Di cotte e di (situazioni) crude: se ho un'infatuazione durante una relazione, la mia storia d’amore è giunta al capolinea? Non è detto: vediamo perché.
Di cotte e di (situazioni) crude: se ho un'infatuazione durante una relazione, la mia storia d’amore è giunta al capolinea? Non è detto: vediamo perché.Sei in una relazione stabile da diverso tempo: ci sono stati diversi alti e bassi, soprattutto nell’ultimo periodo, ma non hai mai pensato di darci un taglio netto. Ultimamente, però, ti senti strana: perché, sempre più spesso, fa capolino tra i tuoi pensieri (e nel tuo sudombelico) il volto di un’altra persona. I suoi occhi. La sua voce. Le sue parole. Ti sei presa una cotta. E, dopo averlo capito, hai iniziato a bombardarti la testa con questa domanda: «Cosa c’è che non va in me?». Spoiler: non hai niente che non va, e ti spieghiamo subito il perché.
Infatuazione durante relazione: è normale?
Prendersi una sbandata (o una cotta) nel corso di una relazione amorosa non è così bizzarro o poco comune come potresti immaginare. Siamo esseri umani, fatti di emozioni che sono spesso la conseguenza di reazioni chimiche, e potrebbe succederti di provare (anche improvvisamente) attrazione o interesse nei confronti di qualcuno che non sia il tuo fidanzato/marito.
In merito, è stato condotto uno studio (Belu, 2024) che ha coinvolto diverse persone di età compresa tra i 22 e i 35 anni, alle quali sono state poste domande su:
- l’eventuale attrazione provata verso qualcuno che non fosse il proprio partner;
- l’ipotesi di stabilire un legame con questa persona;
- la soddisfazione nella propria relazione affettiva;
- il pensiero di essere infedeli.
La ricerca ha evidenziato che l’infatuazione verso altri durante una relazione di coppia è una condizione "normale", che colpisce un gran numero di persone. In particolare:
- il 34% degli intervistati ha ammesso di essersi preso una cotta per una sola persona;
- il restante 66% ha invece dichiarato di avere avuto una sbandata per 2 o più persone.
I sintomi della cotta
L’infatuazione è un sentimento che viene spesso confuso con l’amore, e ne condivide anche i sintomi della fase iniziale (l'innamoramento). Essere infatuati di un’altra persona, anche nel corso di una relazione con qualcuno, porta infatti a vivere sensazioni assimilabili a quelle dell’innamoramento, ovvero a:
- desiderare di trascorrere del tempo con lei;
- sentire un bisogno sempre più "urgente" di contatto fisico;
- manifestare uno stato di euforia difficile da controllare in presenza di quella persona;
- provare la sensazione delle farfalle nello stomaco.
Ma quanto dura una forte infatuazione? Non esista una durata standard, valida per tutti. Di certo c’è che, a un certo punto, certe sensazioni poco lucide e irrazionali si affievoliscono. A volte, spariscono del tutto. Si inizia, infatti a conoscere meglio l’altra persona, e a rendersi conto se si prova effettivamente un sentimento più profondo nei suoi confronti.
L'infatuazione ossessiva o limerenza
La psicologa statunitense Dorothy Tennov ha coniato il termine limerence (limerenza) per indicare uno stato cognitivo ed emotivo in cui si desidera intensamente qualcuno - che è la stessa condizione che caratterizza lo stadio ossessivo dell’amore romantico. Si prova, in pratica, una vera e propria ossessione nei confronti della persona per la quale si è infatuati (o innamorati), molto simile a quella sperimentata dalle persone che soffrono di disturbi ossessivo-compulsivi.
La differenza con l'amore
L’infatuazione ricorda lo stato di alterazione del cervello prodotto dall’alcol: i livelli di ossitocina aumentano e la capacità di fare scelte razionali cola a picco come il Titanic dopo aver preso l'iceberg.
Si tratta di una fase che può (o non può) precedere la nascita di un sentimento più stabile e maturo, in cui l’altro non viene idealizzato, ma amato e apprezzato in tutte le sue sfaccettature. Potrebbe quindi manifestarsi anche come un mero fuoco di paglia, di quelli che ti sorprendono quando meno te l’aspetti, ma che si spengono più velocemente di una candela.
L’amore, invece, è fuoco che continua ad alimentarsi giorno dopo giorno. Nonostante i temporali, le inondazioni e le cascate di incomprensioni. È cera che non si consuma in fretta, è consapevolezza, impegno, fiducia, intesa fisica e mentale, accettazione, rispetto, condivisione, complicità, che mettono radici, si mescolano insieme e diventano immarcescibili.
Perché si prende una cotta per un altro?
Oltre alle motivazioni chimiche che non possiamo controllare - la dopamina e l’ossitocina aumentano, la serotonina si abbassa, l’amigdala e la corteccia prefrontale vanno a farsi fott… un pisolino - ci sono anche ragioni più personali.
Ci potrebbero essere dei problemi nella propria relazione di coppia, è vero, ma non è detto che sia sempre così. Avere una cotta durante una relazione potrebbe molto semplicemente farci sentire vivi e non essere direttamente connessa con la felicità che si prova (o non si prova più) nella vita di coppia. Far parte di una coppia, infatti, non ci impedisce di trovare affascinanti altre persone incontrate lungo il cammino e di ritrovarci in un vortice di pensieri che profumano di ossessione.
Come in tutte le cose, devi essere tu (e non l’articolo di turno in rete che ti spiega la vita, predicando cosa ti è concesso fare e quali sono i limiti che non devi assolutamente superare) a capire come affrontare questa "sfida".
Se farti le pare sentendoti in colpa, pur non avendo fatto nulla per finire nel girone di Paolo e Francesca, o vivere il momento nell’attesa che passi (e se anche non dovesse passare, potresti pure pensarci più in là. Non trovi?).
Foto di apertura: Immagine di benzoix su Freepik