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Stonewalling, l'ostruzionismo manipolatorio: cos'è e come combatterlo

Cosa significa stonewalling e in che modo può rovinare la relazione di coppia: ecco quando il partner fa ostruzionismo.

Cosa significa stonewalling e in che modo può rovinare la relazione di coppia: ecco quando il partner fa ostruzionismo.

In politica è molto diffuso quello che prende il nome di stonewalling (da stone wall, muro di pietra), ovvero una tattica con la quale si evita di rispondere a una domanda o di esprimere opinioni e commenti su determinati argomenti - in genere quelli più spinosi. La stessa pratica può anche essere messa in atto da uno dei due partner (o da entrambi) in una relazione di coppia. Vediamo insieme quali sono i suoi effetti e cosa si può fare per prevenire questo atteggiamento a tratti manipolatorio.

Cos'è lo stonewalling?

In inglese, il termine stonewalling significa ostruzionismo, boicottaggio. Ma cosa significa, nei fatti, boicottare una relazione, quindi costruire un muro di pietra facendo stonewalling?

Lo stonewalling è una pratica, abitudine o reazione emotiva che si verifica nel momento in cui si evita di affrontare una discussione con il/la partner. In genere, si tira fuori la frase «non ne voglio parlare». E ci si chiude, costruendo un muro di silenzio che risulta difficile, se non impossibile, da abbattere.

John Gottman (ricercatore e professore emerito di Psicologia all’Università di Washington) ha definito lo stonewalling in una relazione, nel suo modello a cascata della dissoluzione relazionale, come “il quarto cavaliere dell’apocalisse”. La sua presenza rappresenta, assieme alla critica eccessiva, al disprezzo e al mettersi sempre sulla difensiva, una delle principali cause di divorzio. 

Le cause dello stonewalling

Lo stonewalling può essere praticato in diversi modi, che vanno dal silenzio assoluto al borbottare monosillabi al cambiare il focus della discussione spostandolo su qualcos’altro fino all’abbandonare la stanza, spostandosi in un’altra, al fine di ignorare totalmente il/la partner, dimostrando così disinteresse e ridicolizzando le sue parole e i suoi problemi.

Alla base di questo modo di reagire alle discussioni, ci possono essere diverse motivazioni:

  • potrebbe innanzitutto trattarsi di un meccanismo di autodifesa, che viene messo in atto in modo involontario, per esempio perché nella propria famiglia di origine la comunicazione è sempre stata assente e non c’era mai spazio per esprimere i propri sentimenti;
  • potrebbe essere legato alla relazione in sé: non si riesce a comunicare con l’altro/a perché si ha paura delle sue reazioni, quindi si risponde con il trattamento del silenzio.

In altri casi, lo stonewalling potrebbe anche essere una forma di abuso psicologico, di ostruzionismo manipolatorio. Si porta il/la partner allo sfinimento evitando di dare una qualsiasi risposta alle sue domande/affermazioni, oppure si riesce a ribaltare l’esito di una conversazione sviando l’argomento o contrattaccando in modo né costruttivo né leale.

Quali sono le conseguenze dello stonewalling?

Le conseguenze dello stonewalling su chi lo subisce sono pressoché sempre le stesse:

  1. frustrazione per la parete di incomunicabilità che si è creata, ma anche rabbia, solitudine, senso di inadeguatezza;
  2. un incomprensibile senso di ammirazione verso l’altro/a: il fatto che non risponda alle nostre provocazioni lo rende ai nostri occhi una sorta di asceta in grado di invocare la calma anche nelle situazioni più disperate;
  3. asimmetria nei ruoli: chi si chiude praticando lo stonewalling appare come una persona forte, mentre chi si trova dall’altro lato della barricata diventa l’anello debole della relazione.

Come combattere lo stonewalling

Più che una lotta contro il silenzio, chi desidera abbattere il muro dello stonewalling dovrebbe porsi delle domande sulle motivazioni che portano a costruire questa barriera protettiva.

Si tratta di uno scudo per difendere le proprie emozioni? Di una strategia involontaria per provare a gestire un disagio personale, come una difficoltà nel leggersi dentro e comunicare quello che si prova? Oppure di un meccanismo di manipolazione, volontario, che ha lo scopo di manovrare il/la partner, una routine con la quale si riesce a esercitare il controllo sull’altro/a, sfiancandolo/a?

Nei primi due casi, un approccio empatico, ascoltarsi di più a vicenda e l’aiuto di un terapeuta di coppia potrebbe darvi una mano a decostruire questo muro, un mattoncino alla volta.

Nel caso in cui il/la partner (che potrebbe anche essere un/una narcisista e applicare in combo anche il cosiddetto gaslighting) ti stesse manipolando, invece, la stabilità emotiva della vostra coppia sarebbe già stata compromessa da un pezzo. E, in quel caso, non resta molto da dire. Chiudi gli occhi, immagina una gioia, molto probabilmente, penseresti a una partenza. La tua.

Foto di apertura: Freepik