceciarelli, ha trovato nella recitazione la sua libertà. Durante gli anni dell'Accademia decide di cambiarsi il nome: tiene la M di Maria, ma la usa per scegliere Monica; tiene la prima parte del cognome della mamma, Vittiglia, perché era rapido e suonava bene.
Come ha raccontato ad Annabella nel 1987, «Avevo 14 anni, stavo sempre in casa, ero un tipo chiuso. Un’amica, a cui forse facevo un po’ pena, mi dice: stiamo provando una commedia, è per beneficenza, devi venire anche tu. Invento una bugia in famiglia e vado. Provano La nemica di Dario Niccodemi. Quel giorno, sul palcoscenico, è successa una cosa incredibile: per la prima volta nella mia vita sono stata bene. Per la prima volta mi sono sentita libera, serena, felice. Per mia madre fu uno shock: “Le tavole del palcoscenico corrodono anima e corpo. Dovrai passare sul mio cadavere”».
Passare da un ruolo ad un altro, dalla tragedia alla commedia, richiede la possibilità di saper riconoscere una vasta gamma di emozioni. Ad Amica, nel 1982, disse: «Sono fatta non solo di contraddizioni, ma di caratteri opposti. Sono una persona estremamente angosciata, triste, e nello stesso tempo allegra, trascinante, vitale. E tutto questo in modo molto estremo».
Monica e le sue donne per Antonioni
Pare che l'incontro con Michelangelo Antonioni sia avvenuto durante una seduta di doppiaggio. Lei è senza trucco. Lui resta affascinato dalla sua nuca. Si innamorano e Monica Vitti diventa la sua musa e la protagonista della tetralogia dell'incomunicabilità.
Diventa la tormentata Claudia ne L'avventura (1960), la tentatrice Valentina de La notte (1961), la misteriosa e scontenta Vittoria de L'eclisse (1962) e la nevrotica Giuliana in Deserto rosso (1964).
Durante le riprese di quest'ultimo film, Monica si ritaglia un personalissimo momento di genio, pronunciando la famosa battuta «Mi fanno male i capelli», che in realtà è una citazione tratta da una poesia di Amelia Rosselli.
La ragazza con la pistola
Mario Monicelli fu il primo a mettere ben in evidenza la verve comica di Monica Vitti nel film La ragazza con la pistola. Qui Monica era Assunta Patanè, una ragazza siciliana che insegue fino in Scozia l'uomo che l'ha "disonorata" (interpretato da Carlo Giuffré) con l'intento di vendicarsi.
Nel film sentiamo l'attrice pronunciare frasi come «Libertà, libertà... cosa me ne faccio della libertà, io incatenata a te voglio stare». E pensare che lei ha deciso sin da giovanissima di non voler avere una famiglia.
Sulla sua verve comica, dichiarò ad Epoca, nel 1993, «sono stata l’unica donna ad avere il coraggio di essere comica. Per essere comici bisogna essere spudorati, non ci si può nascondere dietro un alone di mistero e di bellezza».
Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)
Nel 1970 Ettore Scola dirige Monica Vitti, Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini. Lei è Adelaide Ciafrocchi, vertice di un triangolo amoroso tra il muratore Oreste e il pizzaiolo Nello. Lei, indecisa e innamorata, tenta il suicidio, poi sceglie di abbandonare entrambi fino a una rocambolesca conclusione da commedia all'italiana. L'adorabile Monica nei panni di Adelaide si ritrova così a pronunciare la famosa frase «Ma come, mai innamorata in vita mia, poi improvvisamente m'innamoro di uno e poi subito di un altro? Ma perché due, due insieme? Ma se può campa' così?».
Polvere di stelle
Il sodalizio con Alberto Sordi è uno di quelli più solidi e più prolifici della carriera dell'attrice romana. Tra i ruoli memorabili interpretati al fianco dell'attore icona della romanità c'è quello di Dea Dani in Polvere di Stelle. Lei è la moglie di Mimmo Adami: lui è capocomico, lei soubrette. Insieme dirigono la Compagnia grandi spettacoli Dani Adami e tentano di sbarcare il lunario nella Roma occupata del 1943. Anche lì sarà la vena comica di Monica Vitti a dare lo spessore indimenticabile al personaggio, impaurito di finire in trincea assieme ai soldati.
«Credo di non essermi mai divertita tanto come durante i film con Alberto Sordi - raccontò su Il Venerdì nel 1995 - È il mio compagno di giochi, un attore geniale, un uomo simpatico e generoso. Pignolo e igienista peggio di me».
L'ultima apparizione
L'ultima volta che Monica Vitti si è mostrata in pubblico è stata a marzo 2002, per la prima italiana di Notre-Dame de Paris. Nello stesso periodo concesse anche l'ultima intervista. Aveva il terrore di volare. Amava scrivere per sentirsi ancora più libera. Nonostante lo scorrere del tempo, ha trasformato il suo pubblico nella sua scatola nera.
Addio, indimenticabile Monica.
Foto: LaPresse