Nella Repubblica Popolare il sesso è ancora un tabù. Persino nella moderna Shanghai, dove si arriva vergini al matrimonio e i single di 27 anni sono considerati degli ‘avanzi’.
Nella Repubblica Popolare il sesso è ancora un tabù. Persino nella moderna Shanghai, dove si arriva vergini al matrimonio e i single di 27 anni sono considerati degli ‘avanzi’."Paese che vai, sesso che trovi". Per molti italiani un semplice viaggio all’estero può risultare uno choc culturale anche solo per il cibo. Ma se avere nel piatto pasta scotta o usata come contorno turba molti italiani, è perché i nostri connazionali (la maggior parte, almeno) in trasferta non sperimentano usi e costumi locali… in camera da letto. Lì infatti, in molti casi, le differenze con la nostra cultura sono ancora più marcate.
SESSO E AMORE NEL MONDO
Alla fine, è proprio di questo, di profonde intime diversità, che parla la docuserie di Netflix Sex & Love Around the World, un viaggio globale in sei episodi in cui la giornalista della CNN Christiane Amanpour prova a scoprire il modo in cui gli abitanti di altrettante metropoli vivono l’amore e si approcciano alla sessualità. Tra le destinazioni anche la Cina, per la precisione Shanghai, megalopoli popolata da 26 milioni di persone, sospesa a metà tra modernità e rispetto della tradizione. In pubblico, come a letto.
SESSO
Negli incontri che Christiane Amanpour fa durante la permanenza a Shanghai, viene ripetuto spesso un concetto: i cinesi non parlano di sesso. Come se non bastasse, vivono anche con un certo imbarazzo tutto ciò che riguarda la sfera affettiva, come dimostra il fatto che le coppie evitano di baciarsi e scambiarsi effusioni in pubblico.
Dato che il sesso fuori dal matrimonio è ancora mal visto, sono ancora tanti i giovani che arrivano vergini all’altare, con l’età media della ‘prima volta’ che, per uomini e donne, non si discosta molto da quella delle nozze. Una volta sposati, sono in tanti a considerare che il fine ultimo del sesso sia la procreazione, mostrando una certa morigeratezza. Se poi consideriamo che per quasi 40 anni in Cina è stata in vigore la politica del figlio unico (adesso ne sono concessi due), è facile intuire quanto poco presente sia - tendenzialmente - il sesso nella vita di coppia.
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NUDITA’
Se di sesso non si parla, guardarlo è praticamente vietato. La concezione comune, confermata (o forse incoraggiata) dalla legge cinese, è che il corpo non è fatto per essere mostrato. Se non al proprio partner. Come conseguenza, su Internet, così come sulle riviste e più in generale nei media, è assolutamente vietato mostrare capezzoli e genitali. Tuttavia, modelle che posano nude e immagini provocative da anni sfidano la censura, esplorando varie forme di identità sessuale e intimità, come spiegano a Christiane Amanpour il fotografo Wang Don e due sue muse (tra cui la moglie).
PROSTITUZIONE
Il sesso prematrimoniale non è solo malvisto, ma addirittura associato all’industria della prostituzione, che è illegale in tutto il Paese e considerata immorale. Se vendere il proprio corpo è sbagliato, tuttavia c’è da sottolineare che esiste un certo grado di tolleranza nei confronti delle ragazze costrette a farlo da condizioni di estrema povertà. Agli occhi dei cinesi, sono giustificati anche i clienti che diventano loro clienti perché, per motivi di lavoro, passano lunghi periodi dell’anno lontani da casa.
OMOSESSUALITA’
Con la nascita della Repubblica Popolare Cinese il 1º ottobre 1949, l’omosessualità divenne clandestina e il regime iniziò a perseguire chi la praticasse. Sulla carta, le cose sono cambiate molto a cavallo del nuovo millennio, con la sodomia decriminalizzata nel 1997 e l’omosessualità rimossa dalla lista delle malattie mentali nel 2001. Nei fatti, però, esiste un forte stigma nei confronti della comunità Lgbt. Come spiega una coppia a Christiane Amanpour, sono piuttosto frequenti i matrimoni di comodo tra lesbiche e gay, che hanno modo di coprire a vicenda le rispettive inclinazioni sessuali. Quanto alla transessualità, come sottolinea l’ex ballerina e conduttrice tv Jing Xing, nata uomo, nel vocabolario cinese a lungo non è esistita nemmeno una parola che la potesse definire.
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IL RUOLO DEI GENITORI
Jing Xing conduce un date show in cui sono i genitori a scegliere con chi dovranno uscire i figli. In un Paese dove «l’idea di famiglia felice è quattro generazioni sotto lo stesso tetto» e in cui i genitori vanno in pensione molto presto non hanno altro desiderio che coccolare un nipotino, certe ingerenze sono piuttosto diffuse, come dimostra la prima sequenza dell’episodio, in cui Christiane Amanpour visita un parco di Shanghai dove i genitori si ritrovano per pubblicizzare i figli, con volantini che ne indicano lavoro, stipendio, istruzione e caratteristiche fisiche, età. Con l’80% dei giovani, spiega Jing Xing, che ne è all’oscuro.
ETA’
«Il matrimonio non è un affare che riguarda i giovani, ma la famiglia». È il concetto espresso. A dimostrazione di come la pressione sociale a cui sono sottoposti i ragazzi sia fortissima, ci sono due vocaboli. Quello con cui vengono indicate le donne dai 27 anni in su non sposate: sheng nu, ovvero ‘avanzi’ e quello riservato ai coetanei nella stessa situazione: guangun, cioè ‘rami spogli’. Per evitare di essere considerati appunto avanzi e rami spogli, sono sempre più i cinesi che scelgono di affidarsi a un dating coach, che insegni loro come vestirsi e flirtare.
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