Il 5 maggio 1921 il mondo faceva la conoscenza di questa fragranza innovativa che, più che adornare le donne, le ha cambiate. Tutto merito di Coco Chanel, una donna che alle parole al femminile ha sempre preferito i fatti, genderless naturalmente.
Il 5 maggio 1921 il mondo faceva la conoscenza di questa fragranza innovativa che, più che adornare le donne, le ha cambiate. Tutto merito di Coco Chanel, una donna che alle parole al femminile ha sempre preferito i fatti, genderless naturalmente.Il 5 maggio 1921, esattamente cento anni fa, nasceva Chanel n.5, non solo una fragranza, ma una vera e propria filosofia di vita, uno status symbol, un gesto (più che un prodotto) rivoluzionario. Chiara Pasqualetti Johnson, giornalista e conoscitrice esperta della vita di Coco Chanel, ha messo insieme tutto ciò che è noto (pù molte curiosità) sulla fragranza nel libro Chanel N° 5. Il profumo del secolo (White Star). Questa boccetta, rimasta fedele a se stessa sin da quel lontano maggio 1921, è stata testimone dei profondi cambiamenti sociali e culturali, ma anche del genio di una donna contro gli stereotipi.
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Chanel n. 5: cosa crea il mito di questo "profumo di donna"?
Ci sono due aspetti che rendono iconico questo prodotto: la fragranza e la bottiglia. Ma se non tutti saprebbero riconoscere il profumo di Chanel n.5, già al primo sguardo tutti riconduciamo l'iconica confezione alla fragranza creata da Coco Chanel. È un profumo da donna che sa di donna, che è ciò che aveva chiesto lei al suo profumiere. Fino al 1921 i profumi erano sempre stati monofloreali. Invece Chanel n.5 è composto da circa ottanta essenze, un'alchimia perfetta, che non permette di distinguerle singolarmente. Le sue tante sfaccettature hanno permesso a ogni donna di trovare il suo pezzetto di profumo. Non è uguale per nessuna: lo si porta sulla pelle esaltandone l'essenza.
Come nasce questa bottiglia iconica?
Coco Chanel frequentava tantissimi artisti del tempo, come Pablo Picasso: la loro influenza si riverbera anche sul contenitore in cui vendere la sua fragranza. All'epoca si usavano bottiglie di cristallo. Invece lei scelse un contenitore da farmacia, che per certi versi assomiglia a un'opera abbastanza astratta. Anche l'etichetta, semplicissima, in bianco e nero, sembra quasi un omaggio al cubismo.
Qual è l'aspetto meno noto legato a Chanel n. 5?
Rimanendo ancora sulla bottiglia e la sua forma, ciò che pochi sanno è che non ha mai cambiato forma. Le modifiche al suo design sono state minime. Oggi ci sono cinque declinazioni di questo profumo, ma chi vuole comprare l'originale, l'extrait, prende ancora tra le mani la stessa confezione di cento anni fa.
Foto: The Advertising Archive
Chi era Coco Chanel?
È stata una donna rivoluzionaria e da una rivoluzione non si torna indietro. C'è un prima Chanel e un dopo Chanel. È andata contro gli stereotipi dell'epoca, ha saputo cogliere le sensazioni del suo tempo e trasformarle in un prodotto. Nessuna come lei ha seguito gli eventi della storia, del Novecento, interpretandoli con abiti e creazioni. Di fatto lei ha inventato la donna moderna. Ha regalato alle donne la libertà di vestire i pantaloni, la stessa generazione di donne che si stava conquistando i propri diritti, la sua generazione. È stata un'imprenditrice donna in un mondo di uomini, dove le donne non votavano e non avevano indipendenza economica. Da orfana, da vera outsider, era difficile che ce la facesse. Ma con grande caparbietà e disciplina si è costruita addosso il proprio futuro, come un abito.
Coco Chanel ha avuto due vite e nella sua seconda, a 71 anni, ha vissuto una vera Silver Revolution...
Da una parte ci sono le grandi creazioni degli anni Venti e Trenta: la petite robe noir, i gioielli falsi, la gonna più corta, quell'abbigliamento comodo che eliminava i bustini. Con la Seconda guerra mondiale chiuse la sua attività, lasciando aperta solo quella dei profumi. Ma a 71 anni, nell'età in cui la gente di solito va in pensione, lei riapre sobillata dal nuovo look di Christian Dior, che riportava indietro la donna, una sorta di sfida per lei inaccettabile. Tra i suoi 70 e 80 anni mette in produzione icone assolute: il tailleur Chanel con la giacca corta e dritta, lo stesso indossato da Jacqueline Kennedy, la borsa 255 e le iconiche scarpe con la punta nera... Coco Chanel ha dimostrato di essere una donna capace di reinventarsi in qualsiasi momento.
Gender gap e discriminazione: dove si schiererebbe e cosa direbbe Coco Chanel dello stato delle cose? Farebbe la guerra per creare il corrispondente femminile delle professioni nel nostro vocabolario?
Lei combatterebbe gender gap e discriminazione come ha fatto tutto il resto: con l'esempio, poca teoria e molti fatti. I pantaloni femminili sono stati una delle grandi rivoluzioni che lei stessa ha adottato su di sé. Non si è mai detta femminista, non lo ha mai detto parole, ma con i fatti ha dimostrato molto di più, da vera donna pragmatica. Pensando alla lotta sul femminile delle parole avrebbe detto «sono dettagli». Una donna di un secolo fa ha dimostrato con i fatti ciò che mille donne, anche meritevoli, hanno dimostrato con i discorsi.
Pandemia: come l'avrebbe affrontata?
Nel 1914, con l'aiuto del suo amante dell'epoca, Coco Chanel aveva aperto la sua prima boutique a Parigi, la seconda a Deauville e poi a Biarritz. Ha fatto il contrario di quello che facevano gli altri. Prima intercettò tutte le signore della Ville Lumière. Poi, mentre fuggivano da Parigi, durante la Pima guerra mondiale, le ha ritrovate fuori dal grande centro: fu la sua fortuna. In quel periodo nelle grandi città si consumavano anche i drammi delle epidemie, mentre in campagna si viveva in vacanza e il suo abbigliamento privo di costruzioni, lo sportware dell'epoca, ebbe un grande successo. Questa soluzione le aprì delle strade diverse, ma trovo che sia una scelta utile anche oggi per tante attività: tornare verso i centri minori potrebbe riservare buone sorprese.
Cosa può insegnare Coco Chanel alle donne di oggi?
Coco Chanel è un esempio di libertà, che non ha paura di superare lo standard, che ha dimostrato di avere molto coraggio. Il fatto di avere una grandissima fiducia nel lavoro come strumento di indipendenza economica – che per molte donne è un equilibrio ancora da trovare – ci dice tanto. Era una delle donne più ricche della sua epoca, che ha dimostrato come la sua etica del lavoro sia la via d'uscita da una situazione inizialmente svantaggiata. Lettrice avida, ha avuto l'umiltà di imparare tutto ciò che le serviva, raggiungendo grandi obiettivi. Ha fatto anche tante rinunce. Portava con sé grandi ferite, ma era una donna vera.
Immagine di apertura: Ed Feingersh/Michael Ochs Archives/Corbis/Getty Images