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Nella mente di uno psicopatico: intervista a Cinzia Mammoliti

Chi sono i manipolatori perversi? Qual è il confine tra narcisismo e psicopatia? Come ragionano gli psicopatici e cosa non sopportano? Ne abbiamo parlato con la criminologa Cinzia Mammoliti, la prima in Italia ad aver collegato il fenomeno della manipolazione relazionale alla violenza.

Chi sono i manipolatori perversi? Qual è il confine tra narcisismo e psicopatia? Come ragionano gli psicopatici e cosa non sopportano? Ne abbiamo parlato con la criminologa Cinzia Mammoliti, la prima in Italia ad aver collegato il fenomeno della manipolazione relazionale alla violenza.

Manipolazione perversa, narcisismo patologico, psicopatia: sono parole delle quali si sente parlare sempre più spesso in rete. Tra psicologia spicciola in formato post e testimonianze di donne tornate libere, non è così insolito imbattersi in un racconto che ricorda proprio quello vissuto in prima persona.

Cinzia Mammoliti, laureata in Giurisprudenza, con specializzazione in Criminologia, Psicopatologia Forense e Psicologia Criminale, e in Psicologia Clinica e della Riabilitazione, è una delle principali esperte (in Italia) di manipolazione relazionale, crudeltà mentale, violenza psicologica, narcisismo perverso e psicopatia.

In queste righe, cercheremo di ricostruire l’identikit di uno dei più pericolosi serial killer dell'anima: lo psicopatico. In fondo all’articolo, troverete i libri di Cinzia Mammoliti da leggere assolutamente per imparare a difendersi da ogni forma di manipolazione mentale e sentimentale.

Mi piacerebbe iniziare questa intervista analizzando alcuni termini che spesso vengono utilizzati in modo intercambiabile quando si parla di manipolazione nelle relazioni. Narcisista perverso, vampiro emotivo, psicopatico. Ho letto che nel caso del narcisista perverso, il disturbo manipolatorio deriva da un trauma. Nel caso degli psicopatici, pare sia già presente alla nascita, e che possa essere addirittura genetico. È effettivamente così?

Mi fa piacere che tu parta da questa domanda per cercare di mettere un po' d’ordine nel caos terminologico che sussiste da quando l’argomento, che a livello divulgativo ho introdotto io in Italia nel 2012 col mio libro più noto I serial killer dell’anima, è trattato da centinaia di improvvisati e improvvisate del mio settore. Partiamo dal presupposto che la manipolazione è un mero stile relazionale, come lo sono l’aggressività, la remissività e l’assertività. Chi manipola tende a far fare agli altri cose contro i loro interessi e a proprio vantaggio, ha bisogno di controllo sulla relazione, si sente spesso inadeguato/a. Non occorre essere affetti da patologie per essere manipolatori: basta guardarsi intorno perché ne siamo letteralmente circondati. Vampiro emotivo, o energetico, è un termine coniato da Mario Corte nel suo splendido libro Vampiri energetici e contempla tutti quei soggetti, manipolatori e non, patologici o meno, che sottraggono energia agli altri. Il narcisismo patologico e la psicopatia sono due disturbi di personalità del Cluster B del DSM-5 che si caratterizzano per la presenza di uno stile relazionale manipolatorio, mancanza di empatia e anaffettività: tutti gli psicopatici sono narcisisti, non vale il contrario. Quando si parla di narcisismo perverso ci si riferisce a una forma particolarmente perniciosa di narcisismo ai confini con la psicopatia poiché si caratterizza per sadismo e crudeltà mentale. Quello che hai letto temo rientri tra la gran parte di banalità che si leggono o ascoltano on line sul tema.

Mentre i narcisisti perversi godono del dolore altrui, è vero che gli psicopatici non provano niente?

Il narcisista perverso (o maligno) si caratterizza per il pensiero paranoico, essendo convinto che tutti complottino contro di lui, sadismo e crudeltà mentale, traendo piacere dalle sofferenze che procura agli altri. Per Otto Kernberg, psicanalista austriaco tra i più grandi studiosi del Disturbo Narcisistico di Personalità, questo soggetto presenta una variante del disturbo psicopatico posto che, di fatto, narcisismo patologico, maligno e psicopatia si muovono lungo un continuum dai confini estremamente labili, date le marcate analogie che presentano tra loro. Anche gli psicopatici godono del dolore che riescono a infliggere agli altri, sia che si tratti di dolore fisico sia che il dolore riguardi la sfera emotiva.

I genitori possono contribuire allo sviluppo di comportamenti manipolatori nei figli?

Certamente. Lo stile relazionale manipolatorio si apprende perlopiù in famiglia e si trasmette, come schema comportamentale disfunzionale, a livello transgenerazionale.

Da un punto di vista criminologico, quali sono i tratti dello psicopatico?

Oltre allo stile manipolativo, il sadismo e la crudeltà mentale, sono dotati di un fascino superficiale, un senso del sé grandioso e la percezione che sia loro tutto dovuto, menzogna patologica, mancanza di ansia, paura, rimorso e sensi di colpa, anaffettività, mancanza di empatia, impulsività, deresponsabilizzazione, spesso anche dipendenza da sostanze.

Perché è così difficile riuscire a riconoscerli?

Sono estremamente abili a camuffarsi e indossano maschere ogni volta diverse a seconda delle persone con le quali si relazionano e delle situazioni che devono affrontare. La loro naturale propensione alla menzogna li rende assolutamente credibili spesso agli stessi operatori del mio settore che risultano, per loro, i più divertenti da manipolare. Se poi aggiungiamo che si tratta spesso di persone a livello cognitivo molto elevato e dotate di fascino e buon eloquio, cadere in trappola è presto fatto.

La Hare Psychopathy Checklist viene utilizzata in criminologia?

Sì, anche se quasi esclusivamente sulla popolazione carceraria. Fino alla fine degli anni Settanta non si era ancora indagato riguardo alla strutturazione di uno strumento adatto alla misurazione della psicopatia. Quest'ultima poteva essere solo la risultante di una diagnosi clinica, raggiunta intervistando l'individuo e utilizzando il giudizio clinico. Fu Robert D. Hare, il più grande studioso del disturbo, osservando un consistente gruppo di detenuti, a lavorare sullo sviluppo di una scala di ricerca per la valutazione della psicopatia nella popolazione criminale che avrebbe preso il nome di Psychopathy Checklist (PCL, PCL-R nella sua versione revisionata). Questa lista di venti caratteristiche della personalità, considerate indicative di una personalità disturbata, permette di fornire un identikit di base dello psicopatico, di stabilirne la pericolosità e prevedere la recidiva, anche se sulla totale affidabilità dello strumento ho personalmente qualche riserva.

Si sente spesso dire che gli psicopatici possono anche riuscire a raggiungere posizioni di potere, mentre in altri casi sono dei veri e propri parassiti sociali. Cosa accomuna due figure che sembrano così diverse e contrastanti?

Credo si tratti fondamentalmente di differenti temperamenti. Se il temperamento di un individuo è, invero, una disposizione biologica, derivante da un substrato genetico o costituzionale che determina una particolare reattività nel rispondere ad uno stimolo esterno, posto come stimolo esterno l’ambiente in cui lo psicopatico cresce e si sviluppa, ambienti differenti determineranno differenti tipologie di psicopatico accomunate da un grave deficit della sfera emozionale.

La cultura cinematografica ha contribuito a diffondere l'immagine dello psicopatico quale serial killer. Lei parla di serial killer dell'anima. Cosa lo psicopatico è in grado di distruggere?

Sono pochi gli psicopatici che passano all’azione come i serial killer. La tragedia è che quelli che non uccidono materialmente sono numerosissimi e si mischiano con le persone normali facendo danni incommensurabili prevalentemente nella sfera affettiva. Un partner può, così, rivelarsi un maltrattante e traditore seriale; un amico un essere infido, inaffidabile e invidioso; un parente un sadico manipolatore che vuole renderci la vita impossibile, e così via. Lo psicopatico nasce per distruggere tutte le relazioni che crea o nelle quali si trovi invischiato, di qualunque natura siano e se le tiene in piedi lo fa solo per opportunismo.

Perché lo fa? Ne è davvero consapevole?

Riguardo alla loro consapevolezza la disputa è accesa. C’è chi sostiene che siano consapevolissimi della loro cattiveria e relativo modus operandi, chi invece asserisce il contrario. Interessanti studi condotti in America sull’analisi della risonanza magnetica dei cervelli di criminali psicopatici dimostrerebbero un’effettiva compromissione di quelle parti del cervello deputate all’inibizione e al ragionamento morale, personalmente mi collocherei in una posizione di mezzo. Peraltro occorre fare le dovute distinzioni perché ogni psicopatico è diverso da un altro.

Perché chi subisce le sue angherie continua, nonostante tutto, a perdonarlo, fino al totale sfinimento emotivo?

Le prede che scelgono sono spesso dotate di grande carica empatica e umana e tendono a giustificare sempre tutto ponendo pochi paletti e faticando a dire no. Naturalmente lo psicopatico ne approfitta a oltranza fino a che non subentra una sorta di sfida tra carnefice e vittima, sfida in cui quest’ultima, benché stremata, energicamente depauperata, esaurita e spremuta fino all’osso, punta comunque i piedi per non lasciarlo andare. Una sorta di Sindrome di Stoccolma credo o della Crocerossina all’ennesima potenza, dove però i limiti tra bisogno di soccorrere e sopportare e delirio di onnipotenza (io ti salverò) sono molto labili.

Perché lo psicopatico ha bisogno della triangolazione? A cosa gli serve di preciso? E perché non ne può fare a meno?

A dire il vero l’utilizzo della triangolazione, quel modus operandi che porta chi lo pone in essere ad avvalersi di terzi per far del male alla vittima prescelta tenendola sotto pressione o mettendola in competizione, è più tipico del narcisista patologico. Trattandosi di un potente strumento di manipolazione serve a mantenere l’altro in costante situazione di insicurezza, facendogli alimentare al contempo senso di inadeguatezza e gelosia che rappresenta per i predatori una fonte di enorme approvvigionamento narcisistico.

Perché alcune persone (una partner innamorata) si convincono di poter salvare lo psicopatico? Qual è la loro personalità? Cosa le porta a pensare di essere speciali e "diverse" dalle altre? Davvero non si rendono conto di essere manipolate?

Come accennavo sopra spesso scatta in chi incontra questi soggetti e se ne innamora un potente delirio di onnipotenza che induce a pensare di poter salvare l’altro (o comunque accogliere e “purificare” con il proprio amore). Naturalmente, più che di amore si tratta di situazioni di dipendenza affettiva o co-dipendenza che determinano rapporti disfunzionali e molto stressanti. Non esiste una personalità ben definita di donna attratta da queste persone. Occorre tener presente che le stesse si presentano in modo accattivante e molto più interessante della media maschile in circolazione, quindi credo che potenzialmente siamo tutte a rischio. Lo è sicuramente di più chi ama vivere di emozioni forti e non si accontenta.  

Scrivo una citazione tratta da una delle mie graphic novel del cuore Il manipolatore possiede un talento naturale per il mimetismo comportamentale. E questo spiega perché si ha davvero la sensazione di avere incontrato la propria anima gemella. Probabilmente, se si chiedesse di descrivere a donne diverse cosa hanno provato quando stavano con il partner manipolatore, tutte risponderebbero che avevano la sensazione di aver trovato l'amore della loro vita. Non è così?

Assolutamente sì. Comunque chi l’ha scritto ha citato Isabelle Nazare Aga, forse la prima in Europa a trattare di manipolazione relazionale.

Cosa succede se uno psicopatico incontra un altro psicopatico? 

Tendenzialmente si fiutano e si evitano, a meno di non poter trarre vantaggi l’uno dall’altro e allora possono trasformarsi in vere e proprie associazioni a delinquere, un esempio in tal senso è dato dalle psico sette e dalle sette sataniche, vero e proprio covo di psicopatici doc.

Qualcuno ha associato lo psicopatico al truffatore di Tinder, Simon Leviev, affermando Questo tizio ruba soldi. Lo psicopatico ruba sentimenti. Perché non può amare? Cosa gli manca? È un qualcosa che dipende dalla struttura del cervello?

Come accennavo studi di neuroimaging condotti su psicopatici hanno dimostrato differenze importanti nella struttura cerebrale soprattutto per quelle parti del cervello deputate ordinariamente all’elaborazione di emozioni e sentimenti. Molto interessante per approfondire l’argomento un libro di A.Raine: L’anatomia della violenza.

Nella vita di tutti i giorni, lo psicopatico passa il tempo a combattere i soprusi, per esempio sul lavoro, ergendosi a paladino della giustizia contro i torti subiti, o impegnandosi nel sociale. Com'è possibile una simile contraddizione?

Le maschere che indossano, come i narcisisti, sono molteplici e altrettanti i ruoli che interpretano. La scelta di professioni e attività apparentemente paradossali rispetto alla loro vera natura si spiega pensando a quanta “materia prima” da ingannare e abusare possono trovare in certi contesti rispetto ad altri.

Il sesso con uno psicopatico non è un'esperienza veramente coinvolgente dal punto di vista emotivo, ma più una sorta di performance. Anche il sesso diventa un espediente per esercitare il suo dominio sull'altro? Per alimentare il suo ego?

Anche in questo caso dipende. Riescono a simulare perfettamente coinvolgimento emotivo e a recitare la parte degli amanti innamorati. Ordinariamente il sesso diventa per loro strumento per creare e mantenere dipendenza. Avendo spesso parafilie tendono a innescare vere e proprie dipendenze sessuali di modo da condurre la partner a prestazioni sempre più estreme e soddisfacenti per loro. Sono talmente bravi in questa operazione che spesso le partner finiscono col convincersi di essere loro a desiderare cose che non si sarebbero, in realtà, mai sognate di fare.

Nella mente di uno psicopatico: qual è la cosa che lo terrorizza di più? La noia? Perdere il controllo sull'altro? Che la sua reputazione venga compromessa?

Queste sono paure tipiche del narcisista patologico. Lo psicopatico non conosce paura. Quando le cose non vanno come si aspettava cambia semplicemente preda e situazione, nella più totale indifferenza.

Cosa lo infastidisce? È geloso dei successi dell'altro? Delle sue conquiste? Della sua indipendenza?

Pur presentando tutte le caratteristiche dei narcisisti, e quindi anche invidia verso gli altri, gli psicopatici non amano perdere il controllo della situazione e diventano allora aggressivi e arroganti ma, come dicevo, non ci perdono troppo tempo e cambiano subito traiettoria.

Cosa succede quando le maschere cadono? Come reagisce uno psicopatico? Aggressività? Sparisce nel nulla per poi ritornare dopo un po' di tempo? O resta in silenzio in attesa che sia l'ex partner a tornare da lui? O ancora, aspetta che la sua "vittima" commetta un singolo errore per poterla screditare?

Vi possono essere tutte quante le reazioni che hai descritto. In ogni caso, sconsiglio vivamente di smascherare narcisisti patologici e psicopatici: possono diventare molto aggressivi e in alcuni casi pericolosi. Una volta capito con chi si ha a che fare conviene andarsene senza voltarsi indietro.

3 consigli per gestire la comunicazione con un manipolatore.

Ne do molti più di tre nel mio ultimo libro: Le parole per difenderci. Vademecum per riconoscere e gestire la comunicazione manipolatoria ed. Sonda.

L'amore può tornare a essere una favola dopo una relazione con uno psicopatico?

Relazioni così dure segnano molto e determinano conseguenze emotive sul medio e lungo periodo. Diciamo che per chi "impara la lezione" si diviene molto più consapevoli e meno ingenue... per chi veramente crede che l’amore sia una favola, però, si continueranno a incontrare muri contro i quali inevitabilmente si andrà a sbattere facendosi nuovamente del male.

Cinzia Mammoliti - che potete seguire su Facebook e YouTube - è autrice dei seguenti testi, da leggere e rileggere fino a totale e completo assorbimento:

  • I Serial killer dell’anima – i manipolatori sono tra noi: come riconoscerli, come evitarli, come difenderci da loro - Ed. Sonda (2012);
  • Il manipolatore affettivo e le sue maschere: l’identikit dei dieci manipolatori psicologici più pericolosi e tecniche per neutralizzarli - Ed. Sonda (2014);
  • Intervista a un narcisista perverso: viaggio nella mente di un sadico seriale - Runa Ed. (2016);
  • Perché l’amore è una favola (basta esserne convinte) - Autopubblicato (2017);
  • Nella trappola di uno psicopatico: una storia di manipolazione affettiva - Ed. Sonda (2018);
  • Non mi freghi più. Prontuario operativo per difendersi da manipolatori relazionali, narcisisti patologici, psicopatici & co - Autopubblicato (2018);
  • Le parole per difenderci. Vademecum per riconoscere e gestire la comunicazione manipolatoria - Ed.Sonda (2020).