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Yummy dummies - ricette a prova di incapacy

  • Difficoltà

    facile

  • Categoria

    Dolci

  • Porzioni

    8

  • Tempo preparazione

    25 min

    PT25M

  • Tempo cottura

    20 min

    PT20M

  • Tempo totale

    45 min

    PT45M

  • Cucina

    Italiana

  • Cottura

    al forno

Tutte abbiamo un incubo ricorrente. Nel caso di Sofia, in arte 'Cucinare Stanca', il suo ha un nome e un cognome: torta mimosa. Se proprio dovete prepararla, ma lei ve lo sconsiglia,  cominciate con un Pan di Spagna degno di questo nome!

Tutte abbiamo un incubo ricorrente. Nel caso di Sofia, in arte 'Cucinare Stanca', il suo ha un nome e un cognome: torta mimosa. Se proprio dovete prepararla, ma lei ve lo sconsiglia,  cominciate con un Pan di Spagna degno di questo nome!

Mercoledì scorso la mia terapeuta mi ha chiesto di descriverle un incubo.
Ho risposto: "Ristorante, cinque amiche, mimose sparpagliate sul tavolo, mimose a mo’ di segnaposto, mimose per terra, mimose in bagno, polline ovunque, allergia: Bentelan". 
Insomma quello che a molte donne sembra la maniera più ragionevole di festeggiare la Giornata Internazionale della Donna.

L’8 marzo però la realtà supera l’incubo, quando lo scenario appena descritto si arricchisce di un altro duro colpo al buon gusto: lei, la torta mimosa
Parliamoci chiaro: la mimosa è il simbolo della vita, quindi di qualcosa che nel profondo non piace a nessuno completamente, ma che alla fine uno si deve mangiare per forza, perché altrimenti non si può lamentare della festa (e della vita). Chi afferma il contrario mente, anche non sapendo di mentire, per entrambe le questioni.

Fenomenologia di una torta da incubo

La mimosa è una torta dall’aspetto abbastanza sincero, proprio come alcune persone: le guardi a lungo, non ti ispirano - in alcuni casi ti fanno proprio schifo - però te le prendi lo stesso, perché sei troppo pigro per capire precisamente cosa non vada.

Ritenuta la torta che celebra la presenza nel mondo di queste creature tanto meravigliose quanto demoniache, meglio conosciute come donne, è il dolce più sopravvalutato mai creato
Sono certa che, quando nel 1945 la partigiana e parlamentare comunista Teresa Mattei, scelse questo fiore per omaggiare le donne, che provenivano dal dimenticatoio del ventennio fascista, il suo intento non fosse esattamente quello di infestare locali, pasticcerie e strade di mimose, ma di individuare un fiore forte e popolare, facilmente reperibile, per celebrarci. Ma noi come al solito siamo riusciti a rovinare tutto.

Ma c’è ancora qualcosa di peggiore della mimosa in sé? Dico peggiore di quella che prevede la bagna alcolica?

Il peggio del peggio: la mimosa all'ananas

Certo che c’è. Da un sondaggio sottoposto a un campione di donne, e truccato da me in prima persona, risulta essere la mimosa all’ananas che aggiunge, a un’estetica di per sé già dubbia, un contenuto inaspettato e subdolo, l’ananas candito e altri mostri.

La torta mimosa è stata inventata a Rieti, da un pasticciere che sto cercando ancora di perdonare, perché, da buona Mother of the Darkness, non conosco bene la parola “perdono”.  Per un periodo non s’era più vista in giro, poi come tutte le fortune che ci passano accanto ma che non cogliamo, è tornata in voga grazie al Festival di Sanremo.

A dimostrazione di quanto dico, sappiate che quando al ristorante per il vostro compleanno dite "per la torta fate voi", inconsapevolmente state pronunciando la frase che attiva la lobby delle mimose, e il ristoratore sarà obbligato da codice deontologico a sottoporvela.

Negli anni tuttavia mi sono rammollita - così dicono - quindi ho compreso, a malapena, che esistono anche gli altri. Nell’ottica di limitare i danni vi vorrei dare gli strumenti per fare un Pan di Spagna decente, sperando ci facciate altro.

Iniziamo dalle basi: come si fa il Pan di Spagna

ll Pan di Spagna è una massa montata a base d’uovo, che non prevede, almeno nella versione classica, l’utilizzo del lievito chimico. Lo vedo che quando nessuno vi guarda ce ne mettete un pochino per non fallire, you are better than that.

Il meccanismo che permette al Pan di Spagna di crescere è una lievitazione di tipo fisico, in cui le proteine delle uova, opportunamente sbattute, si rilassano e creano una membrana elastica che intrappola bolle d’aria che, grazie al movimento, rimpiccioliranno in volume ma aumenteranno in numero. Lo sviluppo in forno è determinato dalla fisica: il calore permette all’aria intrappolata di espandersi e di far aumentare il volume della massa, sostenuta dalle proteine dell’uovo, che cotte stabilizzano la struttura.

Metodo a caldo o a freddo

I metodi sono diversi, a seconda della temperatura di lavorazione si può pensare di fare un Pan di Spagna a caldo o a freddo. Nel primo caso portiamo zucchero e uova alla temperatura di 35-40°C , nel secondo caso utilizziamo gli ingredienti a temperatura ambiente, intorno ai 15-20°C.
Andiamo per gradi: partiamo dal metodo a freddo e nessuno si farà male davanti a una triste frittata.
La realizzazione di una ricetta deve essere fatta con una logica contraria: prima individuare dove andare a parare, e da lì partire.
Quindi per prima cosa preparate la tortiera (24 cm di diametro andranno bene), imburratela e lasciatela da parte.
Perché nel tempo che cercate dove sono le teglie, il burro e la vostra vita, l’impasto pronto si sarà ampiamente smontato.

Cosa vi serve:

Ingredienti

  • 500 g di uova, sì le uova si possono pesare
  • 300 g di zucchero
  • 200 g di farina 00
  • 120 g di fecola di patate
  • I semi di un baccello di vaniglia o altri aromi che preferite, limone, arancia ecc.

La ricetta del Pan di Spagna decente (a prova di incapacy) 

  1. Rompete le uova e iniziate a montarle insieme allo zucchero e agli aromi per circa 20 minuti fino a che l’impasto, come si dice in gergo, ‘’scrive’: potete scrivere le vostre memorie, delle parolacce, o una semplice ’S’ per assicurarvi che sia ben sviluppato.

     
  2. Mentre attendete che l’impasto sia montato correttamente, setacciate per tre volte la farina con la fecola di patate In questo modo renderete le polveri omogenee, leggere e arieggiate, controllerete che non ci siano le farfalle dentro, ma neanche dei pezzi solidi che vanificherebbero la corrente che avete speso per arrivare alla giusta montata.
  3. Preriscaldate il forno a 180°C modalità statico.
  4. Quando la montata è pronta inserite la farina in almeno 3 volte, magari fatevi aiutare da qualche malcapitato che vive insieme a voi e da una spatola, con movimenti delicati dal basso verso l’alto, ruotando la bacinella, se riuscite a trovare un minimo di coordinazione.
  5. Sia ben chiaro non dovete addormentarvi sopra l’impasto, dovete essere svelte e reattive come non sapevate di essere.

     
  6. Delicatamente versate il composto per i 3/4 dell’altezza della teglia, che ovviamente avete già pronta, se no mi sentite.
  7. Andate in forno per circa 20 minuti, modalità statico. Nel frattempo preparatevi un foglio di carta forno cosparso di zucchero semolato.  Non chiedetemi perché, dopo ve lo dico, se no ora vi distraete. Il Pan di Spagna è cotto quando, facendo una lieve pressione sulla superficie col dito, veloce senza ustionarvi, l’impronta del dito torna su, e il Pan di Spagna torna in forma.

     
  8. Appena togliete il pan di Spagna dal forno, rivoltatelo sulla carta forno cosparsa di zucchero: in questo modo essendo ancora caldo si appiattirà l’eventuale cupoletta che si forma sopra, che significa che non siete state veloci e che siete state un po’ incapacy, lavorandolo troppo.
  9. Lo zucchero serve a poterlo staccare dal foglio dopo una ventina di minuti.

Fateci di tutto, tranne la mimosa, perché non è più tempo di farci rappresentare da una torta sbriciolata, troppo dolce e a pezzi.

Previeni gli orrori culinari da incapacy! Guarda la gallery di Cucinare Stanca.

Foto: Ilaria Muri