Carriere e Visioni
Carriere e Visioni

Intervista a Katia Serra: «Inizia la rivoluzione»

È lei la prima donna ad aver commentato una finale di calcio maschile in tv. Cade quindi uno degli ultimi tabù maschili nel mondo del calcio: le telecronache. DeAbyDay ha intervistato Katia Serra.

È lei la prima donna ad aver commentato una finale di calcio maschile in tv. Cade quindi uno degli ultimi tabù maschili nel mondo del calcio: le telecronache. DeAbyDay ha intervistato Katia Serra.

L’Italia campione d’Europa ha sfatato anche l’ultimo tabù: in un mondo dominato dagli uomini, quello delle telecronache calcistiche, a commentare su RaiUno le giocate dei ragazzi di Roberto Mancini è stata Katia Serra, che “passa alla storia” come prima donna ad avere commentato la Nazionale di calcio maschile in televisione durante la finale di una competizione internazionale

Con un passato da calciatrice di livello internazionale, di allenatrice poi e infine di commentatrice, per un caso della vita, Katia Serra si è ritrovata domenica sera 11 luglio 2021 a doversi occupare del commento tecnico della finale di Euro 2020 con Stefano Bizzotto, un ruolo tradizionalmente riservato ai grandi calciatori italiani “in pensione” e un compito sicuramente non facile, davanti ad un intero paese che si è fermato per vedere la Nazionale di calcio in tv. La coppia titolare formata da Alberto Rimedio - risultato purtroppo positivo al Covid e quindi posto in isolamento - e Antonio Di Gennaro ha dovuto lasciare il passo alla coppia Bizzotto-Serra che stava seguendo altre partite dell’Europeo sempre per RaiSport e che all'ultimo è volata a Wembley per raccontare agli italiani su Raiuno questa storica finale calcistica, vinta, come ormai tutti sanno, dall'Italia ai rigori contro l'Inghilterra.

Ed è proprio tra un controllo e l’altro in aeroporto, di ritorno da Wembley, che raggiungiamo al telefono Katia Serra per raccogliere da lei le emozioni del day after e per chiederle quanto sia stata importante a suo avviso la presenza di una donna in un mondo prettamente maschile come quello del calcio in tv.

Katia, com’è andata? Soddisfatta?
Sì, mi sono divertita tanto, sono soddisfatta di come è andata, per la vittoria in primis! E poi per il lavoro svolto, è stata una grande gioia.

Chi l’ha chiamata per primo dopo la finale?
È da sabato che ricevo messaggi in continuazione sul cellulare e il telefono continua a squillare. Arrivano a getto continuo, non ti saprei dire!

Quali sono, secondo lei, le qualità che un commentatore sportivo deve avere?
Se parliamo proprio del mio ruolo, ossia della seconda voce che deve essere la voce dell’esperto, sicuramente aver giocato è fondamentale per capire i momenti e le sensazioni che vivono i giocatori o le giocatrici in campo. Più si è giocato ad alti livelli e più si ha un bagaglio notevole. Servono anche un liguaggio appropriato e tempi di intervento che si devono integrare con il telecronista, oltre a capacità di analisi e intuito, che un po’ bisogna possedere naturalmente e un po’ si sviluppa facendo telecronache e commentando. La competenza nasce dallo studio: bisogna quindi studiare il calcio e arrivare alla partita preparati avendo studiato le caratteristiche dei giocatori e lo stile di gioco delle squadre.

Lei è stata la prima donna a commentare la nazionale di calcio maschile su Raiuno durante la telecronaca della finale di una competizione internazionale. In genere le donne sono 'relegate' a ruoli di conduttrici di talk sportivi, raramente sono coinvolte in prima linea durante l’evento. È un po’ una rivoluzione quella che sta accadendo?
Sì, e aggiungo: finalmente! Io ho iniziato dieci anni fa a commentare partite femminili ed è un percorso che come vedi parte da lontano. È l’inizio direi: per una rivoluzione vera e propria ci vorrà del tempo. Prima del Mondiale di calcio femminile del 2019, dove le nostre azzurre hanno fatto conoscere bene il calcio femminile in Italia, nessuno sapeva dell’esistenza anche di quel mondo. Quel mondiale ha fatto scoprire al popolo italiano che esiste anche il calcio praticato dalle donne e questo sta aiutando anche le donne che lavorano in vari ambiti legati al calcio ad ottenere piu opportunità e spazi. Quell’impulso ha cambiato il mondo sia per le calciatrici che per le donne che lavorano attorno al calcio. 

È ancora una notizia oggi il fatto che una donna commenti una partita di calcio sulla televisione pubblica ?
Assolutamente sì, tanto. Perché è un’eccezione. Non a caso io sono stata la prima. Mi piacerebbe che non diventasse più una notizia. Vorrebbe dire che la rivoluzione l’abbiamo fatta. È per questo che prima ho detto che questo e solo l’inizio ma non che la rivoluzione sia già avviata con grande sostanza.

Come si combattono gli stereotipi?
Io lo faccio da una vita. Prima l’ho fatto a tutela di noi calciatrici, io ho smesso di giocare nel 2010. Si combattono andando avanti per la propria strada e inseguendola con competenza e professionalità. Serve tanta resilienza perché ci sono più schiaffi che carezze ma quando si ha un grande sogno e si è convinti di essere sulla strada giusta è fondamentale andare avanti senza mollare. Soprattutto se si vuole lasciare un segno per un cambiamento.

Delle sue colleghe, chi le piace di più? 
Tra le commentatrici sportive ti direi Elena Pero nel tennis, di cui ho grandissima stima. Le altre non le conosco tanto, molte sono giornaliste. Ci sono molte voci molto competenti nel basket. Nel calcio poco, siamo all’inizio di una rivoluzione ma molto all’inizio.

A tutte le ragazze che hanno seguito la finale e sognano di fare il suo mestiere, cosa consiglia? 
Consiglio di inseguire il proprio sogno e non di spaventarsi davanti alle difficoltà che incontreranno. I sogni rendono le persone speciali e fuori dall’ordinario. Bisogna essere consapevoli che i sacrifici saranno enormi. Ma i sogni sono fantastici e solo chi li vive può capire.

photo courtesy: Katia Serra/ www.katiaserra.it