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Beauty burnout, quando la bellezza diventa un'ossessione

Dal piacere di prendersi cura di sé all'ansia della perfezione: come riconoscere il beauty burnout e come superarlo.

Dal piacere di prendersi cura di sé all'ansia della perfezione: come riconoscere il beauty burnout e come superarlo.

Beauty burnout: quando la bellezza diventa un’ossessione. Può capitare che la cura di sé smetta di essere un atto d'amore e diventi una componente ansiogena della nostra vita. Accade quando guardarsi allo specchio ha sul nostro sistema nervoso simpatico un effetto più simile a quello di un esame universitario, che non a quello di un rituale di benessere, o quando la scelta di un rossetto innesca delle reazioni complesse dentro di noi, che vanno ben oltre il semplice acquisto di un prodotto cosmetico. È il momento in cui il nostro cervello, sovraccarico di stimoli estetici e aspettative sociali, inizia ad affrontare la bellezza come una minaccia, anziché come un piacere. Trattasi, molto semplicemente, di beauty burnout: ma cos'è, come si manifesta e - soprattutto - come si combatte? Cerchiamo di scoprirlo.

Cos'è il beauty burnout

Beauty burnoutFoto: Freepik - wayhomestudio

Il beauty burnout è un fenomeno neurobiologico che trasforma i rituali di bellezza in una fonte di stress cronico. Quando il sistema di ricompensa del cervello viene costantemente stimolato da promesse di perfezione irraggiungibili, si crea un circuito vizioso, per certi aspetti simile a quello delle dipendenze comportamentali.

Anche se in questo articolo non affronteremo l’argomento da un punto di vista professionale (e, ovviamente, non sostituisce un consulto psicologico), possiamo dire in parole semplici che le dipendenze comportamentali sono disturbi in cui una persona sente un bisogno irresistibile e ripetitivo di compiere una certa azione, anche quando questa le causa problemi e conseguenze negative.

Nel caso del beauty burnout, tutto è legato al rilascio di dopamina - un neurotrasmettitore che funziona come un "messaggero" chimico del nostro cervello e che ci fa sentire piacere, motivazione e voglia di fare, spingendoci a ripetere le esperienze che ci danno benessere - in quantità crescenti durante l'acquisto di prodotti beauty. In questo modo, si crea una tolleranza che richiede stimoli sempre più intensi.

Volendo razionalizzare il perché di questo fenomeno, è il nostro sistema nervoso che si ribella contro una pressione evolutivamente innaturale: mai come oggi, nella storia dell'umanità, siamo stati esposti a così tanti stimoli estetici simultanei.

Beauty Burnout: i sintomi che ignoriamo

La manifestazione del beauty burnout segue dei pattern precisi, e ci lancia dei segnali che possiamo imparare a riconoscere. L’attivazione dello stato ansiogeno avviene già durante la fase preparatoria: il cortisolo aumenta, ad esempio, quando, in vista eventi sociali, sentiamo crescere la preoccupazione per il nostro aspetto, tanto che questa sensazione può addirittura portare a far passare in secondo piano il piacere dell’incontro.

Questo stato di ipervigilanza estetica genera un sovraccarico cognitivo che sottrae risorse mentali ad altre funzioni esecutive. Un appesantimento psicologico, quindi, che può risultare ancora più difficile da gestire in presenza di dismorfofobia, un’altra condizione correlata alla sovraesposizione agli stimoli estetici cui siamo sottoposti.

Guardarsi allo specchio compulsivamente, la cura ossessiva dell’aspetto fisico, l’impossibilità di scegliere i giusti prodotti di bellezza tra le centinaia di opzioni la cui pubblicità ci “bombarda” in continuazione, sono indicatori comportamentali del beauty burnout.

Il nostro cervello può reagire a questa forma di rimuginazione totalizzante con un arresto del processo decisionale: compiere una scelta banale, come l’acquisto di un prodotto anziché un altro, può diventare difficile o addirittura impossibile, quando le scelte possibili diventano talmente tante da risultare non più gestibili.

Riconoscere i segnali d’allarme

Quando lo stress estetico diventa costante, il corpo produce cortisolo in quantità patologiche, compromettendo sonno e umore. Attraverso la somatizzazione, per paradosso anche l'aspetto della pelle può peggiorare.

I marker fisiologici del beauty burnout l'iperattivazione dell'amigdala (un’area specifica del cervello, che “processa” le emozioni) durante l'esposizione a stimoli estetici, che genera pattern cerebrali simili ai disturbi d'ansia. Il sonno REM (una fase del sonno caratterizzata da intensa attività cerebrale) può venire impattato dal processamento emotivo notturno, portando a risvegli frequenti.

La dimensione cognitiva si manifesta invece attraverso dei loop mentali - cicli di pensiero ripetitivo che sequestrano risorse cognitive: l’automonitoraggio estetico costante può ridurre, ad esempio, la concentrazione e la capacità di problem-solving. Qualora ci si riconosca in alcuni di questi sintomi, è importante affrontare l’argomento dal punto di vista medico e psicologico.

Il lato oscuro della perfezione

Beauty burnout sintomiFoto: Freepik - stockking

Il paradosso contemporaneo della bellezza si inserisce in quello che il sociologo Zygmunt Bauman chiama modernità liquida: un contesto sociale dove i parametri di riferimento cambiano continuamente, e tutto appare incerto, instabile e precario, perciò “liquido”. Come altri settori (pensiamo, ad esempio, al mondo della tecnologia), anche l’industria cosmetica - le cui dimensioni sono colossali, tanto che anche le star lanciano i loro beauty brand) - è oggi alimentata da un meccanismo di obsolescenza programmata.

Quest’ultima riguarda non più soltanto i prodotti, ma gli stessi ideali estetici. È come se fossimo impegnati in una corsa senza fine verso standard di bellezza irraggiungibili - letteralmente, in quanto si spostano continuamente - che ci impediscono il raggiungimento di una soddisfazione duratura.

La trappola dell’algoritmo

In ambito neuroscientifico, si sostiene che l'esposizione continua a immagini idealizzate attivi le stesse aree cerebrali del confronto sociale competitivo. Questi stimoli vengono interpretati dal cervello come minacce al nostro status sociale (e, anche senza essere esperti in neuroscienze, è un meccanismo empirico che molti di noi hanno sperimentato, scrollando il feed dei social) e innescano delle risposte di stress, un tempo riservate a pericoli reali. Sembra che anche brevi esposizioni a contenuti beauty sui social media possano aumentare significativamente i livelli di cortisolo.

Il fenomeno della comparazione costante rispetto agli altri, alimentato dai social media, può avere un impatto psicologico negativo, portando a sensazioni di inadeguatezza e bassa autostima. Questo è tanto più vero in ambito beauty, dove le ricadute riguardano specificatamente la percezione del proprio aspetto fisico.

Creando “bolle” personalizzate, gli algoritmi finiscono col mostrarci contenuti sempre più specifici e irraggiungibili, e quindi per creare standard di bellezza iper-personalizzati. È la personalizzazione dell'inadeguatezza, un targeting psicologico che colpisce le nostre insicurezze specifiche con precisione chirurgica.

Come superare e combattere il beauty burnout

Il beauty burnout vede il nostro cervello paleolitico che cerca di sopravvivere in un ambiente digitale per cui non è evolutivamente programmato. Riconoscere questa dimensione neurobiologica è il primo passo verso una guarigione.

Il superamento del beauty burnout si basa su diversi approcci e strategie, che riportiamo qui a titolo puramente informativo:

  • Limitare progressivamente l'esposizione a contenuti beauty sui social media
  • Praticare tecniche di mindfulness atte a spostare la nostra attenzione dall’aspetto estetico alle sensazioni fisiche
  • Separare i pensieri sui “difetti” dalla realtà oggettiva
  • Accettare (e concedersi) di non essere perfetti, e di non dover essere perfetti sempre.

Tenere il beauty burnout lontano dai nostri momenti di bellezza è possibile, ma non c’è niente di male nel voler essere curate: avere una propria beauty routine vuol dire amarsi, prendersi cura di sé. Ricordatelo, la prossima volta che vi farete un dry brushing, o che sperimenterete un nuovo prodotto di cosmesi coreana, o che vi spruzzerete la vostra acqua profumata preferita, ma senza pressioni sociali, libere da ossessioni.

Foto di apertura: wayhomestudio su Freepik