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Fenomenologia del disinnamoramento: problemi, sintomi e segnali

Può sembrare una crisi di coppia passeggera, ma potrebbe anche essere qualcosa di più profondo e irreversibile: disinnamoramento.

Può sembrare una crisi di coppia passeggera, ma potrebbe anche essere qualcosa di più profondo e irreversibile: disinnamoramento.

La prima fase di una relazione amorosa è molto simile a una dipendenza da sostanze. Non fai altro che pensare a lui/lei, il tuo cuore è accelerato, la vita insieme ti sembra un idillio. Sei felice. Dici a tutti che sei innamorato/a. Poi i giorni passano, la dipendenza emotiva e psicologica verso il/la partner scema e di solito si arriva a una condizione di equilibrio e stabilità: è l’amore maturo. Potrebbe però succedere che, a un certo punto, le dinamiche relazionali si complichino e di essere sovrastati/e da una sensazione costante di stanchezza da relazione. Potrebbe trattarsi di un momento no, così come potrebbe essere qualcosa di più grande e impetuoso: il disinnamoramento.

Innamoramento e disinnamoramento: cosa sono?

Gli inglesi usano le parole “fall in love” (cadere nell’amore) e “fall out of love” (uscire fuori dall’amore) per indicare l’innamoramento e il disinnamoramento. L’amore arriva nelle nostre vite spesso in modo improvviso e ci trascina dentro a qualcosa che solitamente è irrazionale, ma ci fa stare bene.

Il perenne stato di euforia che contraddistingue la fase dell’innamoramento ha, in realtà, una spiegazione chimica: è causato dall’aumento della produzione di dopamina da parte dell’ipotalamo. Secondo uno studio della Harvard Medical School, questa condizione può durare da 1 a 2 anni. Dopo arriva il cosiddetto “amore compassionevole”: l’idealizzazione del/della partner si trasforma in un amore più profondo, dove si sceglie ogni giorno di costruire qualcosa insieme. Battito dopo battito. Nonostante le incomprensioni, le differenze, le debolezze. L’altro/a si ama e si rispetta per quello che realmente è. Un individuo che non sempre corrisponderà alle nostre aspettative.

Ma quando il velo cade, quando si capisce che la persona al proprio fianco non è quella che immaginavamo, proprio perché l’avevamo idealizzata, o che, nel tempo, è cambiata o siamo cambiati/e noi, i nostri bisogni, i nostri desideri, allora potrebbe anche succedere di disinnamorarsi.

Perché può capitare di disinnamorarsi di qualcuno/a

Il disinnamoramento non funziona come un interruttore. On sei innamorato, off smetti di esserlo. È come il lento consumarsi della cera di una candela. Inevitabile e inesorabile, in un lotta ad armi impari contro il tempo, a poco a poco si spegne, portandosi via quella luce che in parte contribuiva a dare un senso alle nostre giornate.

I sentimenti sono fluidi. Come le maree, possono salire, scendere e risalire in modo ciclico. Ma alle volte può succedere che in noi ci sia un cambiamento radicale. Di prospettiva, impegno, interessi, obiettivi. E che il mare si fermi. 

Il disinnamoramento non arriva per tutti/e allo stesso modo. C’è chi può perdere l’amore dopo un tradimento, che può essere sia fisico, sia emotivo, quando ti rendi conto che la persona nella quale avevi riposto tutta la tua fiducia ti ha raccontato un’accozzaglia di bugie.

Può essere dovuto a una sensazione costante di disillusione e disincanto, legata all'incessante sgretolarsi di aspettative non realistiche. Può essere dovuto a una disconnessione emotiva o a motivazioni più personali, come una depressione, lo stress lavorativo o un problema economico. O ancora alla presenza di un’altra persona, come un familiare, che crea disturbanti ingerenze nella coppia.

Più che indagare i motivi per i quali ci disinnamoriamo, dovremmo forse accettare l’idea che anche l’amore possa finire. Perché siamo esseri umani e quello che proviamo oggi, potrebbe non essere destinato a esistere anche domani.

I segnali del disinnamoramento

Nonostante non si possa effettivamente parlare di “segnali di disinnamoramento”, perché siamo tutti/e persone diverse e per questo amiamo e soffriamo in modo differente, ci sono alcuni elementi in comune che spesso precedono questa presa di coscienza, che può essere molto dolorosa e difficile da digerire. Possono iniziare a esserci delle lacune emotive vissute come macigni insostenibili da sopportare.

Mancanza di attrazione sessuale, comunicazione, voglia di progettare (e di stare) insieme. Tutte quelle piccole cose del/della partner che ce lo/a facevano adorare fino a poco prima, potrebbero trasformarsi in difetti intollerabili, il cui solo pensiero ci provoca rabbia, fastidio e disagio. E ogni scusa essere un pretesto per criticare.

I litigi potrebbero diventare pane quotidiano, oppure si potrebbe anche smettere di litigare. Perché ormai non ci si crede più in questo viaggio in due e si ha solo voglia di fare le valigie e partire (ma con un biglietto di sola andata).

Si potrebbe poi pure iniziare a immaginare una vita con un’altra persona o da soli, perché se è vero che avere una cotta per qualcun altro/a è possibile mentre si è in coppia, se si inizia a pensare di stare meglio senza partner qualcosa questo vorrà pur dirlo.

Cosa fare e come comportarsi

Fabrizio Caramagna ha scritto che il disamore è come una rosa senza petali, un cuore disabitato, un baule di vecchie fotografie, pieno di polvere e disincanto. È forse è proprio vero che il contrario dell’amore non è l’odio, ma il disamore.

Smettere di amare qualcuno/a non è un fallimento. È una possibilità che, se accade, dovresti cercare di accogliere. Ché certe ferite non si curano con lo scotch invisibile del “se stiamo insieme ci sarà un perché”.

Allora ascoltati, accetta la tristezza, la confusione e la delusione che sentirai scorrerti dentro, non restare intrappolato/a in una ragnatela di recriminazioni e rimproveri verso te stesso e, come cantano gli Editors, ricorda che “even and end has a start”, anche una fine ha un inizio.

Foto di apertura: Freepik