Preparazione
- Il primo passaggio consiste nell’arrostire i peperoni, che devono essere cotti in forno a 220°C finché la pelle diventa scura e leggermente bruciata. Questo conferisce alla salsa il tipico sapore affumicato.
- Dopo la cottura, i peperoni vanno lasciati a riposare coperti, in modo che la pelle si stacchi più facilmente.
- Una volta spellati, privati di semi e picciolo, vanno frullati o tritati finemente, a seconda della consistenza che si desidera ottenere.
- Quindi la polpa ottenuta va fatta cuocere in padella con olio, aceto, sale e aglio tritato, mescolando spesso per circa quaranta minuti, fino a ottenere una salsa densa e cremosa.
- Una volta pronto, l’ajvar va trasferito ancora caldo nei barattoli di vetro sterilizzati: chiudeteli ermeticamente e lasciateli raffreddare a testa in giù per fare in modo che si crei il sottovuoto.
Ricetta Bimby
Naturalmente potete preparare l’ajvar con il Bimby, se lo avete in casa, in questa versione con i pomodori pelati. Procedete così:
- Arrostite e spellate i peperoni, poi eliminate i semi.
- Nel boccale chiuso, mettete dei pelati con 4 cucchiai d’olio, e cuocete per 10 minuti a 100°C, velocità 1.
- Aggiungete i peperoni, i peperoncini e l’aglio, quindi frullate per 10 secondi a velocità 7.
- Unite 2 cucchiai d’olio, l’aceto e il sale, poi cuocete per altri 10 minuti a 100°C, velocità 1.
Varianti dell'ajvar
Oltre alla versione classica, potete provare una delle molte varianti regionali dell’ajvar, come quella piccante, che prevede l’aggiunta di peperoncini. Potete anche sostituire i peperoni con le melanzane, per una salsa forse più cremosa e dal sapore più delicato. Se vi piacciono, potete arricchire l’ajvar con dei pomodori. O con panna acida o yogurt greco, per renderlo ancora più cremoso.

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Qualche info in più: cos’è l’ajvar
Come anticipato, l’ajvar è una salsa tipica dei Balcani a base di peperoni rossi arrostiti, ha una consistenza cremosa e un sapore dolce o piccante, a seconda della variante di peperone utilizzato e del relativo contenuto di capsaicina.
La prima ricetta documentata di questa salsa croata risale al 1877, e risulta pubblicata in un libro di cucina scritto da Katarina Popović Midžina. Fino agli anni '60, la sua produzione era riservata a pochi, in quanto peperoni e olio erano alimenti piuttosto costosi importati dalla Macedonia, e non accessibili a tutti. Solo successivamente l'ajvar è diventato una preparazione diffusa nelle famiglie.
Oggi si trova facilmente nei supermercati, ma il miglior ajvar resta quello fatto in casa. Una curiosità per tutti quelli che si chiedono cosa significa ajvar. Il termine ha origini turche, e deriva dalla parola havyar, che significa "uova di pesce salate". Curiosamente, questa stessa radice linguistica è alla base della parola "caviale".
Consigli per la preparazione
Come sempre è importante scegliere ingredienti di qualità per ottenere un risultato delizioso. Ed anche in questo caso vi consigliamo di utilizzare peperoni ben maturi e carnosi. Fateli arrostire bene, per ottenere un aroma autentico. In quanto alla consistenza, se la preferite liscia frullateli, se amate una resa più grossolana, potete tritarli finemente al coltello.
Non sottovalutate l’olio, che oltre che a insaporire la salsa, serve anche a conservarla meglio. Ricordate di non smettere di mescolare durante la cottura per evitare che il composto si attacchi sul fondo della padella e assuma un sapore amarognolo.

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Come si usa l'ajvar
Con cosa si mangia l’ajvar? La scelta è vasta trattandosi di una salsa parecchio versatile. Potete servirla come antipasto, semplicemente spalmata su una fetta di pane tostato o accompagnata da formaggi e olive.
un ottimo accompagnamento per le grigliate di carne, specialmente per le salsicce, i Cevapcici e il pollo arrosto. Viene spesso usata per insaporire panini e burger al posto di ketchup e maionese. Si abbina perfettamente anche alle verdure grigliate e alle patate al forno.
Conservazione
Una volta preparato, l’ajvar può essere conservato in frigorifero in un barattolo di vetro ben chiuso per circa una settimana. Se pastorizzato e chiuso ermeticamente, dura diversi mesi in dispensa senza problemi. Per averne a disposizione una piccola scorta dalla quale attingere quando se ne ha voglia.
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