La neo giudice di MasterChef Italia si racconta in vista dell’esordio: “Di fronte a una zucchina troppo cotta potrei arrabbiarmi”.
La neo giudice di MasterChef Italia si racconta in vista dell’esordio: “Di fronte a una zucchina troppo cotta potrei arrabbiarmi”.La fama? Non è questo il motivo per cui Antonia Klugmann ha deciso di candidarsi al ruolo di giudice di MasterChef Italia, che la vedrà esordire la prossima stagione accanto ai colleghi Antonino Cannavacciuolo, Bruno Barbieri e Joe Bastianich dopo il grande addio di Carlo Cracco, che è stata chiamata a sostituire.
“È un effetto secondario - racconta sul Corriere della Sera -. Mi piace poter comunicare quello che faccio, la mia cucina, il mio amore per gli ingredienti, a un pubblico più ampio. Certo, ritrovarmi tra Barbieri, Bastianich e Cannavacciuolo mi fa effetto, io sono abituata a stare in cucina, o nell’orto o a fare la spesa”.
Dopo che è uscito il suo nome, qualcosa è cambiato nella percezione del pubblico: “Venivamo già da un anno positivo: il nostro ristorante è molto piccolo, 18 coperti. Un’onda d’urto c’è stata: dalle 15 telefonate che in media riceviamo in un’ora e mezza siamo passati alle 80 all’ora. Ma vorrei che la mia realtà continuasse a restare “piccola”: mi piace dormire la notte”.
L’amore per la cucina è arrivato come un colpo di fulmine, per lei. “Ho fatto prima il Classico e poi Giurisprudenza: a metà corso di laurea ho mollato perché la cucina era la mia passione - racconta -. Ho iniziato la gavetta come lavapiatti: un salto nel buio per una figlia di medici, anche perché allora non esisteva l’idea dello chef-star”.
La gavetta è un passaggio molto utile, per la carriera di uno chef: “Non significa che non si possa accedere alla professione in altri modi, ma se per i primi cinque anni non mi fossi avvicinata a persone molto più competenti di me, difficilmente avrei imparato quello che so”.
Come giudice promette di non arrabbiarsi troppo. “Magari di fronte a certi mappazzoni, come dice qualcuno... Di certo il cibo è la mia vita, una cosa che tratto con molta serietà. Forse di fronte a una zucchina troppo cotta potrei arrabbiarmi”.
Sui modi a volte sgarbati dei giudici minimizza: “Sono niente rispetto a quello che succede in una normale cucina. Io sono molto severa quando lavoro, ma anche perché devo rispondere a un cliente. Con un concorrente non vedo perché esserlo, oltre una certa misura”.
Quanto a Cracco, Antonia è convinta che qualsiasi paragone non regga. “Siamo imparagonabili, e non solo perché lui è uomo e io donna. Ma anche io sono esigente: non perché sono donna sarò più materna o buona...”.
Foto: www.scattidigusto.it
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