La pasta sfoglia - o di come recuperare le brutte pieghe che state per prendere in zona rossa.
La pasta sfoglia - o di come recuperare le brutte pieghe che state per prendere in zona rossa.Giorno 5 di lockdown: vi vedo che avete già ricominciato a illudere una schiera di pover* malcapitat* con i quali chattate duro durante le lunghe e tenebrose notti di lockdown.
Un anno fa vi avevo messo in guardia, fate quello che volete, promettete qualunque cosa, mandate tutte le foto più ambigue che possedete, ma ricordatevi che già una volta il lockdown è finito. E allora non varrà piangere neanche questa volta, non varrà tirarsi indietro, dire “ma guarda che hai frainteso”, perché ricordatevi che un bacio è solo un bacio (sembra), ma aprile è una promessa, e i debiti di gioco si pagano.
La sfoglia è come un flirt: meglio mantenere una certa freddezza
Oggi però parliamo della pasta sfoglia, mi direte “perché?”. Perché la sua preparazione non è altro che la materializzazione del vostro comportamento attuale.
Vi lagnate sempre che non siete capaci e che serve una manualità esperta per realizzarla, in questa occasione però scopriamo che maneggiare la pasta sfoglia non è molto diverso da come state maneggiando il povero cuore delle persone che state illudendo in chat: in modo freddo, sbrigativo, bugiardo.
Freddo e sbrigativo perché come con tutti gli impasti che contengono il burro e devono mantenere una certa forma, non dovete starci troppo a pensare, a toccarli, a girarli. Dovete sapere cosa fare e farlo nel più breve tempo possibile, proprio come fornire un’illusione, se rimanete sul vago nessuno può rimproverarvi nulla, se siete veloci nessuno capirà la vostra malafede.
Ma se entrate a gamba tesa, riscaldate troppo la situazione con quelle manacce bollenti che corrono sullo schermo del telefono, così come corrono sulla sfoglia, allora vi meritate il fallimento, del flirt e in cucina. Invece perché dico bugiardo lo sappiamo tutti.
Partiamo dalle basi: pieghe, pastello e panetto
Sono sicura che a questo punto abbiate ritrovato a pieno la fiducia in voi stessi e nelle vostre capacità di manipolare un impasto e un cuore, quindi procederei nello spiegarvi la teoria che governa la pasta sfoglia, quella delle pieghe, che poi saranno le uniche pieghe positive che riuscirete a prendere finché non finirà quest’aria di primavera in reclusione o finché non vi date una bella calmata.
Partiamo dalla base, la pasta sfoglia è una preparazione bicomponente formata da panetto e pastello stratificati attraverso le pieghe. Il panetto è composto da una materia grassa, come il burro o la margarina, mentre il pastello, nella versione classica, che per me già se la imparate è una grande conquista, è composto da acqua, farina e sale. Avete letto lievito? No.
La lievitazione fisica
Lo sviluppo in forno della pasta sfoglia, così come le vostre chat notturne, è regolato dalla legge del mondo e della pasticceria: la lievitazione fisica. In forno, grazie alla temperatura l’acqua presente nel pastello evapora. Il vapore acqueo generato, cercando una via d’uscita dall’impasto, come dovrete fare voi per rimangiarvi tutte le vostre promesse, incontra gli strati impermeabili di burro e rimane intrappolato, spingendo disperatamente verso l’alto rende possibile lo sviluppo della sfoglia, che si stabilizza poi durante la cottura e rimane in forma.
Cosa vi serve per realizzare questa ricetta e i vostri loschi scopi senza creare danni irreparabili: